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L’Europa guarda ad un Euro digitale

La BCE e le banche centrali dei Paesi facenti parte dell’area Euro stanno valutando l’ipotesi di dare il via all’utilizzo di un Euro digitale.

Dubbi e opportunità dell’Euro digitale

Sono molti gli interrogativi che in questo momento stanno analizzando i responsabili appartenenti agli organi decisionali.

Di sicuro l’introduzione di una valuta europea digitale favorirebbe i cittadini in molti campi. Pagare in questo modo innovativo taglierebbe di molto tutti quei processi burocratici che tendono a rallentare anche l’economia.

Sappiamo tutti che la digitalizzazione è ormai parte integrante della vita di tutti e che anche la modalità di acquisto di un prodotto è molto cambiata.

La possibilità di poter pagare con un Euro digitale (emesso dall’Eurosistema) diventerebbe una prassi normale e comune a tutti i contesti.

La BCE sostiene comunque che una valuta digitale europea non andrebbe a sostituire le banconote attualmente in circolazione ma diventerebbe in poco tempo uno strumento alternativo, sicuro e rapido. Il ritorno analitico economico sarebbe poi soprattutto valutabile nei pagamenti al dettaglio.

Attualmente si stanno cercando di enumerare tutti quei punti che potrebbero solo portare innovativi risultati e quindi benefici all’economia europea.

Fabio Panetta, Membro del Comitato esecutivo della BCE, ammette che un euro digitale andrebbe a favorire tutte quelle situazioni in cui il denaro attualmente in corso non è la soluzione migliore.

Inoltre, in ambito di sicurezza e privacy si darebbe la possibilità ai cittadini di poter utilizzare il pagamento digitale senza alcun problema.

euro digitale
L’Europa sta studiando l’Euro digitale

Euro digitale, l’Europa prende due anni di tempo

Il progetto, già avviato nel mese di luglio secondo la stima analitica degli organi competenti, vede adesso la seconda parte di indagine.

Nell’arco di poco meno di due anni verranno esaminate tutte le situazioni in cui sarà possibile utilizzarlo.

Questo porterà ad una chiara constatazione di quelle che sono le dinamiche del mercato europeo in relazione alle norme che regolamentano i piani dell’Unione.

Dopo questa fase che si prospetta comunque abbastanza lunga, verranno messi a confronto diversi campi.

Tutto questo sempre in collaborazione con le banche nazionali e le società addette allo sviluppo della tecnologia necessaria.

Ed è proprio sulla sua configurazione digitale che l’euro tanto agognato sembra far attendere nella risposta. La soluzione potrebbe essere quella di inquadrare una strada principale attraverso cui svilupparlo.

Gli esperti della BCE che si occupano del progetto hanno definito una serie di punti ai quali la valuta europea digitale dovrebbe rispondere senza problemi:

  • Facilità di accesso
  • Sicurezza
  • Solidità
  • Efficienza
  • Rispetto della privacy
  • Aderenza a tutte le normative

A tutti gli effetti la Banca Centrale Europea sarebbe il gestore ufficiale della valuta digitale in rappresentanza di tutti i Paesi che aderiscono e fanno parte dell’Unione.

Non sarà una criptovaluta

Quello che colpisce è che la BCE sottolinea la non appartenenza del futuro euro digitale alla dimensione delle criptovalute. Per la volatilità e per il non essere garantite dall’Istituzione pubblica, queste non risultano essere un modello di comparazione.

Il mondo dei pagamenti sta però mutando e se da un lato la sperimentazione europea porterà per tempo alla nascita di una valuta digitale, non potrà non confrontarsi con tutta un’altra dimensione crypto che va solo crescendo.

 

 

 

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