HomeBlockchainSicurezzaI wallet crypto saranno "hackerati" dall'IRS?

I wallet crypto saranno “hackerati” dall’IRS?

L‘IRS statunitense vorrebbe in qualche modo “hackerare” i wallet crypto hardware. 

In realtà sebbene il termine “hackerare” potrebbe sembrare eccessivo, dal punto di visto tecnico, il termine rende però bene l’idea del vero e proprio tentativo di intrusione che ha in mente l’agenzia delle entrate degli USA. 

Di recente infatti l’IRS ha redatto un documento intitolato esplicitamente “Development of Exploitation Techniques Against Cryptowallets” a favore del Criminal Investigation (CI), ovvero il braccio delle forze dell’ordine proprio dell’Internal Revenue Service (IRS). 

In questo documento si legge che la Digital Forensics Unit (DFU) dell’IRS-CI si imbatte con regolarità in criptovalute soggette a sequestro e confisca. Il punto è l’ottenimento dell’accesso agli hardware wallet crypto in cui queste vengono conservate. 

Infatti nel caso in cui il proprietario del wallet non fornisca spontaneamente le chiavi di accesso, o queste non vengano scovate dalle forze dell’ordine, alla DFU non rimane altro da fare che provare ad “hackerare” il wallet, ovvero violarne la sicurezza per entrare in possesso delle chiavi private in esso custodite. 

L’ISR sta cercando esplicitamente di “identificare nuovi metodi per ottenere l’accesso ai wallet crypto”, con l’obiettivo di “identificare tecniche di exploit coerenti e ripetibili per un dato device”.

Per ottenere ciò sta cercando degli appaltatori a cui affidare questo compito. 

Nel documento si legge anche: 

“Il decentramento e l’anonimato forniti dalle criptovalute hanno favorito un ambiente per la conservazione e lo scambio di qualcosa di valore al di fuori delle tradizionali competenze delle forze dell’ordine e delle organizzazioni di regolamentazione. C’è una parte di questo puzzle crittografico che continua a sfuggire alle organizzazioni: milioni, forse anche miliardi di dollari, esistono all’interno dei cryptowallet”.

Cosa accadrebbe se fossero hackerati i crypto hardware wallet

Ovviamente si tratta di iniziative legate alla violazione di singoli dispositivi già in mano alle forze dell’ordine perchè sequestrati dalla magistratura, ma una volta trovate queste tecniche potranno essere utilizzate su qualsiasi dispositivo su cui si riesca a mettere mano. 

Va detto che, qualora tecniche di questo tipo fossero effettivamente trovate, il livello di sicurezza degli hardware wallet di fatto si ridurrebbe drasticamente. Nello specifico, questi servono per custodire in sicurezza le chiavi private, che non vengono memorizzate in altro posto se non all’interno del dispositivo. Pertanto se esistesse un modo per accedere a quelle chiavi private, gli hardware wallet diverrebbero di fatto dispositivi insicuri, perché chiunque ne verrebbe in possesso potrebbe accedere a tutti i fondi conservati sugli indirizzi pubblici associati a quelle chiavi private. 

Tuttavia la stessa cosa vale anche per i wallet software, con l’unica differenza che non sono basati su hardware dedicato. 

Marco Cavicchioli
Marco Cavicchioli
"Classe 1975, Marco è stato il primo a fare divulgazione su YouTube in Italia riguardo Bitcoin. Ha fondato ilBitcoin.news ed il gruppo Facebook "Bitcoin Italia (aperto e senza scam)".
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