HomeBlockchainIntervisteCrescoFin: intervista al fondatore Robert Sharratt

CrescoFin: intervista al fondatore Robert Sharratt

In questi giorni sta emergendo un nuovo progetto: CrescoFin, il quale ha suscitato il nostro interesse soprattutto per le interessanti collaborazioni con aziende di fama mondiale come Aave e Chainlink.

Perché avete scelto una IDO (Initial DEX Offering) piuttosto che una ICO (Initial Coin Offering)?

Volevamo creare una community forte e creare un mercato liquido per i nostri detentori di token. Siamo entusiasti di essere la prima azienda regolamentata ad offrire delle vere e proprie azioni sotto forma di token. Partendo da DODO e passando poi a Balancer siamo stati in grado di distribuire un buon numero di token a un prezzo basso, molto più basso rispetto a quello che avremmo potuto offrire su Uniswap, in quanto le curve sono più vantaggiose per la community.  

Perché avete scelto la blockchain di Ethereum?

Abbiamo scelto Ethereum per poter interagire con altri grandi progetti che nascono anch’essi su Ethereum.  Ad esempio, abbiamo una partnership con Aave per costruire un mercato monetario per le nostre garanzie assicurate.  

Cos’è l’equity token wCRES?

wCRES è un token ERC20 che può essere scambiato con i token CRES.  Anche CRES è un token ERC20 e rappresenta una vera e propria partecipazione azionaria in una società regolamentata svizzera. 

I token sono protetti dalla legge svizzera e il numero massimo assoluto di token che possono essere emessi è di 12 milioni (di cui 10 milioni già esistenti). Non vi è alcun obbligo di acquisto anticipato dei token; chiunque può acquistarli. Questo corrisponde esattamente alla legge svizzera: chiunque può acquistare azioni di società svizzere, come Nestlé.  Tuttavia, per registrarsi per votare, è necessario informare l’azienda e fare un semplice processo di identificazione.  Se non siete in una lista di sanzioni del governo svizzero, siete automaticamente accettati.  Poi, se si vuole, è anche facile riconvertire in wCRES per il trading.  

In quale macro categoria di DeFi operate?

L’azienda non è una DeFi pura, visto che si tratta di un ponte tra il mondo tradizionale e quello crypto.  Poiché operiamo nell’economia reale, c’è un elemento di centralizzazione che non può essere evitato.  

Non ci inseriamo facilmente nelle categorie DeFi esistenti.  Siamo la prima alternativa tecnologica al conto corrente bancario e siamo in concorrenza con le banche commerciali.  Il nostro punto di vista è che le crypto alla fine porteranno sempre più persone ad avere i loro risparmi on-chain e questo è il mercato che vogliamo conquistare.  Intendiamo anche portare i nostri utenti istituzionali nello spazio crypto  

DeFi presuppone che non ci sia interazione con il mondo tradizionale, nemmeno con KYC, che voi utilizzate, non sarebbe meglio dire che siete CeFi?

L’azienda si differenzia dalle entità centralizzate come le banche per il fatto di essere costruita su Ethereum.  Quindi non abbiamo un nostro database interno.  Tuttavia, anche se CrescoFin non è custodial, è autorizzata, poiché siamo regolamentati.  La legge svizzera è abbastanza chiara riguardo a crypto e KYC e riteniamo che la Svizzera sia uno dei migliori Paesi in cui gestire un progetto crypto.  La nostra posizione è che KYC e la regolamentazione sono inevitabili se si creano prodotti finanziari.  Per attirare gli utenti istituzionali è necessario avere a che fare con un’entità regolamentata.  

Quali problemi avete incontrato con la legislazione svizzera?

La legislazione svizzera è da tempo molto chiara in materia crypto ed è un ambiente favorevole.  Il Paese stesso ha un modello politico decentralizzato che probabilmente ha incoraggiato l’adozione delle crypto.  La legislazione svizzera continua ad evolvere in senso positivo, anche riconoscendo la validità giuridica delle transazioni blockchain.  Swisscom gestisce un processo KYC integrato con la blockchain.  Alcuni governi cantonali hanno addirittura messo on-chain il loro registro delle imprese.  

Leggi qui gratuitamente l’intervista completa su DeFi Today.

Amelia Tomasicchio
Amelia Tomasicchiohttps://cryptonomist.ch
Esperta di digital marketing, Amelia inizia a lavorare nel settore fintech nel 2014 dopo aver scritto la sua tesi di laurea sulla tecnologia Bitcoin. Precedentemente è stata un'autrice di diversi magazine crypto all'estero e CMO di Eidoo. Oggi è co-founder e direttrice di Cryptonomist, oltre che Italian PR manager per l'exchange Bitget. E' stata nominata una delle 30 under 30 secondo Forbes. Oggi Amelia è anche insegnante di marketing presso Digital Coach e ha pubblicato un libro "NFT: la guida completa'" edito Mondadori. Inoltre è co-founder del progetto NFT chiamati The NFT Magazine, oltre ad aiutare artisti e aziende ad entrare nel settore. Come advisor, Amelia è anche coinvolta in progetti sul metaverso come The Nemesis e OVER.
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