La Russia sta studiando delle modifiche alle proprie leggi per rendere più semplice la confisca delle criptovalute utilizzate dai criminali.
Lo riferisce la TASS, citando le parole del procuratore generale della Federazione Russa Igor Krasnov.
Krasnov ieri è intervenuto a San Pietroburgo alla conferenza dei capi dei pubblici ministeri degli stati europei, ed ha dichiarato che la Russia sta lavorando ad alcuni emendamenti alla legislazione sulla confisca dei beni digitali perchè questi sono diventati fonti di reddito per la criminalità.
Ha detto:
“L’uso criminale delle criptovalute è una sfida seria nel nostro paese”.
Krasnov ha aggiunto che la legge federale sui beni digitali introdotta nel luglio del 2020 è stata un passo significativo nel superare questo problema, ma sono in corso ulteriori lavori per modificare il diritto e le procedure penali per consentirà l’applicazione di misure restrittive come la confisca dei beni virtuali.
Inoltre ha evidenziato come le criptovalute sono state utilizzate nel paese anche per la corruzione e la concussione, come il pagamento di tangenti, o come mezzo per riciclare fondi rubati.
Le leggi sulle criptovalute in Russia
Di fatto in Russia la legge riconosce le criptovalute e ne consente l’utilizzo, ma senza considerarle mezzi di pagamento.
Già a luglio dello scorso anno si ipotizzava l’aggiunta di nuove norme a questa legge, pertanto è persino possibile che gli emendamenti a cui ha fatto riferimento Krasnov siano allo studio da tempo.
Il punto è che l’attuale legge si limita a definire le criptovalute come un insieme di dati elettronici che possono essere accettati come mezzo di pagamento, ma non ne specifica quali utilizzi sono consentiti o non consentiti. L’unico divieto di fatto sarebbe proprio quello di utilizzarle come mezzo di pagamento.
Già quando uscì questa legge venne interpretata come una sorta di compromesso incompleto, ovvero un mix tra un approccio avverso ed uno pragmatico non in grado di rispondere alle reali esigenze del mercato e dei cittadini. Il fatto che secondo il procuratore generale siano necessari emendamenti per rendere più semplice per le forze dell’ordine procedere ad eventuali sequestri di criptovalute in caso di collegamente con attività criminali fa immaginare che di fatto anche le autorità preferirebbero gestirle come se fossero a tutti gli effetti denaro.