Nel nuovo report del fondo di venture capital Andreessen Horowitz, vengono mostrati tutti i prossimi trend del mondo delle crypto.
Summary
I prossimi trend crypto secondo il report della venture capital a16z
È stato pubblicato il 17 maggio scorso il nuovo report della venture capital Andreessen Horowitz, conosciuta anche come a16z, che ha voluto tratteggiare un quadro della situazione attuale del mondo delle criptovalute e quali potrebbero essere i prossimi trend del settore.
Introducing a16z’s 2022 State of Crypto Report
A lot has changed since we started investing in crypto nearly a decade ago.
Here are 5 key takeaways from the a16z crypto web3 industry survey and data analysis by @darenmatsuoka, @eddylazzarin, @cdixon & @rhhackett ⬇️ pic.twitter.com/JFLXbNh03u
— a16z (@a16z) May 17, 2022
Secondo gli esperti che hanno redatto il report, questo sarebbe il quarto ciclo delle criptovalute, che sono caratterizzate da periodi di euforia e periodi, invece, di mercato negativo, definiti “crypto winters”.
Nel report si legge che:
“Questi cicli appaiono caotici ma hanno un ordine sottostante, approssimativamente caratterizzato come 1) il prezzo di Bitcoin e di altre criptovalute sale, 2) portando a nuovo interesse e attività sui social media, 3) portando più persone a essere coinvolte, contribuendo con nuove idee e codice, 4) portando alla creazione di progetti e startup, 5) portando al lancio di prodotti che ispirano più persone, culminando infine nel ciclo successivo”.
Il primo ciclo è considerato quello che va dal 2009 al 2012, il secondo dal 2012 al 2016, il terzo dal 2017 al 2019 e appunto quello attuale dal 2020 ad oggi. Questo periodo costellato da un periodo di grande euforia culminato con i record del novembre scorso, sta adesso attraversando un momento di cali generalizzati.
Web 3: la nuova frontiera del mondo crypto

Secondo il report, il Web 3 sarà il driver che guiderà la ripresa ed è da considerare come la più grande innovazione degli ultimi anni.
Founders who swore off tech and the internet in the aftermath of the dotcom crash missed the best opportunities of the decade: cloud computing, social networks, online video streaming, smartphones…
Now is the time to consider what the equivalent successes will be in web3. pic.twitter.com/AsyUnXmrdE
— a16z (@a16z) May 17, 2022
Secondo la ricerca della venture capital, il Web 3.0 è stato il metodo di gran lunga più redditizio per gli sviluppatori rispetto a qualsiasi altro strumento simile presente sul web.
In 2021 Spotify and YouTube paid creators $7B and $15B respectively – but the “per capita” disparity compared to web3 is striking:
According to our analysis, web3 paid out $174,000 per creator. Meta paid out $0.10/user, Spotify $636 per artist, and YouTube $2.47 per channel. pic.twitter.com/p2ipeD8Rft
— a16z (@a16z) May 17, 2022
Secondo l’analisi di Andreessen Horowitz, il Web 3 ha pagato $174.000 per creatore. Meta (Facebook) ha pagato $0,10 per utente, Spotify $636 per artista e YouTube $2,47 per canale.
Considerando le potenzialità e i numeri attuali, il Web 3 è solamente all’inizio dell’espansione. Nel report si fa notare come il numero di utenti sia paragonabile a quello di Internet nel 1995. In proiezione gli analisti fanno intendere che il Web 3.0 possa avere uno sviluppo del tutto simile all’impatto che ha avuto Internet.
Altro aspetto assolutamente interessante è la crescita esponenziale che ha avuto la DeFi, che in soli due anni da zero è arrivata a capitalizzare oltre 100 miliardi di dollari. Considerando che circa 1,7 miliardi di persone nel mondo non hanno un conto corrente, il numero di utenti della finanza decentralizzata è destinato a crescere ulteriormente nei prossimi mesi.