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Regno Unito: la recessione sarà lunga e non sarà indolore

Secondo Goldman Sachs, nel Regno Unito la recessione, che sta già iniziando, sarà lunga e tormentata da caro energia e inflazione, almeno fino al 2024, per poi normalizzarsi l’anno seguente.

Regno Unito e Germania, i Paesi maggiormente colpiti dalla recessione

Secondo Goldman Sachs, Regno Unito e Germania saranno i Paesi ad avere un impatto maggiore nella fase iniziale di questa recessione. 

Acclarato che la recessione ci sarà e non farà sconti a nessuno, si tratta di verificare come e quando colpirà. 

La famosa banca d’affari ritiene che il Regno Unito entrerà in recessione dal Q4 2022 e che durerà tra i cinque e i sette trimestri. 

Il reddito delle famiglie britanniche, al netto delle tasse, scenderà drasticamente nel quarto trimestre del 2022 e sarà così anche per tutto il 2023, lo stesso avverrà per i consumi che si ridurranno di molto.

La Bank Of England ha tagliato le prospettive di crescita del Paese ed ha stimato che il PIL scenderà di circa l’1% fino a metà dell’anno prossimo. 

Per far fronte a un’inflazione, che si stima avrà il suo picco al 13,3% ad ottobre, e che non subirà grandi flessioni nel 2023, la Banca Centrale del Paese ha dovuto adottare il pugno di ferro attuando il sesto rialzo consecutivo dei tassi che ora si attestano all′1,75%. 

L’aumento di mezzo punto percentuale dell’ultimo intervento, è stato il più alto in un unica soluzione dal 1997 ad oggi. 

Gli economisti di Goldman Sachs, capeggiati da Sven Jari Stehn, hanno riportato una nota secondo la quale:

“Le preoccupazioni per le pressioni sul costo della vita nel Regno Unito hanno continuato a intensificarsi a causa dell’aggravarsi della crisi energetica. È probabile che i consumi reali diminuiranno ancora in modo significativo”.

L’istituto ritiene che la propensione al risparmio delle famiglie britanniche calerà drasticamente arrivando al minimo storico del 3,5% nel Q2 del prossimo anno mentre i redditi scenderanno del 2,9% e i consumi reali dell’1,4% sempre nel 2023.

Sterlina e rendimenti obbligazionari

La sterlina oggi ha toccato quota 1,17 Euro, mentre il rendimento dei titoli di Stato del Regno Unito a 10 anni è arrivato al 2,62%. 

Secondo la Bank Of England, la preoccupazione che si può tramutare in incubo per le famiglie inglesi è che:

“Un periodo più lungo di inflazione dei prezzi generata dall’esterno porti a pressioni sui prezzi e salari interni più durature”. 

Le bollette dell’energia hanno già subito aumenti dell’80% per circa 3.500 sterline all’anno e spinto dalle copiose richieste di aiuto da parte di cittadini e imprese ormai con l’acqua alla gola il Paese che si trovava a dover fare i conti con un governo dimissionario dovrà correre ai ripari. 

Le proposte per far fronte a tutta questa mole di rincari sono tra le più varie e passano dal taglio di 5 punti percentuali dell’Iva, all’esenzione di tasse sotto un certo reddito, o ancora dilazioni e blocco delle accise per lo stato in situazioni gravi.

George Michael Belardinelli
George Michael Belardinelli
Ex Corporate manager presso Carifac Spa e successivamente Veneto Banca Scpa, blogger e Rhumière, negli anni si appassiona alla filosofia e alle opportunità che l'innovazione e i mezzi di comunicazione ci mettono a disposizione, in fissa con il metaverso e la realtà aumentata
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