HomeCriptovaluteIl Portogallo tra le mete più ambite per il mondo crypto

Il Portogallo tra le mete più ambite per il mondo crypto

Il Portogallo sembra essere una delle destinazioni più in voga per gli amanti delle crypto. Ma prima di una dettagliata analisi, è doveroso dire che si tratta di uno dei pochi paesi che guarda al futuro e che cerca di incoraggiare prepotentemente l’immigrazione di individui ultra e high net worth.

Introduzione

Le statistiche ufficiali mostrano infatti un aumento sempre maggiore dell’immigrazione e  gran parte di questi hanno un’età inferiore ai 40 anni.  Questo potrebbe riverberarsi positivamente sull’economia locale e aumentare la  competitività internazionale del paese. 

Le due colonne portanti di questo quadro legislativo e fiscale così favorevole sono le seguenti: 

  • L’introduzione del programma per non habitual resident;
  • Le norme favorevoli nei confronti dei crypto investitori

NHR 

Il regime fiscale per i residenti non abituali è stato implementato per la prima volta nel 2009 e il suo successo cresce di anno in anno.  

È un regime che offre vantaggiose agevolazioni fiscali per i residenti stranieri, più precisamente permette: 

  • Un trattamento fiscale speciale per 10 anni. 
  • Possibilità di percepire passive income di fonte estera senza subire alcuna tassazione. 
  • Possibilità di ottenere l’esenzione anche sui redditi esteri generati da lavoro dipendente o autonomo. 
  • Possibilità per i lavoratori dipendenti e autonomi di percepire redditi provenienti da lavoro in Portogallo con una tassazione fissa al 20%, a differenza delle normali aliquote d’imposta sul reddito portoghese che arrivano a toccare il 48%. 
  • Nessun obbligo minimo di soggiorno. 

L’NHR permette quindi all’avente diritto di ottenere un trattamento fiscale agevolato per dieci anni e uno dei vantaggi più importanti è sicuramente quello riguardante l’assenza di tassazione sulle entrate passive di fonte estera. 

Un’altra interessante caratteristica dello status di residente non abituale è la flat tax fissata al 20% per i redditi nazionali derivanti da lavoro autonomo o dipendente. Il residente non abituale ha diritto a questa tassazione purché il reddito provenga da un lavoro ad “elevato valore aggiunto”. 

In alcuni casi, grazie ai trattati sulla doppia tassazione e il principio di tassazione su base territoriale, i redditi esteri generati da lavoro dipendente o autonomo non sono tassati dal Portogallo ma dalla giurisdizione in cui sono stati prodotti; sempre che il reddito non possa essere considerato prodotto in territorio portoghese. 

Portogallo crypto
Il Portogallo prevede regimi fiscali agevolati per le criptovalute

Doppia non tassazione 

Analizzando i vantaggi che porta con sé il regime di non habitual resident, ci si è in primo  luogo soffermati sulla possibilità di ricevere passive income di fonte estera senza subire alcuna tassazione da parte dello stato portoghese. 

Una struttura societaria che potrebbe rendere questa situazione ancor più vantaggiosa potrebbe essere quella della LLP (Limited Liability Partnership) in British Columbia.  È bene però fare un piccolo excursus. 

In alcuni casi, pur rispettando i trattati sulla doppia imposizione, delle aziende che hanno  coinvolgimento in due paesi diversi riescono a non pagare le tasse su alcuni elementi del reddito in nessuno dei due paesi. Questo parrebbe un difetto, un problema, ma in realtà gli accordi sulla doppia imposizione disciplinano il diritto di tassare.

Questo significa che se il paese che dispone del diritto stesso decidendo di non rivendicarlo, è libero di farlo, restando completamente nei confini della legalità. 

La LLP British Columbia è un’entità che offre diversi vantaggi

  • Può essere anche costituita da due soli soci e uno di questi può anche avere quote nella misura dell’1%. 
  • Non ci sono limitazioni riguardo al paese di residenza dei soci. 
  • Durante la costituzione della stessa si scrive e si firma un accordo di partnership che non è necessario registrare o depositare e che non è necessario rendere pubblico. 
  • La LLP è un’entità con personalità giuridica separata da quella dei soci. 
  • Tutti i soci hanno responsabilità limitata. 
  • La LLP è un’entità fiscalmente trasparente. Significa che gli adempimenti fiscali relativi al pagamento delle imposte vengono trasferiti direttamente in capo ai soci. Questi ultimi avranno adempimenti fiscali nei confronti del paese in cui hanno la propria residenza fiscale, che non è il Canada. Quindi il socio che non deve pagare imposte su redditi esteri, perché è  fiscalmente residente in un Paese a tassazione territoriale – come il Portogallo – non dovrà pagare imposte in nessuno stato. 
  • La LLP in British Columbia non ha imposte da pagare e non ha adempimenti particolari in termini di dichiarazione o tenuta della contabilità se non ci sono clienti e redditi generati in Canada e se nessuno dei soci è canadese o i soci sono comunque in un numero pari o inferiore a cinque. 
  • Nel caso della LLP British Columbia non ci sono nemmeno limitazioni di alcun tipo rispetto alla natura degli affari e delle attività svolte. 

