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Bitcoin Revolution & co: il ruolo di Facebook e Google

Maxi investimenti su Facebook e Google: così hanno proliferato gli annunci pubblicitari di Bitcoin Revolution e piattaforme simili. 

Una inchiesta giornalistica che coinvolge diverse testate internazionali sta rivelando chi c’è dietro gli annunci pubblicitari che coinvolgono i vip nella promozione dei software di trading automatico di Bitcoin. Quelli dove c’è un personaggio famoso che asserisce di essersi arricchito grazie a Bitcoin. Gli annunci si presentano come articoli di giornali con interviste della malcapitata celebrità che promuove il bot dove basta investire 250 euro e arrivare a guadagni milionari in poco tempo. Inutile dire che le interviste sono inventate e l’articolo di giornale è un’imitazione di una testata più celebre.

Negli annunci circolati in Italia, una delle vittime più note è stato l’imprenditore Flavio Briatore, al quale è stato attribuito l’utilizzo di Bitcoin Up. Ma la fantasia di chi crea queste pubblicità non ha risparmiato neppure Harry e Meghan, i quali, privi dei fondi della Regina, avrebbero trovato in Bitcoin Evolution un altro modo per arricchirsi.

Insomma, tutto sembra verosimile, soprattutto per gli ingenui. Ma chi conosce la storia di Flavio Briatore sa bene che deve la sua fortuna a scelte diverse da Bitcoin. Così come Harry e Meghan non hanno certo bisogno di fare trading automatico di Bitcoin per vivere negli Stati Uniti, lontano da Sua Maestà la Regina.

L’inchiesta su Bitcoin Revolution che coinvolge Facebook e Google 

Secondo l’inchiesta coordinata dalla testata svedese DN (e che in Italia coinvolge il quotidiano La Stampa, ma anche il francese Le Monde, il celebre The Guardian e Buzzfeed, per citarne alcuni), queste pubblicità sono state diffuse in almeno 50 paesi. 

L’indagine ha rivelato che dietro le pubblicità di queste piattaforme c’è una società con sede negli Stati Uniti. Tale società di marketing  avrebbe investito da sola 50 milioni di dollari per promuovere questi annunci su Facebook, utilizzando il volto di inconsapevoli celebrità. Di 17 differenti tipi di piattaforme sponsorizzate, 10 sono state segnalate da varie autorità di vigilanza nazionali.

Facebook, come riporta La Stampa, ha detto di aver preso il problema molto seriamente, coinvolgendo le autorità per rintracciare gli inserzionisti. I quali erano talmente abili da nascondere il link di destinazione dei loro ads. 

Anche Google è finita nel calderone. Secondo quanto racconta l’inchiesta, Big G ha cancellato inserzioni per 50 milioni di dollari sullo stesso argomento, riconoscendo un tipo di marketing ingannevole se non fraudolento. 

In questo caso, dietro ci sarebbe un’altra azienda con sede a Londra. La stessa società conduceva anche campagne di marketing via mail. 

A parere delle società coinvolte, in realtà chi ci guadagna sono proprio i colossi del web, quelli che prendono soldi per pubblicizzare le inserzioni di queste piattaforme dalla dubbia utilità. 

È doveroso fare un chiarimento. In questa storia Bitcoin non c’entra nulla. Queste piattaforme non arrivano proprio a comprare Bitcoin. Non si prevede l’apertura di wallet, non si parla mai di blockchain. Sono solo sistemi che promettono di far lievitare i soldi (dollari o euro) con meccanismi troppo belli per essere veri.  

Valgono sempre alcune semplici regole prima di fare trading:

  • Essere consapevoli che si tratta di un’attività altamente rischiosa;
  • Diffidare di chi promette guadagni stellari;
  • Non investire mai soldi che non si è disposti a perdere.
Eleonora Spagnolo
Eleonora Spagnolo
Giornalista con la passione per il web e il mondo digitale. È laureata con lode in Editoria multimediale all’Università La Sapienza di Roma e ha frequentato un master in Web e Social Media Marketing.
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