Con una mossa forse un po’ a sorpresa, l’India ha annunciato di voler sottoporre alla aliquota di tassazione del 30%, la più alta del regime fiscale indiano, tutti i redditi derivanti dai trasferimenti di criptovalute.
Summary
La tassazione delle criptovalute in India
Questo almeno è quanto ha dichiarato nei giorni scorsi il ministro delle finanze del paese Nirmala Sitharaman, durante una conferenza stampa tenuta su approvazione bilancio indiano. Nello stesso frangente con un tempismo apparso un po’ sospetto, ha anche affermato che sicuramente entro il 2023 sarà pronto il progetto per una rupia digitale.
“C’è stato un aumento fenomenale delle transazioni in risorse digitali virtuali. L’entità e la frequenza di queste transazioni hanno reso indispensabile prevedere un regime fiscale specifico”,
ha affermato Sitharaman.
In effetti queste parole del ministro sono confermate da una recente indagine della società di ricerca ed analisi Chainalysis che parla di un vero e proprio boom delle criptovalute nel paese nel 2021. Circa 15 milioni di indiani avrebbero investito in criptovalute. Il valore degli asset digitali sarebbero passati dai circa 900 milioni di dollari del 2020 ad oltre 6 miliardi nel 2021, con un aumento del 623%
Ecco allora che la mossa del governo potrebbe quindi essere un sistema semplice per avere entrate aggiuntive consistenti, ma nello stesso tempo potrebbe anche essere disincentivante verso gli investimenti in valute digitali, come ha sostenuto al giornale Business Insider Ritesh Kumar, partner di IndusLaw, una delle principali società legali del paese:
“L’aliquota fiscale del 30% e la restrizione alla compensazione delle perdite è una mossa molto audace per scoraggiare le transazioni in criptovalute”.
La regolamentazione crypto in India
Ma secondo altri osservatori invece questa sarebbe un’ottima notizia per il mercato delle criptovalute, che vede ogni tentativo di regolamentazione come una sorta di imprimatur alla loro accettazione da parte delle autorità. Sumit Gupta, co-fondatore e CEO di uno dei più grandi scambi di criptovalute dell’India, CoinDCX, ha twittato, subito dopo le parole del ministro, che :
“La tassazione delle risorse digitali virtuali o #crypto è un passo nella giusta direzione. Dà molta chiarezza. L’attenzione dell’India sull’innovazione digitale e sulla promozione della blockchain è benvenuta. I dettagli devono essere studiati per commentare ulteriormente. Ma è un’ottima notizia per gli investitori in criptovalute in India”
Il provvedimento dovrebbe riguardare non solo il trading ma anche il mercato degli NFT, che sta crescendo moltissimo nel paese, e tutte le attività strettamente legate alle criptovalute, come il mining. Il nuovo regime fiscale dovrebbe essere operativo da Aprile di quest’anno,secondo quanto trapelato dal ministero delle finanze.
Nuova CBDC Indiana
Il ministro delle finanze indiano ha anche parlato durante la conferenza stampa del nuovo progetto di una valuta digitale di Stato, che sarà gestita dalla Reserve Bank of India (RBI). Nella conferenza stampa post-budget il ministro ha spiegato come questa nuova CBDC sarà trattata come una valuta vera e propria, e quindi chiaramente non verrà sottoposta al regime fiscale previsto per le criptovalute.
D’altra parte da tempo la stessa Reserve Bank of India, sarebbe tra coloro che nel paese spingerebbero per un bando a tutte le criptovalute. Nel 2018 la stessa banca aveva deciso per il divieto alle valute digitali, ma nel 2020 la Corte Suprema aveva annullato il provvedimento, per incostituzionalità dello stesso.
Ora ecco arrivare la notizia da parte del ministero che entro marzo del 2023 la Reserve Bank of India dovrebbe dare avvio alla nuova rupia digitale.