Con l’aumento del prezzo di Bitcoin di questi ultimi giorni, l’indice fear and greed è tornato a salire, ai massimi annuali.
Secondo i dati riportati da alternative.me, una delle piattaforme principali che fornisce questo parametro, l’indice oscilla da giorni a valori compresi tra 70 e 80, passando quindi da greed ad extreme greed.
Come funziona l’indice Fear and Greed
L’indice “Paura ed avidità” analizza il sentiment degli operatori che lavorano con Bitcoin e le criptovalute. È un indice che va da 0 a 100, così diviso:
- 0-25, estrema paura;
- 26-50, paura;
- 51-75, avidità;
- 76-100, estrema avidità.
Questo indice è tratto unendo alcuni parametri.
- Volatilità: incide per il 25% e prende a riferimento le oscillazioni di prezzo di Bitcoin, comparate con i valori medi degli ultimi 30 e 90 giorni;
- Volumi: incidono per il 25%, e vengono calcolati come la volatilità, comparati ai valori a 30 e 90 giorni;
- Social media: misura l’engagement di Bitcoin su Twitter, incide per il 15%;
- Dominance: vale il 10% e controlla la quota di mercato di Bitcoin e delle altcoin;
- Trend: analizza le ricerche su Google trend per Bitcoin e termini correlati e incide per il 10%;
Un ultimo parametro che vale il 15% è ricavato dai sondaggi che Alternative.me conduce con una sua piattaforma. Tuttavia al momento le survey sono ferme e quindi non determinano l’indice Fear and Greed.
A cosa serve conoscere il sentiment degli operatori
Il mercato di Bitcoin e delle criptovalute, essendo preda della volatilità, rischia anche di essere molto emozionale. L’indice Paura ed Avidità punta a fornire una misurazione che attenui l’emozionalità.
Tuttavia quando l’indicatore segna “paura”, ciò non è necessariamente un male, anzi, Alternative.me la considera una buying opportunity.
Mentre al contrario quando c’è troppa avidità, generalmente quando tutti i fattori sono positivi, il mercato potrebbe subire delle correzioni e degli scossoni.
Storicamente il punto più alto di avidità si è raggiunto il 26 giugno 2019, quando Bitcoin arrivava a 13.000 dollari e l’indice ha toccato i 95 punti su 100.
I momenti più difficili sono stati invece a febbraio 2018, agosto 2019 e infine a marzo 2020. Erano tre momenti diversi nella storia di Bitcoin.
A febbraio 2018 era appena scoppiata la bolla speculativa che aveva portato BTC dai picchi di 20.000 dollari di dicembre 2017 a precipitare e 6.000 dollari nel giro di un paio di mesi.
Agosto 2019 invece rappresenta l’inizio della fase discendente di Bitcoin dopo il periodo bullish di maggio-luglio. Tale periodo culminerà con i minimi di dicembre a 3.300 dollari.
Infine, marzo 2020 coincide con la crisi dei mercati finanziari e delle criptovalute, scatenata dal Coronavirus e che ha portato Bitcoin a perdere la metà del proprio valore nei terribili giorni compresi tra il 12 e il 14 marzo, precipitando fin sotto i 4.000 dollari.
Da quei picchi il prezzo di Bitcoin e con esso l’indice fear and greed è tornato lentamente a crescere.
Ma come insegna il mercato, non bisogna mai stare sereni, perché i periodi di relativa calma possono in realtà portare a burrasche da cui bisogna essere bravi a ripararsi.