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HSBC: Bitcoin non ci interessa

Bitcoin è troppo volatile per questo HSBC non intende offrirlo ai suoi clienti. Lo ha detto a Reuters il CEO dell’istituto di credito, Noel Quinn.

Ha dichiarato infatti:

“Data la volatilità, non siamo interessati a Bitcoin come asset class, se i nostri clienti vorranno investire ovviamente potranno, ma non lo promuoveremo come un’asset class all’interno delle nostre attività di gestione patrimoniale”.

Sulla volatilità di Bitcoin c’è poco da argomentare. Del resto solo in questi giorni la regina delle criptovalute ha perso circa il 50% dai massimi storici di 65.000 dollari toccati ad aprile. Ma HSBC sembra non volerne sapere nulla neppure delle stablecoin, che al contrario non sono volatili.

Stando a quanto riportato da Reuters, per HSBC la Cina sarebbe un importante mercato per la sua espansione. Proprio la Cina però giovedì scorso ha emesso un nuovo divieto su bitcoin, impedendo di fatto alle istituzioni finanziarie di offrirlo come servizio o di essere accettato come mezzo di pagamento.

È stato questo divieto arrivato dal paese più popoloso al mondo ad aver portato nei giorni scorsi alla perdita di valore di bitcoin e delle altre criptovalute.

Certo, bitcoin è arrivato a toccare i 30.000 dollari in questi giorni ma ha saputo riprendersi tanto che ora è di nuovo a 37.000.

Insomma, le dichiarazioni del CEO di HSBC non hanno sconvolto BTC che dopo un weekend terribile, oggi guadagna il 4%.

Ma secondo Reuters HSBC sarebbe talmente ostile alle criptovalute da aver vietato ai suoi clienti di acquistare azioni di Microstrategy, che, come noto, ha fatto di Bitcoin la sua riserva primaria e ha nel CEO Michael Saylor uno dei più importanti “ambassador” di Bitcoin.

Bitcoin, HSBC si distingue dalle altre banche

Mente HSBC sembra dire “no” a bitcoin, altre banche lo stanno studiando con attenzione. È il caso di Goldman Sachs che invece considera Bitcoin un asset inevitabile.

Mathew McDermott, responsabile globale delle attività digitali di Goldman Sachs, in una nuova ricerca ha dichiarato:

“Bitcoin è ora considerato un asset investibile. Ha il suo rischio idiosincratico, in parte perché è ancora relativamente nuovo e sta attraversando una fase di adozione. E non si comporta come ci si aspetterebbe intuitivamente rispetto ad altri asset, data l’analogia con l’oro digitale; ad oggi, tende ad essere più allineato con gli asset risk-on. Ma i clienti e oltre lo stanno trattando in gran parte come una nuova classe di attività, il che è notevole – non capita spesso di assistere all’emergere di una nuova classe di attività”.

Non deve stupire l’atteggiamento di Goldman Sachs che recentemente ha lanciato nuovi derivati su Bitcoin.

Così come è diventata favorevole a Bitcoin JPMorgan che lancerà un fondo su BTC, nonostante il CEO Jamie Dimon resti un crypto-scettico.

Insomma, qualche banca può diventare crypto-friendly. Ma altre non ci pensano proprio.

 

Eleonora Spagnolo
Eleonora Spagnolo
Giornalista con la passione per il web e il mondo digitale. È laureata con lode in Editoria multimediale all’Università La Sapienza di Roma e ha frequentato un master in Web e Social Media Marketing.
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