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Coinbase presenta la sua bozza di regolamentazione crypto

Coinbase ha lanciato ufficialmente la sua bozza di regolamentazione per le crypto. 

Si chiama dApp, acronimo che sta per Digital Asset Policy Proposal. 

Regolamentazione crypto: “Non si tratta solo di Coinbase”

L’exchange guidato da Brian Armstrong si sta da tempo impegnando affinché gli Stati Uniti adottino una regolamentazione per le criptovalute che contribuisca all’innovazione e non sia al contrario un freno per il settore. A questo servirà la dApp. 

Ha spiegato Brian Armstrong via Twitter

“Oggi stiamo lanciando la nostra Digital Asset Policy Proposal (dApp) che speriamo aiuti a tracciare un percorso per una chiara regolamentazione delle criptovalute e del web 3.0 negli Stati Uniti. È fondamentale portare chiarezza in questo spazio e assicurare che l’America rimanga un leader finanziario”.

Non è un proteggo che va a vantaggio della sola Coinbase, ma ne beneficerà tutto il settore. Aggiunge a tal proposito il CEO: 

“Questo non riguarda Coinbase – abbiamo completato più di 75 incontri con le parti interessate nel governo, nell’industria e nel mondo accademico per aiutare a modellare questa proposta, e sentiamo che rappresenta un punto di vista consensuale. È inclusivo e democratico per progettazione”.

Il punto è che il mondo sta cambiando e le innovazioni devono essere viste come opportunità. Per Brian Armstrong:

“Il Web3 è alle porte e rappresenta un’enorme opportunità per l’America non solo di mantenere il suo status di centro finanziario, ma anche di incoraggiare l’innovazione, creare posti di lavoro e far crescere l’economia. Possiamo fare tutto questo con una regolamentazione ragionevole che protegga i consumatori e crei un campo di gioco equo se lavoriamo insieme”. 

Coinbase
Per Coinbase nuova bozza di regolamentazione

I contenuti della proposta

A spiegare i contenuti della bozza è il Chief Policy Officer di Coinbase, Faryar Shirzard. 

Il testo si basa su due principi: 

  • L’evoluzione e la decentralizzazione di internet guidata dalla blockchain;
  • L’emergere di asset class distintivi, nativi digitali, con casi d’uso economici unici.

Vengono poi elencati 4 pilastri:

  1. Un quadro regolamentare che inquadri gli asset digitali che non ostacoli l’innovazione, l’inclusione e l’empowerment finanziario per tutti i settori della società;
  2. Un unico regolatore, con autorità che possa registrare i mercati dei beni digitali (marketplace for digital assets, MDAs);
  3. La protezione dei clienti, che può essere raggiunta puntando sulla trasparenza e sulle informazioni necessarie prima di acquistare beni digitali;
  4. La promozione dell’interoperabilità e della concorrenza leale. Questo, secondo Coinbase, proteggerebbe consumatori e sviluppatori. 

Contenuti in trasformazione

Si tratta ovviamente di una bozza, tanto che anche il CPO di Coinbase invita chi volesse a replicare e dare la propria visione. La bozza infatti è stata pubblicata anche su Github dove gli utenti possono interagire a modo loro.

Per Coinbase questa mossa è apparsa necessaria. Il più grande exchange degli Stati Uniti è alle prese con diversi problemi legati proprio ai rapporti con la SEC. La Securities and Exchange Commission nelle scorse settimane ha bloccato il lancio di Lend, un prodotto di Coinbase che avrebbe permesso agli utenti di prestare e avere prestiti. Ciò che più ha sconvolto l’exchange, è che dalla SEC non sono mai arrivate argomentazioni chiare per giustificare il diniego. È arrivata solo una minaccia di causa legale. 

Con un quadro di norme chiaro, nel settore delle criptovalute questi episodi non potranno più succedere, o comunque saranno residuali. 

Eleonora Spagnolo
Eleonora Spagnolo
Giornalista con la passione per il web e il mondo digitale. È laureata con lode in Editoria multimediale all’Università La Sapienza di Roma e ha frequentato un master in Web e Social Media Marketing.
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