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La polizia sudcoreana indaga su Terra

La polizia sudcoreana ha avviato un’indagine su vasta scala sul crollo di Terra, alla ricerca di colpevoli per quanto accaduto.  

Il crash di Terra finisce sotto la lente di ingrandimento della polizia sudcoreana

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Un potenziale esito negativo dell’indagine in corso potrebbe trasformarsi nella fine di Terra 2.0

Lo riferisce la rete televisiva locale Jtbc secondo cui le indagini coinvolgono anche l’intero staff ed i dipendenti di Terraform Labs, l’azienda fondata da Do Kwon che ha progettato e realizzato il protocollo Terra. 

Stando a quanto svelato da Jtbc, uno dei dipendenti interrogati avrebbe dichiarato che all’interno del team circolava già l’ipotesi che ci potesse essere un crollo in qualsiasi momento, ma Do Kwon avrebbe preferito continuare ad andare avanti, rischiando piuttosto che fermare tutto. 

L’ipotesi allo studio degli inquirenti è che il rischio fosse insito all’interno dello stesso protocollo, e che quindi il crollo si debba ad una sorta di errore di progettazione. Questo implicherebbe delle responsabilità personali per chi lo ha progettato, realizzato e gestito. 

Il punto chiave, già noto in realtà da molto tempo, è che pagare interessi annuali di diverse decine di punti percentuali senza una garanzia stabile, o un modello di business che generi profitti, poteva causare un crollo in qualsiasi momento, a causa dell’impossibilità di gestire in modo sostenibile le fluttuazioni di valore. 

Gli inquirenti stanno indagando anche in merito ad una possibile manipolazione intenzionale dei prezzi e sull’ipotesi che il processo di revisione della criptovaluta sia stato adeguato. 

In Corea del Sud risulta che 76 persone abbiano denunciato Do Kwon ed il co-fondatore Shin Hyun-Seong, per un ammontare totale di 6,7 ​​miliardi di won persi nel crollo. 

Alla luce di ciò è difficile immaginare che i vertici della società non fossero consapevoli dei rischi, ed è anche difficile a questo punto pensare che possano non avere assolutamente alcuna responsabilità nei confronti di cosa è accaduto in queste ultime settimane. 

Resta, però, ancora da capire quali possano essere effettivamente queste ipotetiche responsabilità, e soprattutto se la giustizia sudcoreana deciderà di intervenire in qualche modo nei confronti di Do Kwon e Terraform Labs. 

Quali potrebbero essere le ripercussioni di un possibile illecito?

Nel caso ipotetico in cui dovessero essere presi provvedimenti particolarmente duri, è lecito attendersi ripercussioni anche sull’andamento del nuovo progetto Terra 2.0 lanciato da pochissimi giorni. 

Inoltre, c’è già chi ipotizza che proprio la Corea del Sud, patria di Do Kwon e Terraform Labs, possa intensificare la regolamentazione sulle criptovalute, proprio per cercare di proteggere i suoi cittadini da altri crash simili a questo. Nel Paese, le criptovalute hanno sempre attratto molta attenzione da parte dei cittadini, che risultano quindi particolarmente esposti a questo tipo di rischi. 

Già in passato la Corea del Sud ha fatto da apripista proprio per quanto concerne l’adozione di nuove norme, ad esempio per gli exchange crypto. Quindi, è facilmente immaginabile che nel caso in cui legiferino ancora possano nuovamente aprire le danze ad un’ondata di nuove leggi in giro per il mondo. 

È davvero difficile immaginare che la colossale implosione di Terra non lascerà strascichi profondi e permanenti sui mercati crypto, soprattutto per quanto riguarda l’approccio delle entità pubbliche che hanno il compito di vigilare sui mercati finanziari e cercare di proteggere per quanto possibile gli investitori. 

Marco Cavicchioli
Marco Cavicchioli
"Classe 1975, Marco è stato il primo a fare divulgazione su YouTube in Italia riguardo Bitcoin. Ha fondato ilBitcoin.news ed il gruppo Facebook "Bitcoin Italia (aperto e senza scam)".
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