Senza nessun preavviso, l’exchange americano Coinbase, tra i più conosciuti del settore crypto, ha comunicato il lancio di un nuovo servizio chiamato Asset Hub, che permetterà a chiunque di listare un token.
Coinbase is introducing Asset Hub — a simple, streamlined product for issuers to list their assets and do business with Coinbase. Read more about Coinbase Asset Hub here: https://t.co/NOSAv8R0Lz
— Coinbase (@coinbase) January 14, 2021
Nello specifico, il servizio Asset Hub rappresenta una piattaforma che permetterà a chiunque di listare il proprio token su Coinbase e di poterlo scambiare con vari pair.
Il listing sugli exchange centralizzati
Di solito gli exchange centralizzati devono approvare – e spesso essere pagati con fee molto alte – una crypto o token prima di listarla. Queste procedure sono del tutto arbitrarie e con tempi diversi, per esempio un token nuovo potrebbe già essere listato dopo pochi giorni, come nel caso del token di Uniswap (UNI), mentre altri devono attendere anche anni prima di un listing effettivo.
Non a caso, come contenuti e diversificazioni di asset, Coinbase di certo non brilla, visto che ha a malapena oltre una quarantina di asset listati, numero che è veramente esiguo, specie se le confrontiamo con altri exchange che superano anche le 200 crypto.
Dal comunicato, comunque, si legge che Coinbase finora ha fatto tradare in totale 320 miliardi di dollari e ha 35 milioni di utenti verificati.
Come funziona Asset Hub di Coinbase
Ovviamente non significa che con questo nuovo servizio sia possibile listare anche token anonimi, perché la procedura prevede diversi passaggi e richiede anche informazioni legali riguardo al progetto. Coinbase chiede se c’è una società dietro al token oppure no, e richiede anche se il relativo token sia una security o meno, con tanto di certificato da allegare alla domanda di richiesta per il listing.
Ad ogni modo, si tratta di sicuramente un servizio interessante che potrebbe aprire le porte a tutti quei progetti che non hanno possibilità di accedere ai maggiori exchange per via dei costi esosi che richiedono.