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La connessione tra Bitcoin e yuan digitale

C’è una connessione tra Bitcoin e yuan digitale. Entrambe sono monete non fisiche, digitali appunto, ed entrambe stanno attirando l’attenzione per molteplici ragioni.

Bitcoin nell’ultimo mese ha visto il suo prezzo crescere a dismisura, arrivando al picco di 34.000 dollari (al momento della stesura di questo articolo). La domanda è: lo yuan digitale potrà fare concorrenza a Bitcoin? La risposta, basato su quel poco che oggi si sa dello yuan digitale è: no.

Ciò nonostante sembra ci sia un legame più diretto tra yuan (quello fisico) e Bitcoin. La moneta ufficiale della Cina infatti è andata sempre di più deprezzandosi. Questo potrebbe aver spinto molti investitori a rifugiarsi in Bitcoin che nel frattempo è salito di valore. Secondo un vecchio report di Bloomberg, a questo avrebbe contribuito anche una sentenza di un tribunale cinese che avrebbe ammesso che Bitcoin ha un valore legale, collegato al suo essere un bene scarso. 

La versione digitale dello yuan potrà influire sul prezzo del Bitcoin? Le due entità sono molto diverse in realtà per farsi concorrenza. Chandler Guo, pioniere del mining di Bitcoin in Cina, alla BBC ha spiegato il suo punto di vista: la valuta digitale cinese, nota anche come DCEP, avrà un enorme successo perché potrà essere utilizzata anche da 39 milioni di cinesi che vivono fuori dai confini nazionali. Se 39 milioni di persone fuori dalla Cina inizieranno comunque ad utilizzare lo yuan digitale, questo è destinato a diventare una valuta globale. E una valuta globale farà concorrenza al dollaro e a tutti quei sistemi di pagamento elettronico che puntano verso il settore transfrontaliero. 

Cosa hanno in comune digital yuan e Bitcoin

Ma cosa hanno in comunque queste due valute? La tecnologia blockchain, che è alla base di entrambe. E qui si possono fermare le analogie. 

La DCEP cinese infatti non può neppure essere considerata una vera e propria criptovaluta perché il cuore delle criptovalute è la decentralizzazione. La DCEP invece sarà emessa dall’ente più centralizzato che ci sia: lo stato, e per la precisione uno stato che conta 2 miliardi di abitanti. Questo la rende potenzialmente più forte del Bitcoin e di ogni altra valuta digitale di stato, perché potrà avere una diffusione certamente più capillare. A differenza del Bitcoin sarà una vera e propria valuta e non anche una riserva di valore, come sta diventando BTC. Inoltre non risentirà della volatilità tipica della regina delle crypto, essendo nel valore del tutto analoga alla sua versione cartacea. 

Sarà un caso che proprio mentre sono in corso i test per lo yuan digitale, Bitcoin stia crescendo di prezzo. Alcune tesi sostengono che l’avvento di una valuta fortemente centralizzata sia un’altra delle ragioni che stia convincendo i cinesi a migrare verso Bitcoin, per mettere al riparo (nei limiti del possibile), le loro transazioni dall’occhio del governo e creare al contempo una fonte di investimento diversa dalla valuta nazionale. 

Non ci vorrà molto ad avere conferma di questa ipotesi. Il 2021 sarà probabilmente l’anno in cui lo yuan digitale vedrà la luce. Solo allora sarà possibile verificare il suo riflesso su prezzo e uso del Bitcoin in Cina. Non da ultimo probabilmente il lancio della valuta digitale cinese innescherà definitivamente la corsa alle valute digitale di stato anche da parte delle altre economie forti del mondo, Stati Uniti ed Europa in testa.

Eleonora Spagnolo
Eleonora Spagnolo
Giornalista con la passione per il web e il mondo digitale. È laureata con lode in Editoria multimediale all’Università La Sapienza di Roma e ha frequentato un master in Web e Social Media Marketing.
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