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Un NFT su Ethereum consuma energia quanto una Tesla

Un NFT su Ethereum consuma quanto una Tesla che viaggia per 450 chilometri. La rete Ethereum è arrivata ad avere un consumo energetico annuale pari al Pakistan.

NFT su Ethereum: il consumo d’energia quanto la Tesla

Il dibattito sul consumo di energia da parte delle Blockchain, sembra essere risorto con l’esplosione del mercato dei Non-Fungible Token o NFT.

Infatti, pare che il consumo energetico di un NFT su Ethereum, la Blockchain per eccellenza utilizzata per tale scopo, sia equivalente al consumo di una Tesla Model S 75 per fare circa 450 km, ovvero meno della distanza tra Roma-Milano.

Secondo delle stime ragionevoli aggiornate, una transazione di Ethereum, processo che serve proprio per la creazione o vendita di un NFT consuma oggi 214 kWh e questo perché basato ancora su Proof-of-Work (PoW) – come Bitcoin – che prevede l’attività di mining per confermare le transazioni.

Questo vuol dire che, in un anno, il consumo annuale di energia di Ethereum lo collocano a circa 97TWh, quasi 10 gigawatt, paragonabile al consumo del Pakistan, un Paese da 220 milioni di abitanti.

Al contrario, l’energia utilizzata annualmente dai validatori della rete Tezos, Blockchain basata su Proof-of-Stake (PoS), è probabilmente nell’ordine di 60 MWh, un consumo continuo di forse 7 kilowatt.

NFT su Ethereum
Un NFT su Ethereum consuma quanto una Tesla Model S 75

I consumi di energia di Ethereum: “PoW vs PoS”

Il PoS di Tezos risulta essere più efficiente in termini di risparmio di energia in modo sbalorditivo rispetto il PoW di Ethereum. 

D’altronde è ormai noto come il PoW di Bitcoin e, ancora anche di Ethereum, sia più dispendioso per l’ambiente rispetto il PoS di Tezos e altre Blockchain.

Lo stesso Elon Musk, CEO di Tesla, lo aveva fatto notare con i suoi tweet quando aveva affermato che sarebbe tornato ad accettare Bitcoin come metodo di pagamento per Tesla, solo quando almeno il 50% dell’energia utilizzata per il mining di BTC è energia rinnovabile o green. 

Ovviamente il PoW è di gran lunga più democratico e decentralizzato rispetto il PoS in quanto prevede l’attività di mining rispetto lo staking per procedere con le conferme delle transazioni.

Per questo, al contrario di Ethereum che sta provvedendo a fare il passaggio da PoW a PoS, la Blockchain di Bitcoin e delle altre PoW diventerà più efficiente a livello energetico, solo in base al cambio di energia che viene utilizzata nel mining. 

Gli sviluppi per Ethereum 2.0

A inizio di questo mese, sul social dei crypto-lovers Twitter, circolano richieste di supporto alla community per eseguire i test del merge (o fusione) a PoS di Ethereum 2.0.

Lo sviluppatore Marius Van Der Widjen ne è un chiaro esempio, avendo creato un nuovo programma attraverso cui, in modo auto-guidato e gratuito, le persone possono decidere quanto tempo e sforzo vogliono dedicare ai testing della fusione a PoS. 

Al momento, i test del merge riguardano la fusione tra la Blockchain tradizionale di Ethereum, quella nata nel 2015, e la Beacon Chain, la Blockchain PoS ancora sperimentale lanciata a dicembre 2020.

 

Stefania Stimolo
Stefania Stimolo
Laureata in Marketing e Comunicazione, Stefania è un’esploratrice di opportunità innovative. Partendo come Sales Assistant per e-commerce, nel 2016 inizia ad appassionarsi al mondo digitale autonomamente, inizialmente in ambito Network Marketing dove conosce e si appassiona dell’ideale di Bitcoin e tecnologia Blockchain diventandone una divulgatrice come copywriter e traduttrice per progetti ICO e blog, ed organizzando corsi conoscitivi.
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