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La bull run del Bitcoin è vicina?

In questi giorni c’è stato un vero e proprio risveglio del mining di Bitcoin. Lo fa notare PlanB sul suo profilo Twitter arrivando addirittura ad affermare che i miner stiano segnalando l’inizio di una nuova bullrun. 

In effetti ciò che sta accadendo a partire da metà agosto può sembrare anomalo. 

In arrivo una bull run del Bitcoin?

Il mining di Bitcoin è una competizione, in cui per ogni blocco un solo miner vince l’intero premio. Questo premio è costituito in gran parte da una somma fissa in BTC che cambia solo ogni quattro anni dimezzandosi. Il prossimo dimezzamento, o halving, è previsto per la primavera del 2024. 

Visto che il premio è in BTC, qualora il valore di mercato di Bitcoin scenda scende anche il valore reale del premio per i miner. Anche perché sostanzialmente il numero di blocchi che viene minato ogni giorno è fisso, o comunque varia di poco. 

Ad esempio, a metà agosto venivano minati circa 144 blocchi al giorno, ciascuno con un premio di 6,25 BTC per i miner. In totale quindi ogni giorno complessivamente i miner incassavano circa 900 BTC. Al prezzo di mercato dell’epoca questi corrispondevano a circa 22 milioni di dollari. 

Ultimamente vengono minati circa 160 blocchi al giorno, con un premio complessivo giornaliero di circa 1.000 BTC. Ai prezzi attuali questi corrispondono a circa 20 milioni di dollari. 

Quindi il valore reale dei BTC incassati giornalmente dai miner in questo momento è decisamente inferiore a quello dei BTC che incassavano ad agosto. 

A questo punto verrebbe da pensare che a causa della riduzione degli incassi i miner siano stati costretti a tagliare un po’ le spese, magari riducendo il consumo di elettricità spegnendo qualche macchina o sospendendo in alcuni momenti l’estrazione degli hash. 

Il fatto è che non solo ciò non è avvenuto, ma addirittura è avvenuto il contrario. 

Infatti da metà agosto l’hashrate complessivo impiegato a livello globale per il mining di Bitcoin è salito da poco più di 200 Ehash/s addirittura sopra i 270 Ehash/s, con un incremento del 35% in un mese e mezzo grazie al quale sono stati fatti registrare i nuovi record massimi di sempre. 

Ma com’è possibile che a fronte di una riduzione di circa il 10% degli incassi i miner abbiano incrementato il loro lavoro del 35%? 

Ipotesi a sostegno del rialzo dell’hashrate

La prima spiegazione che verrebbe in mente è che si potrebbe trattare della classica “onda lunga” della crescita dell’hashrate, che avviene sempre molto in ritardo rispetto alla crescita del prezzo. Ma nel corso dell’estate la crescita del prezzo è stata minima rispetto anche solo ai valori toccati in primavera. Quindi questa ipotesi va scartata. 

La seconda spiegazione è che l’aumento recente potrebbe essere dovuto alla sostituzione di vecchie macchine meno efficienti con macchine per il mining più efficienti, ovvero in grado o di ridurre i consumi – e quindi le spese – a parità di performance, oppure di aumentare le performance a parità di consumi. 

Questo fenomeno in realtà è già in corso da molti mesi, e difficilmente può spiegare in toto un incremento del 35% dell’hashrate in un mese e mezzo a fronte di una riduzione degli incassi. 

Rimane una terza ipotesi, ovvero quella lanciata da PlanB: i miner potrebbero essere in fase di accumulo nella speranza che il prezzo di Bitcoin nei prossimi mesi possa decollare. 

Non va, infatti, dimenticato che i miner che non vendono subito i BTC che incassano, tenendoli invece per venderli in un secondo momento, in teoria potrebbero aumentare il valore dei loro incassi qualora riuscissero a venderli ad un prezzo maggiore rispetto a quello del momento in cui incassano i BTC. 

Non vi è, però, alcuna certezza, nè che la dinamica alla base del forte incremento recente dell’hashrate sia questa, né che i miner abbiano ragione nel ritenere che il prezzo di BTC aumenterà nei prossimi mesi. 

D’altro canto, però, l’attuale valore di mercato sembra decisamente basso, soprattutto se confrontato con il valore medio dell’anno scorso. In passato negli anni successivi a quelli delle grandi bolle speculative post-halving del 2013 e del 2017 il prezzo medio annuale è sempre stato maggiore rispetto anche a quello degli anni delle bolle. Quindi ci si potrebbe aspettare che anche nel 2022 il prezzo medio annuale a fine anno possa essere maggiore rispetto a quello del 2021. 

Il 2021 è stato chiuso con un prezzo medio annuale di Bitcoin superiore ai 47.000$, mentre il prezzo attuale è meno della metà. Non è pertanto assolutamente azzardato ipotizzare che i miner sperino in un prossimo aumento del valore di BTC già nel corso di questi ultimi mesi del 2022. 

Marco Cavicchioli
Marco Cavicchioli
"Classe 1975, Marco è stato il primo a fare divulgazione su YouTube in Italia riguardo Bitcoin. Ha fondato ilBitcoin.news ed il gruppo Facebook "Bitcoin Italia (aperto e senza scam)".
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