HomeNews dal MondoCredit Suisse e Deutsche Bank potrebbero ripercorrere le orme di Lehman Brothers

Credit Suisse e Deutsche Bank potrebbero ripercorrere le orme di Lehman Brothers

Sono passati quasi 15 anni da quando la quarta banca d’affari per volumi in America andò in fallimento a seguito della crisi del 2007/2008. L’episodio poteva servire da lezione ma a quanto pare altre due tra le banche più importanti al mondo si avvicinano pericolosamente al default.

Il Credit Default Swap è l’indicatore più importante per determinare la solvibilità di un determinato istituto di credito e la settimana scorsa è tornato in maniera funesta alla ribalta per il livello raggiunto da alcune tra le più importanti banche d’affari nel mondo: Deutsche Bank, Barclays, Intesa Sanpaolo e soprattutto Credit Suisse hanno registrato dati pessimi limitatamente a questo indicatore.

Ciò che preoccupa maggiormenti i clienti ed i mercati per il pericolo di un contagio finanziario in stile Lehman o peggiore è il dato raggiunto da Credit Suisse.

Credit Suisse e Deutsche Bank sulle orme di Lehman Brothers?

La banca d’affari elvetica ha registrato un valore di 255 CDS rispetto ai 55 performanti ad inizio anno, il dato è ai massimi dal 2009 e sta a significare che le assicurazioni per tutelare il rischio default della banca chiedono molto di più poiché il rischio di fallimento è quintuplicato in soli tre trimestri.

Gli insider della banca svizzera secondo il Financial Times, raccontano che i dirigenti della Credit Suisse abbiano passato il weekend a rassicurare i clienti più grandi dal rischio default mentre gli analisti chiedono a gran voce un aumento di capitale e la ristrutturazione della banca.

L’ipotesi messa sul piatto dagli analisti è quella di un aumento di capitale da 4 miliardi di franchi svizzeri mentre il neo amministratore delegato della banca d’affari Ulrich Koerner annuncia un piano strategico per il 27 ottobre ammettendo di essere preoccupato ma al contempo fiducioso che il capitale e la liquidità della banca possono offrire ampia garanzia agli investitori.

Piove sempre sul bagnato dalle parti del Credit Suisse e così scopriamo che non solo nel 2021 la capitalizzazione in Borsa della banca era di 30 miliardi ed oggi è arrivata a soli 10 miliardi, ma anche che secondo gli analisti di KBW l’unico modo per salvare il salvabile sia quello di dare vita a un’azione congiunta di aumento di capitale e riorganizzazione con dei punti inamovibili.

Il piano verte sulla creazione di una Bad Bank, la cessione di asset management dell’America Latina senza considerare il Brasile e il ritorno del brand First Boston ma senza un taglio ampio del personale e una catena di comando più corta l’istituto non avrà chances.

Performance e prossima trimestrale attesa

In attesa della prossima trimestrale la banca fa i conti in tasca e si può osservare come nel primo trimestre aveva registrato perdite per 273 milioni mentre nel secondo, la voragine si era allargata fino a portare la perdita netta a 1,59 miliardi di franchi.

Il dato sulla perdita netta è in netto contrasto con quanto evidenziato l’anno precedente che vede l’istituto di credito ottenere un utile di 253 milioni.

Il CEO di Wallstformainst afferma che:

“chiunque si fidi pienamente della contabilità di Credit Suisse crede anche negli unicorni e nella fatina dei denti”

Gurmeet Chadha, socio amministratore di Compcircle, nonostante tutto non è molto preoccupato e a tal proposito ha dichiarato:

“Dal 2008, una volta all’anno Credit Suisse [e] una volta ogni [due] anni Deutsche Bank sta per andare in default. In ogni correzione, questa speculazione inizia ad arrivare. Nella mia piccola esperienza, un evento da cigno nero non si annuncia mai”.

L’account Twitter “Wall Street Silver” con i suoi 320.000 follower ha fatto sentire la propria voce critica contro la banca d’affari:

“Il crollo del prezzo delle azioni di Credit Suisse è fonte di grande preoccupazione”, ha affermato Wall Street Silver. “Da $ 14,90 a febbraio 2021, a $ 3,90 attualmente. E con P/B=0,22, i mercati dicono che è insolvente e probabilmente fallito”.

Una mano tesa nei confronti della compagna di disavventure della Banca Svizzera (la Deutsche Bank) arriva dall’autore di Seeking Alpha che dichiara:

“[Credit Suisse] è scambiato a 0,23 volte il valore contabile tangibile [e] Deutsche Bank è scambiato a 0,3 volte il valore contabile tangibile. Gli investitori dovrebbero evitare [Credit Suisse] e acquistare [Deutsche Bank]”. 

George Michael Belardinelli
George Michael Belardinelli
Ex Corporate manager presso Carifac Spa e successivamente Veneto Banca Scpa, blogger e Rhumière, negli anni si appassiona alla filosofia e alle opportunità che l'innovazione e i mezzi di comunicazione ci mettono a disposizione, in fissa con il metaverso e la realtà aumentata
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