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Robinhood, l’app che cresce con la pandemia Covid-19

L’app Robinhood ha beneficiato della pandemia da Covid-19.  L’applicazione che è nota per aver iniziato al trading soprattutto e nuove generazioni, quei giovani che normalmente sono lontani dal mondo della finanza. 

Eppure grazie a Robinhood lo hanno trovato accessibile. Non solo la facilità d’uso, ma anche la mancanza di costi di commissione ha reso Robinhood l’app preferita dai millenials per fare trading. Su Robinhood si possono comprare azioni, opzioni, oro e criptovalute. Insomma, un’app completa e intuitiva, praticamente perfetta. 

Robinhood, record di download per l’app con il Covid-19

Robinhood era già considerata tra le top 10 delle aziende fintech USA a febbraio 2020. Con la pandemia è cresciuta ancora. Per capire quanto, è utile leggere qualche numero

CNBC riporta 10 milioni di utenti a dicembre 2019, che sono diventati 13 milioni a maggio 2020. La crescita di 3 milioni di utenti è avvenuta proprio nei mesi della pandemia. 

L’app ha vissuto un vero e proprio picco di download, molto più alte di applicazioni simili di aziende in diretta concorrenza. Infine, durante il periodo di lockdown ha registrato una media di 4,3 milioni di transazioni al giorno.

I giovani e Robinhood

CNBC ha raccolto qualche opinione di ragazzi che hanno spiegato perché hanno scelto Robinhood. Ad ascoltare le loro voci, tutto è iniziato con il lockdown, quando con il lavoro da casa e il timore di rischi economici, anche i più giovani hanno deciso di provare ad investire qualcosa per guadagnare. Tutti sono concordi sul fatto che la app è stata sicuramente più facile da utilizzare rispetto alle altre, oltre che rapida nelle transazioni. 

Alcuni utenti apprezzano anche il fatto di non avere in un certo senso intermediari, possono depositare una cifra e fare il loro acquisto, comprando perfino azioni della Cocacola. 

La forza è stata proprio questa: rendere la finanza facile. Robinhood è stato dirompente in un periodo di particolare incertezza economica. Il lockdown e il Coronavirus hanno messo tutti sullo stesso piano, facendo mancare le certezze in qualche caso a chi godeva di posizioni economiche solide. 

In questo scenario di chiusura forzata in casa, per qualcuno in smart working, per altri semplicemente fermi, un’app di trading facile è stata la soluzione migliore per tentare di guadagnare qualcosa. E questo è il caso soprattutto di coloro che hanno perso il lavoro o che hanno perso la paga durante il periodo di chiusura generalizzata. 

Tuttavia questa crescita non è avara di pericoli. Il trading, per quanto facile, è sempre trading, con tutti i suoi rischi. È bene ricordare che fare trading non vuol dire necessariamente guadagnare, anzi, i meno esperti sono proprio coloro che rischiano di andare incontro a perdite

A Robinhood è stato rinfacciato di essere fin troppo facile, da indurre anche i meno esperti a “giocare” con i propri soldi, e in qualche caso a perderli. Con conseguenze tragiche. 

È il caso di Alex Kearns, un cliente di Robinhood, che si è suicidato scrivendo di aver perso 730.000 dollari proprio utilizzando l’app. Questo episodio ha acceso i riflettori sul lato negativo del trading a portata di tutti. 

Da Robinhood e dai suoi fondatori Vlad Tenev & Baiju Bhatt, è arrivata una nota in cui si sono detti “personalmente devastati”. Ma il caso è stato anche l’input per poter restituire un’applicazione migliore che sia anche in grado di educare i suoi utenti. Quello che è mancato per il giovane suicida, che tra l’altro era incorso in una perdita temporanea e non definitiva. 

Ad ogni modo, per Robinhood il 2020 si sta rivelando un anno proficuo, vista la crescita del numero di utenti incentivati dall’uso semplificato dell’app. 

Ma vale la pena ricordare che il trading non è un gioco, e se qualcuno vuole considerarlo tale, deve sapere che è un gioco serio.

Eleonora Spagnolo
Eleonora Spagnolo
Giornalista con la passione per il web e il mondo digitale. È laureata con lode in Editoria multimediale all’Università La Sapienza di Roma e ha frequentato un master in Web e Social Media Marketing.
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