All’inizio il successo della vendita dell’opera di Beeple con la casa d’aste Christie’s per oltre 69 milioni di dollari ha lasciato attoniti i più navigati del mondo dell’arte.
Eppure, dopo qualche settimana di incertezza e incredulità, c’è chi tra i professionisti del settore più tradizionale dell’arte, ha cercato di comprendere gli utilizzi degli NFT.
Tra questi molti artisti, già acclamati da gallerie, curatori, musei e collezionisti, che si sono avvicinati senza troppe remore: gli internazionali Damien Hirst, Takashi Murakami, Urs Fischer o Jeremy Deller solo per citare i più importanti e venduti.
In Italia i nomi di chi sta realizzando NFT delle proprie opere stentano quasi ad essere comunicati, ma tra questi compaiono Alterazioni Video.
Collettivo nato nel 2004 a Milano e formato da Paololuca Barbieri Marchi, Alberto Caffarelli, Matteo Erenbourg, Andrea Masu e Giacomo Porfiri che vive tra Los Angeles, Milano, Berlino e New York.
La loro ricerca artistica si muove tra film, installazioni, performance e indaga la disinformazione del reale, il rapporto tra legalità e illegalità, tra verità e finzione: tra le ultime mostre realizzate “Incompiuto: la nascita di uno stile” presentata nel 2019 al Kunst Merano Arte dove i materiali raccolti e rielaborati in dieci anni hanno portato alla luce il fenomeno delle opere pubbliche incompiute in Italia.
Questa volta, il collettivo sempre attento ai cambiamenti, ha creato il primo NFT, come dichiarato in un recente articolo di Michela Moro per Il Giornale dell’Arte.
Si tratterebbe del ritratto dell’artista Takashi Murakami mentre firma a sua volta i poster del suo primo NFT affiancato però al meme del bambino scettico, simbolo dell’Africa, scatto virale che risale al 2012 realizzato in Uganda da un attivista.
Come dichiarato da Alterazioni Video, il bambino protagonista del meme è stato rintracciato, ora dodicenne, è il destinatario della somma che verrà raccolta dalla vendita dell’NFT il cui prezzo pare ammonti a 100 ETH.
Paololuca Barbieri Marchi, uno dei componenti del collettivo, dichiara sull’opera:
“L’immagine/operazione è un commento alla bolla speculativa che sta dietro agli NFT. La bolla scoppierà e gli NFT rimarranno a sostegno della visual culture, ma di sicuro sarà una traversata tempestosa”.