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Come Bitcoin sta aiutando gli afghani contro i talebani

Gli afghani sembra abbiano iniziato ad utilizzare Bitcoin per superare alcuni limiti imposti dal regime talebano. 

Liquidità a rischio in Afghanistan

Dopo la conquista del potere da parte dei talebani si sta diffondendo l’ipotesi che in Afghanistan si possa innescare una vera e propria crisi di liquidità. 

Il problema principale deriva dal fatto che circa 9 miliardi di dollari di riserve monetarie della banca centrale sono detenuti all’estero e sono già stati congelati, a causa del piano delle forze occidentali per bloccare risorse a cui i talebani potrebbero attingere per governare il Paese. Tanto per avere un metro di paragone, l’intero PIL dell’Afghanistan è di circa 20 miliardi di dollari. 

Sono stati bloccati anche gli aiuti finanziari internazionali, che rappresentano addirittura il 43% del PIL del Paese, acuendo il problema. 

Questo potrebbe causare una crisi di liquidità in primis allo stesso nuovo governo, che potrebbe decidere in qualche modo di sopperire al problema intaccando i risparmi dei cittadini. 

Gli afghani temono di perdere il loro denaro e infatti sono già scattate le corse agli sportelli bancari per prelevare quanto più denaro contante possibile. 

Il rischio concreto è che le banche non abbiano sufficiente contante per assecondare tutti i prelievi o che addirittura lo stesso nuovo regime imponga delle limitazioni ai prelievi o alla stessa circolazione dei capitali, in particolare verso l’estero. 

Gli afghani ricorrono a Bitcoin

In un tale scenario non stupisce affatto che il recente 2021 Global Crypto Adoption Index di Chainalysis abbia rilevato una vera e propria impennata degli scambi di Bitcoin nel paese

Basti pensare che l’Afghanistan è balzato improvvisamente al ventesimo posto, su 154 Paesi analizzati, per quanto riguarda l’indice di adozione delle criptovalute elaborato da Chainalysis. L’anno scorso non rientrava nemmeno in classifica. 

Bitcoin afghani

Le piattaforme usate in Afghanistan per scambiare Bitcoin

In particolare, è schizzato alle stelle il volume di scambio sulle piattaforme peer to peer, con un balzo addirittura al settimo posto, davanti a paesi come Nigeria e Colombia. 

Queste piattaforme consentono a singoli compratori o venditori di effettuare scambi diretti con altri singoli venditori o compratori. 

Si tratta di piattaforme che non fanno altro che mettere in contatto il venditore con il compratore, e viceversa, mentre lo scambio avviene poi in un secondo momento direttamente tra di loro. 

È per questo che si ipotizza che il balzo dell’utilizzo di Bitcoin e criptovalute in Afghanistan sia dovuto principalmente ai cittadini, e non ad esempio al regime talebano. 

Su queste piattaforme non solo si scambiano solitamente piccole somme, ma i venditori sono probabilmente altri afghani che possiedono Bitcoin ed accettano di venderli in cambio di valuta locale. 

Ad esempio, la scorsa settimana la CNBC ha raccontato la storia di un cittadino afghano che attualmente vive nei Paesi Bassi e che dall’anno scorso ha iniziato a scambiare criptovalute, oppure di un altro che vive in una zona remota del Paese, senza banche, e che crede che le criptovalute siano il futuro. 

Google Trends su Bitcoin

Anche Google Trends mostra un picco di ricerche di bitcoin in Afghanistan tra fine giugno ed inizio luglio, ovvero quando si iniziava a prospettare una riconquista del potere da parte dei talebani. 

Infine va detto che la valuta locale, l’afghani (AFN), si è improvvisamente svalutato del 6,7% in un solo giorno, a metà agosto, dopo un’ulteriore perdita di valore del 4,7% da inizio anno. 

Perché Bitcoin aiuta contro i talebani

In tutto ciò Bitcoin può aiutare per due motivi. 

Innanzitutto sul lungo periodo tende non solo a non perdere di valore, a differenza delle valute inflattive tipo l’afghani, ma generalmente ad acquisirlo. 

Si tratta comunque di un investimento ad alto rischio, ma fino ad oggi sul lungo periodo il suo valore in dollari ha performato decisamente molto meglio di qualsiasi altra valuta fiat al mondo. 

Ma probabilmente il motivo principale è un altro. Infatti è assolutamente impossibile per chiunque imporre qualsiasi tipo di limitazione alla transazioni in bitcoin, né temporale, né quantitativo, nè geografico. 

Pertanto gli afghani che vogliono sfuggire alle limitazioni che potrebbero essere verosimilmente imposte dal nuovo regime alla libera circolazione dei capitali, o che vogliono impedire ai talebani di impossessarsi dei loro risparmi, trovano in Bitcoin un eccellente alleato, che mette al riparo il loro denaro dalle imposizioni governative. Inoltre consente loro di inviare, e ricevere, facilmente denaro dall’estero. 

Visto che molti aghani stanno cercando di scappare dal Paese, bitcoin potrebbe aiutarli anche ad inviare rimesse ai parenti rimasti in patria. 

Va anche aggiunto che ormai le transazioni in BTC che utilizzano Lightning Network sono immediate ed hanno costi irrisori, quindi sono perfette anche per chi deve inviare cifre contenute. 

Al giorno d’oggi sono disponibili diverse app che fungono da wallet LN di bitcoin, quindi è sufficiente avere uno smartphone per poterle usare.

Marco Cavicchioli
Marco Cavicchioli
"Classe 1975, Marco è stato il primo a fare divulgazione su YouTube in Italia riguardo Bitcoin. Ha fondato ilBitcoin.news ed il gruppo Facebook "Bitcoin Italia (aperto e senza scam)".
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