HomeNews dal MondoLo split 20:1 di Google

Lo split 20:1 di Google

Ieri è avvenuto il secondo split di Google, dimostrando come alle volte la storia si ripeta.

Le azioni di Google subiscono un altro split

azioni google split
Le azioni di Google subiscono uno split pari a 20:1

Alphabet, società madre di Google (GOOGL), ha annunciato a Febbraio di quest’anno il suo secondo split con gran gioia dei trader e degli azionisti major, oltre a catalizzare in generale la curiosità degli addetti ai lavori. 

La società aveva già vissuto uno split e quindi questo non rappresenta una novità, ma i tempi sono molto diversi, così come il rapporto di elargizione. 

Nel 2004, anno del primo split, il rapporto consisteva in 2:1. Ciò vuol dire che per ogni azione in portafoglio all’investitore ne veniva data una ulteriore. 

In questo precedente la volatilità era stata abbastanza contenuta e a seguito della redistribuzione delle azioni, gli azionisti dopo un guadagno iniziale in termini nominali di poco più del 2%, avevano chiuso l’anno con il titolo in perdita del 5% dalla data dell’operazione.

In quel caso, però, ad ogni azione di classe A veniva assegnata un’azione di classe C, a differenza dell’operazione di ieri. 

A febbraio di quest’anno (l’azione era quotata a circa 120 dollari) la società americana aveva annunciato un ulteriore split, il secondo della sua storia, scatenando molto fermento intorno al titolo. 

In questo caso, ad ogni azione in possesso nel proprio portafoglio titoli la società avrebbe dato altre 19 azioni (il rapporto in questo caso era 20:1).

L’operazione ha fatto gola a molti, non solo investitori attenti e trader, ma anche sognatori dell’ultima ora. 

L’azione è scesa così come tutto il resto del mercato arrivando a circa 115/117 dollari per azione, senza scatenare troppo stupore vista l’attuale situazione dei mercati. 

La divisione e redistribuzione delle azioni era prevista per la giornata di ieri e il titolo alla fine è stato scambiato per 111 dollari ad azione con una volatilità nella norma. 

L’operazione non incide sui fondamentali dell’azienda né sul suo valore. È più un’operazione che può calmierare il prezzo. 

La storia degli split nel mercato azionario

Recentemente, ma anche lontano nel tempo, ci sono stati altri casi di split che in sostanza rappresentano una sorta di dividendo in azioni per gli investitori. 

Società come Amazon e Shopify hanno vissuto già tutto questo con esiti differenti sotto certi aspetti. 

Per Amazon, che ha effettuato una divisione con lo stesso rapporto scelto da Google (20:1), il titolo ha mostrato una perdita del 12,54%. 

Shopify, invece, ha registrato una perdita minore che si attesta a poco più del 3%, ma da inizio anno lascia sul campo il 76% del proprio valore. 

Le azioni di Alphabet che prima dello split viaggiavano abbondantemente sopra i 2000 dollari per azione vengono ora scambiate a circa $107,20.

Questo è normale perché le azioni sono state redistribuite con rapporto 20:1 e l’operazione serviva proprio ad agevolare l’acquisto delle azioni da parte di nuovi investitori. 

Il Direttore finanziario di Alphabet, Ruth Poret, spiegando il motivo di questa operazione in alcune recenti dichiarazioni si è così espresso:

“La ragione dello split è rendere le nostre azioni più accessibili, abbiamo pensato che avesse senso farlo”.

George Michael Belardinelli
George Michael Belardinelli
Ex Corporate manager presso Carifac Spa e successivamente Veneto Banca Scpa, blogger e Rhumière, negli anni si appassiona alla filosofia e alle opportunità che l'innovazione e i mezzi di comunicazione ci mettono a disposizione, in fissa con il metaverso e la realtà aumentata
RELATED ARTICLES

MOST POPULARS

GoldBrick