HUDI sta costruendo un nuovo ecosistema basato su blockchain che vuole consentire di monetizzare i propri dati.
HUDI infatti sta per HUman Data Income, e si basa sul concetto che online i dati degli utenti vengono continuamente raccolti e scambiati dalle aziende, creando così un mercato da oltre mille miliardi di dollari all’anno.
I dati in realtà apparterrebbero agli utenti, ma gli utenti non riescono a monetizzarli, lasciando così che a monetizzarli siano le aziende che li raccolgono.
HUDI invece vuole permettere proprio ai semplici utenti di guadagnare con propri dati
In questo modo i legittimi proprietari dei dati saranno in grado di raccoglierli in modo sicuro e monetizzarli, in cambio di profitti pagati in criptovalute attraverso i token HUDI. Questi stessi token poi consentiranno di utilizzare ulteriori strumenti De-Fi come Staking, Liquidity Providing e Lending.
Infatti l’ecosistema ha un suo utility token, chiamato HUDI, in formato BEP-20 sulla blockchain di Binance Smart Chain, che servirà come mezzo per scambiare i dati e per alimentare l’ecosistema stesso.
I co-fondatori del progetto sono Francesco Maria Ballarani, Gianluigi Ballarani e Andrea Silvi, mentre tra gli advisor ci sono nomi illustri del panorama crypto e tecnologico italiano, come Stefano Capaccioli, Marco Tullio Giordano, Matteo Flora, Luca Cotta e Giuseppe Vaciago.
La IDO del token sarà effettuata a metà settembre 2021 su PancakeSwap, mentre qualche giorno prima avverrà una private sale.
Il progetto HUDI, che porta i dati su blockchain
HUDI consentirà agli utenti di generare e raccogliere dati, utilizzando un apposito browser, e di scambiarli in modo anonimo con le aziende, su un apposito marketplace, in cambio di pagamenti in criptovalute.
Sullo stesso marketplace anche le aziende potranno comprare e vendere dati l’una con l’altra.
Il progetto punta ad avere 50 milioni di utenti entro il 2026.
I dati sono vero e proprio oro su Internet, ma senza progetti come questo paradossalmente non possono essere gli utenti che li generano a guadagnarci, ma solamente poche aziende che li raccolgono, spesso ad insaputa degli utenti stessi. L’obiettivo invece è quello di ripagare gli utenti con criptovalute per i dati che loro stessi producono.