Riassumendo, con tale struttura societaria gli adempimenti fiscali vengono trasferiti in capo ai soci, ciò significa che tali adempimenti risultano essere nei confronti del paese in cui gli stessi hanno la propria residenza fiscale. Questo vuol dire che se si prende in considerazione uno stato come il Portogallo, in cui il contribuente non è tenuto a pagare imposte sui redditi esteri poiché vige il principio di tassazione territoriale, allora ci si trova davanti ad una doppia non tassazione. 

Rientrando assolutamente nei confini della legalità. 

I benefici fiscali sulle crypto in Portogallo

Il motivo principale dell’entusiasmo per il Portogallo da parte delle persone coinvolte nel mondo delle valute digitali, sta nel fatto che i guadagni ottenuti dall’acquisto e dalla vendita delle crypto sono esentasse. 

È bene però fare un po’ di chiarezza ed entrare nel dettaglio della questione.

Tutte le informazioni più importanti, che permettono di avere una buona visione d’insieme, sono contenute in una sentenza vincolante del 2016, emessa dall’Autorità Fiscale portoghese. 

In tale sede, l’Autorità Tributaria ha cercato di definire un quadro fiscale per il reddito che il richiedente otteneva dell’acquisto e dalla vendita di criptovalute. 

L’ordinanza si apre con un’affermazione molto chiara: 

“Le criptovalute o “valute virtuali” non sono tecnicamente considerate “valuta” perché non hanno corso legale in Portogallo, pur potendo essere scambiate con valuta reale (euro, dollari o altro) presso società specializzate”. 

Continua poi esponendo il fatto che le criptovalute possono generare diversi tipi di reddito imponibile.  

Questi ultimi sono stati così classificati: 

  • Guadagni derivanti dall’acquisto e dalla vendita di unità di valuta virtuale. 
  • Commissioni sulla prestazione di servizi legati all’ottenimento di criptovaluta. 
  • Guadagni derivanti dalla vendita di prodotti o servizi in criptovaluta. 

Dall’Autorità Tributaria viene però considerata solo la prima delle attività generatrici di reddito. La stessa ha analizzato la possibilità di poter far rientrare la fattispecie in esame all’interno della disciplina già vigente riguardante le plusvalenze, i redditi derivanti da capitale o da attività commerciale, senza creare una disciplina ad hoc. Le categorie di reddito che sono state analizzate sono le seguenti: 

  1. Guadagni in conto capitale – categoria G – Es. vendita di un appartamento o di azioni;
  2. Redditi da capitale – categoria E – Es. affitto di un appartamento, dividendi;
  3. Reddito professionale – categoria B – Es. consulenza, lavoro autonomo. 

L’Autorità Tributaria ha poi continuato la sua analisi sostenendo che i guadagni derivanti dall’acquisto e dalla vendita di criptovaluta non possono rientrare nella categoria G  poiché il legislatore nel redigere la norma di riferimento – art. 10 del Codice Fiscale – ha utilizzato una tipizzazione chiusa. Ne comporta che la tassazione descritta viene applicata solo ai guadagni derivanti dai fatti descritti. 

Nel caso delle criptovalute non si tratta di azioni e non costituiscono nemmeno un diritto a ricevere una qualsiasi somma.                                                        

D’altra parte, la valutazione delle criptovalute non si basa su alcuna attività sottostante poiché il loro valore è semplicemente determinato dall’offerta e dalla domanda delle stesse, quindi non possono essere considerate nemmeno un prodotto finanziario  derivato. 

Le stesse non rientrano nemmeno nella categoria E. 

In questo caso la norma di riferimento è costruita in modo aperto, indicando una regola generale e fornendo degli esempi.  

In questa categoria vengono tassati i redditi generati dalla mera applicazione del capitale, ossia sono tributati i frutti giuridici. Nel caso in questione, il reddito prodotto è ottenuto dalla vendita del diritto. 

