Tempo fa Google aveva annunciato un servizio, chiamato “Plex”, per consentire agli utenti di aprire conti correnti bancari direttamente su Google Pay.
Summary
Il progetto Plex di Google Pay condizionato dal sistema bancario
Oggi è possibile collegare un conto bancario a Google Pay, ma bisogna già averne uno. Il progetto Plex mirava a consentire agli utenti di Google Pay di aprirne uno direttamente sull’app. Questo grazie ad una collaborazione con alcune banche (Citigroup e Stanford Federal Credit Union).
Google ha abbandonato il progetto Plex. Questo perchè pare che il sistema bancario sia sempre più diffidente nei confronti dei giganti tecnologici come Alphabet, Amazon o Facebook. Solo Apple è riuscita a lanciare con successo una carta di credito nel 2019, grazie a Goldman Sachs, e starebbe esplorando un prodotto “buy now, pay later” con la stessa banca.
Il conto Plex non avrebbe avuto commissioni mensili, spese di scoperto o requisiti di saldo minimo, e gli utenti avrebbero potuto richiedere una carta di debito fisica attiva sulla rete Mastercard.
Il sistema bancario tradizionale teme che questi giganti possano finire per fare troppa concorrenza agli operatori attuali. Il rischio è che fagocitino alcuni servizi, come quelli legati ai pagamenti e al credito al consumo.
E’ difficile immaginare che Google, e le altre big tech, finiscano semplicemente per mollare la presa ed accettare di non collaborare con il sistema finanziario attuale per offrire servizi ai propri utenti.
Google, Amazon e Facebook aprono ai nuovi servizi finanziari
Probabilmente è più facile che si buttino su progetti alternativi, come Diem di Facebook, un sistema di pagamento tutto nuovo, sviluppato internamente, e basato sulle nuove tecnologie legate alla blockchain.
La stessa Google già da qualche tempo è attiva nello spazio crypto grazie ad alcune collaborazioni, per non parlare di Amazon che lo è già da anni grazie alle soluzioni blockchain su AWS.
Twitter intanto ha deciso di integrare i pagamenti in bitcoin su Lightning Network, quindi la strada sembra segnata.
Se non saranno le banche a collaborare con le big tech per poter offrire servizi finanziari ai loro utenti, allora saranno le tecnologie blockchain a consentire a questi giganti di creare servizi finanziari nuovi e più competitivi.
Nel momento in cui il sistema bancario, si tirerà fuori dal mondo delle big tech, lascerà un enorme vuoto. E questo vuoto è possibile che venga colmato dalle criptovalute.
Le criptovalute come valida alternativa al sistema bancario tradizionale, all’interno delle grandi piattaforme informatiche usate da miliardi di persone.
Questo processo è già iniziato, quest’anno, grazie a Twitter, ed è difficile immaginare che possa arrestarsi.