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Musei d’arte e NFT: un incontro possibile?

In questi mesi artisti, collezionisti e professionisti del mondo dell’arte tradizionale si sono costantemente interrogati sul valore artistico della Crypto Art e degli NFT. In molti si chiedono come possono essere collezionati ed esposti.

Sul collezionare, beh, la risposta è semplice e immediata: basta avere un wallet e bel po’ di ETH. Ma se per il collezionista privato vale questa risposta, non lo è certo per i musei di stampo tradizionale.

Perché se sui metaverse – Decentraland, Somnium Space o Arium tra i più utilizzati – possono nascere interi musei per accogliere centinaia di migliaia di crypto art, non è detto che questa sia la via percorribile anche per i musei fisici, i quali non sempre hanno le risorse per implementare le proprie collezioni con nuovi pezzi.

L’incontro tra musei d’arte e NFT è possibile, ecco i casi che lo dimostrano.

Institute of Contemporary Art di Miami ha acquisito l’NFT del Cryptopunks 5293

Non si tratta di una vera e propria acquisizione tramite piattaforma NFT, ma di una donazione arrivata dal membro del Trustee del museo, Eduardo Burillo e grazie a lui il museo sarà in grado di esporre l’opera già tra qualche settimana, riflettendo l’impegno dell’istituzione nel promuovere una più ampia sperimentazione e comprensione dell’arte contemporanea.

CryptoPunk 5293 è una delle 10.000 icone uniche di 24 per 24 pixel, create nel 2017 dal collettivo Larva Labs, come una delle prime serie di NFT mai offerte per lo scambio sulla blockchain di Ethereum. Ispirati alla cultura punk rock britannica, i CryptoPunk sono progettati per apparire come “disadattati e anticonformisti”, secondo i loro creatori. Ognuno ha la sua combinazione unica di funzionalità generate casualmente da un algoritmo software. CryptoPunk 5293 è una delle 3.840 punk femmine.

Il direttore artistico dell’ICA Miami Alex Gartenfeld ha commentato così la donazione:

Larva Labs ha sfidato e rivoluzionato la nostra comprensione del significato degli oggetti d’arte e della proprietà quando hanno aperto la strada alla creazione di alcuni dei primi NFT in assoluto nel 2017. In tal modo, hanno contribuito a lanciare un movimento ‘cryptoart’ che è emblematico del modi in cui i nostri mondi digitale e fisico si stanno fondendo e diventando inestricabilmente intrecciati, influenzando l’arte e la cultura contemporanea in una miriade di modi. La collezione di ICA Miami rappresenta l’arte e le idee più urgenti e pionieristiche del momento presente, attraverso culture e mezzi, nonché opere storiche che influenzano la produzione artistica di oggi. CryptoPunk 5293 si unisce alla collezione ICA Miami come opera che è veramente rappresentativa dello spirito del tempo culturale e avrà un significato storico per le generazioni a venire, riflettendo l’impegno di ICA Miami nel promuovere una comprensione espansiva dell’arte contemporanea e della produzione culturale nel 21st secolo. Siamo enormemente grati per la straordinaria visione e generosità di Eduardo Burillo con questo dono storico al museo“.

Il Museo dell’Ermitage in Russia raccoglie fondi grazie agli NFT

Dall’altra parte del mondo rispetto a Miami invece, si è diffusa la notizia che il Museo Ermitage di San Pietroburgo sta valutando l’emissione di NFT per le opere d’arte della sua ricca collezione e sta discutendo con la piattaforma Binance sulle possibilità.

La direzione del museo si aspetta che i token portino ulteriori finanziamenti, a condizione che le autorità russe non tassino gli NFT secondo le attuali normative sulle risorse digitali.

Infatti perché l’Hermitage emetta i suoi token, la legislazione russa potrebbe richiedere alcuni chiarimenti. Marina Tsyguleva, capo del dipartimento legale del museo, ha affermato che questo tipo di token potrebbe essere escluso dall’ambito dei regolamenti sulle risorse digitali, come proposto dalla Banca centrale russa.

Non resta che attendere ulteriori sviluppi sulla vicenda, ma c’è fermento anche nel mondo dei musei.

 

Redazione Digital Art Rights
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