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Cina: crisi finanziaria senza precedenti?

Attualmente in Cina il settore immobiliare sta generando crisi a livello finanziario. A tal proposito, c’è chi sostiene che il Paese in realtà stia attraversando una crisi finanziaria senza precedenti con le banche sull’orlo del collasso. 

Lo sostiene il crypto investor Lark Davis, che, tuttavia, potrebbe non essere imparziale nei suoi giudizi nei confronti della Cina. 

La condizione finanziaria in Cina: vera crisi o difficoltà passeggera?

Davis riferisce che il 75% della ricchezza cinese risiede nelle proprietà immobiliari, e questo espone molto il cittadino medio ad eventuali scoppi di bolle del settore. 

Inoltre, nel 2022 i default delle obbligazioni cinesi hanno raggiunto i 20 miliardi di dollari, più del doppio del 2021, e 18 delle 19 società fallite offshore erano società immobiliari. 

Anche i crediti delle banche nei confronti di coloro che hanno acceso un mutuo per acquistare un immobile si stanno deteriorando in modo significativo in Cina, per certi versi in modo simile a come accadde nel 2007 negli USA con il conseguente crollo dei mutui subprime. 

Addirittura la profonda esposizione di alcune banche cinesi alle società immobiliari inadempienti ne ha portato alcune a bloccare i prelievi, inizialmente nelle zone rurali dell’immenso Paese, per poi diffondersi anche nelle principali città.

Secondo Lark Davis, se il mercato immobiliare cinese dovesse crollare, le ricadute potrebbero essere gravi come quelle del 2008, o anche peggio, perché la Cina ormai è parte integrante dell’economia globale. 

Tuttavia, c’è anche chi sostiene che la situazione potrebbe migliorare nel prossimo anno, e che il peggio potrebbe essere ciò che sta accadendo ora. 

Non bisogna dimenticare che questa situazione ormai è in atto da circa un anno, ovvero da quando a metà dell’anno scorso è entrata in crisi Evergrande, la seconda maggiore società immobiliare cinese. 

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La Cina sta affrontando una dura crisi finanziaria, ma l’inflazione resiste

Gli interventi economici della Cina

Fino ad ora lo Stato cinese è sempre intervenuto per evitare il collasso del settore, ed a quanto pare c’è sempre riuscito. 

Ad esempio, il bilancio della Banca Centrale cinese mostra come, a differenza di quella statunitense e di quella europea, nel 2020 non abbiano dato il via ad un grande Quantitative Easing, ma hanno atteso l’inizio del 2021 per iniziare una politica monetaria espansiva che ha avuto il suo picco ad inizio 2022. Il bilancio attuale della PBoC è solo del 6% superiore a quello pre-pandemia, mentre, invece, quello della Fed è ancora più del doppio rispetto a quello pre-pandemia. 

Quindi, in teoria la Banca Centrale cinese avrebbe ancora molte cartucce da poter sparare nel caso in cui volesse evitare un crollo generalizzato del settore immobiliare, ed a quanto pare sembra proprio intenzionata ad utilizzarle in caso di necessità. 

Basti pensare che l’inflazione ufficiale in Cina è al 2,7%, assolutamente nella norma, mentre negli USA è attorno al 9%. 

Quindi, se da un lato i problemi ci sono, ed i rischi in teoria altrettanto, lo scenario è quello di un Paese che potrebbe essere ancora in grado di reagire ed evitare il peggio. 

Marco Cavicchioli
Marco Cavicchioli
"Classe 1975, Marco è stato il primo a fare divulgazione su YouTube in Italia riguardo Bitcoin. Ha fondato ilBitcoin.news ed il gruppo Facebook "Bitcoin Italia (aperto e senza scam)".
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