Bitcoin continua ad influenzare tutto il resto del settore con un ribasso che vede una perdita di oltre il 3,5%, in linea con Ripple che perde poco meno del 4%. Tra le prime 3, Ethereum, accusa un ribasso superiore al 4%.
Continua a scivolare il settore, che si avvia a concludere la settimana peggiore dalla metà di marzo scorso, sia in termini numerici che in performance percentuali.
Se anche il weekend dovesse continuare a confermare la debolezza, con gli attuali valori o valori più bassi, questa sarebbe la settimana con 4 giorni su 5 di colore rosso. Fa eccezione mercoledì che con uno scatto di reni ha permesso un recupero che ha garantito che non ci fosse una chiusura con 5 giorni consecutivi al ribasso. Non si verificava da novembre 2019 per Bitcoin.
Bitcoin influenza tutto il settore dove oggi il 99% delle prime 100 criptovalute è in territorio negativo. L’unica in guadagno è CELO, un progetto nato nell’estate 2017, un ecosistema di integrazione di blockchain che vuole fornire chiavi di proprietà al proprio deposito di criptovalute collegati direttamente al numero di cellulare.
È un progetto interessante che vede la possibilità di essere integrato nella finanza decentralizzata attraverso smart contract e dApp, che ha visto lanciare la propria mainnet ad aprile 2020. Oggi CELO va in controtendenza, con un rialzo modesto che sfiora il 2%.
CELO si propone di favorire pagamenti in criptovalute tramite cellulare, anche via whatsapp. È in via di sviluppo, come una stablecoin alternativa. Tra i membri a supporto del progetto ci sono A16z, Coinbase, Anchorage.
Il resto è in ribasso, anche se ci sono poco meno di 10 token che si spingono a doppia cifra. Il peggiore è Decred (DCR) insieme Sushiswap (SUSHI) che perdono il 13%. Fatica Aave che insieme. Synthetix (SNX), Uniswap (UNI), Yearn Finance (YFI) e Ren perde poco più del 10%.
La settimana si avvia a chiudersi con il market cap sotto i 525 miliardi di dollari, livello più basso dall’inizio del mese.
La dominance del Bitcoin si rafforza e arriva a superare il 63%. Ethereum invece scende all’11,7%.
Ripple, nonostante l’aver raggiunto i 55 centesimi di dollaro dopo aver rischiato di scivolare sotto i 50 centesimi, prova a consolidare il prezzo in virtù del rafforzamento che c’è stato nelle ultime 48 ore che ha portato molti possessori dei token XRP a bloccarlo sulla totalità degli exchange in occasione dello snapshot destinato ai possessori di XRP che otterranno gratuitamente tramite l’airdrop la stessa quota di Spark token del progetto Flare Network.
Termina la settimana con un ribasso Bitcoin, benchmark di riferimento, a poco meno del 10%. È il terzo peggior ribasso su base settimanale dalla metà di marzo in termini percentuali. Per valore unitario, Bitcoin perde circa 1.700 dollari, ed è la peggior settimana proprio dalla metà di marzo quando BTC perse oltre 2.700 dollari con un crollo del 33% su base settimanale. Da quei minimi Bitcoin ha scambiato direzione con un movimento tuttora in atto, ma avveniva su una tendenza di mercato diversa dall’attuale.
La DeFi vede un arretramento del TVL che resta poco sopra i 14 miliardi, livelli di tutto rispetto considerando i massimi che si sono registrati a inizio settimana con poco più di 15 miliardi di dollari.
I progetti leader rimangono Maker, seguita da WBTC e Compound.
Compound (COMP) su base settimanale registra un guadagno di oltre il 3%, una freccia verde in controtendenza a tutto il resto del settore. Tra le prime 50 infatti, prendendo come riferimento le quotazioni di venerdì scorso, guadagnano solo COMP +4%, e Waves +2%.
Summary
Bitcoin (BTC) in ribasso
I ribassi delle ultime ore portano ad affondare le quotazioni sotto la trendline dinamica rialzista che accompagnava il rialzo dalla metà di ottobre. L’affondo sotto i 18.200 dollari porta le quotazioni di Bitcoin a testare i 17.600-17.500 dollari, livelli più bassi da fine novembre.
Per BTC nel corso del weekend è necessario consolidare sopra i 17.800 18.000 dollari. Un allungo del ribasso proietterebbe i prezzi ad aggiornare i minimi dell’ultimo mese sotto i 16.300 dollari.
Il ribasso è dovuto più che altro ad una mancanza di acquisti. La fase ribassista che sta caratterizzando il movimento dopo i record del 1 dicembre si allinea ad una chiusura del ciclo a due mesi attesa nei prossimi giorni. È una chiusura controllata e ordinata, senza particolari tensioni e movimenti ribassisti.
Ethereum (ETH)
Anche Ethereum sta seguendo la scia del Bitcoin. Dopo i top degli ultimi due anni raggiunti il 1 dicembre, Ethereum ha iniziato una discesa che nonostante la perdita di circa il 16% non vede particolari tensioni. Il ribasso di questi giorni sta avvenendo in modo decisamente controllato.
Per Ethereum c’è più margine di movimento verso il basso. Infatti la chiusura del ciclo bimestrale iniziato qualche giorno prima di BTC, nei primi giorni di ottobre, sta accompagnando il movimento di queste ore, consentendo un ampio margine con un primo campanello di allarme in ottica di medio lungo periodo solo con un ritorno a 475 dollari, lontano del 10% dalle quotazioni odierne che vedono ETH oscillare tra 540 e 560 dollari.
Allarmi arriverebbero solo con ribassi sotto i 410 dollari, livelli distanti di oltre il 25% dai prezzi attuali.
Per Ethereum è preferibile un attesa da questi livelli per capire la possibilità di un consolidamento dei prezzi e un ritorno degli acquisti che a queste quotazioni porterebbero le quotazioni oltre i 600 dollari, soglia tecnica e psicologica.
In questo momento critico di relativa debolezza da parte di Ethereum è consigliabile attendere la fine di questo movimento ribassista che, come per Bitcoin, da lunedì vede 4 giorni su 5 colorati di rosso.