Il presidente degli Stati Uniti Joe Biden è pronto a imporre una tassa molto più alta, non solo su Bitcoin, ma sui guadagni derivati della plusvalenze degli investitori. Si tratta di un aliquota che potrebbe raggiungere il 43,4%, raddoppiando quella attuale, di circa il 20%. La tassa si applicherebbe a chi ha guadagni di almeno 1 milione di dollari.
La scelta di aumentare le tasse nasce per avere fondi da investire nel sociale. Dalla Casa Bianca non sono arrivati ancora commenti ufficiali, pertanto tutto rimane su livelli di indiscrezioni. Ma il Capital-Gains Plan dovrebbe essere ufficializzato nella prossima settimana direttamente dal presidente USA, ed è abbastanza probabile che servirà a finanziare l’American Families Plan. Questo quanto riporta Bloomberg.
La tassa di Biden si abbatte su Bitcoin
L’indiscrezione su questa sorta di “patrimoniale” ha colpito anche il settore delle criptovalute, Bitcoin in testa. Il rischio che fa paura agli investitori è che la tassa possa abbattersi in particolare su chi sceglie Bitcoin e le crypto, visti gli alti guadagni, in particolare in questa fase dell’anno.
Il 2021 infatti si sta rivelando un anno straordinario, con Bitcoin, Ethereum, Binance Coin, Cardano e Polkadot (solo per citare le più capitalizzate) che hanno vissuto dei veri e propri rally culminati con record di prezzo impensabili fino a pochi mesi prima.
Da ieri sera comunque, da quando si è diffusa questa notizia, Bitcoin ha perso il 10% scendendo sotto i 50.000 dollari. Questo porta Bitcoin a perdere circa il 20% su base settimanale, allontanandosi dal precedente picco dei 65.000 dollari. Anche Ethereum, che aveva toccato il record dei 2.600 dollari, sta ora tornando a lambire i 2.000 dollari.
Non resta che attendere la prossima settimana, quando i piani di Biden su tasse e welfare saranno definiti. Ad ogni modo la volatilità è una caratteristica che affligge il settore delle criptovalute, pertanto questi scossoni non preoccupano i più esperti. Tuttavia, quando le politiche del Presidente USA saranno definite, non sono da escludersi nuove turbolenze dei prezzi.