La categoria più rilevante risulta essere la B. In primo luogo va precisato che la categoria B, se applicabile in concorrenza con una qualsiasi delle categorie precedenti, prevale su di esse. 

In tale categoria, il reddito guadagnato è tassato secondo l’esercizio di un’attività e non secondo l’origine del reddito. 

L’esercizio dell’attività è determinato dalla sua abitualità e dall’orientamento dell’attività al fine di ottenere profitti. 

Se viene verificata l’esistenza di un’attività imprenditoriale o professionale, allora il contribuente è obbligato a rispettare gli obblighi di dichiarazione di cui al comma 6  dell’art.3 del Codice del Fisco, cioè ad emettere una fattura o un documento equivalente  ogni volta che vende o fornisce un servizio. 

Riassumendo, le criptovalute non sono considerate “valute” poiché non hanno corso legale in Portogallo e non sono tassabili dal sistema fiscale portoghese. A meno che i redditi derivanti dall’acquisto e dalla vendita delle stesse, per loro frequenza, non costituiscano un’attività professionale commerciale del contribuente. In quel caso rientrano nella categoria B, risultando soggette a tassazione. 

Chi opera nel mondo della finanza decentralizzata deve considerare attentamente se le sue attività potrebbero essere considerate come reddito professionale. Non è totalmente chiaro il sottile confine che distingue un trader professionista da un soggetto che semplicemente cerca di ottimizzare la gestione delle proprie finanze. Non vi è nessuna giurisprudenza in materia in relazione alle criptovalute. I fattori che possono aiutare a determinare se l’attività di trading può essere o meno  considerata professionale sono diversi: 

  • Il numero di operazioni che vengono fatte giornalmente, settimanalmente, mensilmente, annualmente. 
  • Il periodo di detenzione dei prodotti finanziari. 
  • La complessità dei prodotti finanziari usati. 
  • Il numero di piattaforme di trading utilizzate. 
  • Il livello di profitto e la relazione con gli altri redditi.

Gli spazi grigi all’interno di questo quadro normativo sono ancora tanti. Ci si chiede per esempio come possono essere considerati i redditi derivanti da servizi come BlockFi o dallo staking di criptovaluta. 

Alcuni consulenti legali hanno avanzato l’ipotesi che questo tipo di attività possano potenzialmente rientrare nella categoria E, ma non vi sono ancora conferme a riguardo. 

È bene chiarire che quanto detto finora è vero per le persone fisiche ma non applicabile alle entità aziendali. 

Questo significa che se si detengono le proprie criptovalute in una società portoghese, tutti i guadagni derivanti dal trading di criptovaluta vengono tassati insieme a qualsiasi altro profitto della società, indipendentemente dal fatto che la società sia impegnata nel trading o se ha tenuto le criptovalute come investimento a lungo termine. 

Portogallo crypto
Santander è considerata una banca crypto-friendly

Banche Crypto-Friendly  

Altra spinosa questione, quando si parla del mondo delle criptovalute, è quella riguardante il processo di cashout, vale a dire la conversione della valuta virtuale in fiat. Considerato il panorama normativo attuale, tale passaggio non è così semplice e privo di  insidie, soprattutto se si tratta di convertire grandi cifre.  

Finora le banche portoghesi che sembrano essere più Crypto-friendly sono: 

Viene però consigliato, se si parla di grandi transazioni, di considerare l’ipotesi di un incontro preliminare con la banca, per essere certi che la stessa si senta a proprio agio con gli importi che verranno depositati e l’origine dei fondi. 

Altrimenti potrebbe succedere che il conto bancario venga congelato per svolgere indagini interne e i controlli di conformità spesso tendono ad essere processi molto lunghi. Lavori preparatori permettono di evitare questo problema. 

Conclusioni 

Il Portogallo oggi sembra rappresentare un grandissimo punto di partenza per chi lavora  nell’ambiente fintech e crypto. 

 

Famoso da sempre per essere un paese soleggiato e sicuro, nel 2021 sta assumendo ancora più rilevanza poiché sempre più persone interessanti e decise a realizzare grandi progetti lavorativi, hanno deciso di chiamarlo casa.

Martina Canzani
Martina Canzani
Laureata in Legge all'Università degli Studi di Milano. Concluso il percorso accademico ha iniziato ad interessarsi al mondo della blockchain, trovando in quest'ultimo un potente strumento di riscatto. La passione si è poi trasformata in lavoro, ora infatti investe in progetti early-stage di finanza decentralizzata e DAO e scrive articoli raccontando tutte le news riguardanti il mondo crypto.
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