Graham Ivan Clark, ovvero il diciottenne dietro l’hack di Twitter del 15 luglio 2020 che chiedeva Bitcoin, è stato condannato a 3 anni di carcere.
Lo rivela il Tampa Bay Times, che afferma anche che Clark si è dichiarato colpevole di frode accettando di scontare tre anni di prigione, seguiti da tre anni di libertà vigilata.
L’adolescente di Tampa aveva preso il controllo di diversi account Twitter molto noti, usandoli per chiedere BTC, e raccogliendo in questo modo più di 117.000$.
L’accordo ha permesso a Clark di essere condannato come “giovane delinquente”, visto che al momento del crimine era minorenne, evitando quindi la condanna minima a 10 anni nel caso in cui invece fosse stato condannato come adulto.
Il suo avvocato difensore, David Weisbrod, ha anche rivelato che Clark ha consegnato alle autorità tutte le criptovalute che ha acquisito con l’hack.
Inoltre Clark non potrà utilizzare computer senza l’autorizzazione e la supervisione delle forze dell’ordine, dovrà sottoporsi alle perquisizioni della sua proprietà e cedere le password di tutti gli account che controlla.
Bitcoin Twitter Hack, gli errori di Clark
In questo caso specifico fu molto semplice per le forze dell’ordine risalire all’organizzatore di questa truffa, visto che dopo aver ricevuto circa 12,9 BTC, li aveva inviati ad un exchange per venderli.
L’exchange ha avvisato le forze dell’ordine non appena ha ricevuto BTC provenienti dall’indirizzo pubblico utilizzato per ricevere i fondi, visto che questo era noto a tutti, facendo scattare l’intervento pressoché immediato delle forze dell’ordine.
Insomma, Clark ha commesso un banale errore facendosi scoprire facilmente dalle forze dell’ordine, visto che quando si rivela pubblicamente il proprio indirizzo pubblico Bitcoin di fatto si rivelano anche tutte le transazioni on-chain ad esso connesse.
Inoltre ormai al giorno d’oggi esistono diverse tecniche di analisi on-chain che consentono di tracciare le transazioni, molto utili nel caso di indagini come queste.