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USA: le azioni di Wall Street ancora in rosso

Nella giornata odierna, dopo un inizio volatile ma che lasciava ben sperare gli investitori, a Wall Street si respira un’aria di tensione, il Nasdaq, l’S&P 500, il Dow Jones, hanno tutti registrato perdite. 

Le azioni di Wall Street registrano perdite un po’ ovunque

Il Dow Jones perde lo 0,14% a 30.274,80 punti, il Nasdaq cede lo 0,25% a 11.148,64 punti mentre lo S&P 500 lascia sul terreno lo 0,19% a 3.783,65 punti.

Le perdite nel comparto small cap hanno inciso sulle aziende minori per capitalizzazione soprattutto per la difficoltà nel reperimento delle materie prime a prezzi competitivi e per l’incidenza delle bollette energetiche. 

Per quanto riguarda invece l’S&P 500 e il Nasdaq, costituite da società apicali, le perdite sono scaturite principalmente da problemi relativi all’export e all’aumento dei costi del carburante. 

Come accennato sopra, una moneta forte crea problemi per le società che esportano prodotti verso paesi con valute più deboli. 

Nel caso delle aziende americane il problema è di grande importanza poiché nel paniere delle realtà quotate sui due indici principali, i guadagni derivano per il 60/70% dall’export.

Dal punto di vista energetico di certo non c’è stata una mano tesa da parte dell’Opec che nella riunione di ieri ha sancito la diminuzione nella produzione giornaliera di 2000 barili di greggio. 

La decisione va in contrasto con la lotta al caro benzina/diesel ma fa gli interessi delle società petrolifere come sarebbe lecito aspettarsi. 

In un quadro in cui tra gli investitori aleggiano incertezza e paura arrivano pessimi dati sulla propensione al risparmio e di conseguenza in parte ad investire delle famiglie americane. 

Dal post pandemia ad oggi si è passato da un valore di propensione al risparmio di 10,5 ad appena il 3, segno che le famiglie americane riescono a mettere da parte il 70% in meno di quello che riuscivano appena uscite dalla crisi pandemica. 

Nonostante questo dato, i dati relativi all’occupazione nel privato sono rassicuranti, in settembre sono saliti molto più delle attese, 208.000 posti di lavoro rispetto alle previsioni che erano di 200.000 posti.

Tra le azioni principali dei listini tecnologici Tesla lascia sul campo il 3,46% a 240,81 dollari, Apple rimane sostanzialmente stazionaria (AAPL) a 146,40 dollari, Amazon (AMZN) perde lo 0,12 a 120,95 dollari, Google lo 0,21% e Netflix l’1,67% a 236,73 dollari ad azione. 

Gli analisti sono combattuti se il verde degli ultimi giorni visto sulle borse sia un fuoco di paglia o l’inizio di un trend che sarà sostenuto nel tempo, messa da parte per ora la parola bull run alcuni pensano che dei recuperi siano tuttavia possibili nel breve termine (magari un paio di settimane) giusto il tempo di salvare qualche trimestrale direbbero i più maliziosi. 

Le borse europee altrettanto in crisi

Allargando la vista in campo internazionale, le cose non vanno meglio tornano a salire i rendimenti in Europa sulle obbligazioni con i tassi sul Bund sopra al 2% e quelli del BTP al 4,4%, torna  anche lo Spread che si riaffaccia sopra i 240 punti base.

Nel vecchio continente la peggiore è Milano insieme a Madrid (IBEX 35), perdono anche tutte le altre Borse, Francoforte (DAX 30), Londra (FTSE 100) e Parigi (CAC 40).

George Michael Belardinelli
George Michael Belardinelli
Ex Corporate manager presso Carifac Spa e successivamente Veneto Banca Scpa, blogger e Rhumière, negli anni si appassiona alla filosofia e alle opportunità che l'innovazione e i mezzi di comunicazione ci mettono a disposizione, in fissa con il metaverso e la realtà aumentata
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