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Compound sospende l’attività di quattro crypto

Compound, uno dei protocolli DeFi più eclatanti dell’ecosistema, ha messo temporaneamente in pausa quattro crypto diverse, cioè: 0x (ZRX), Basic Attention Token (BAT), Maker (MKR) e Yearn Finance (YFI).

La decisione comporta il fatto che le crypto di cui sopra non potranno più essere utilizzate dagli utenti come garanzia per i prestiti.

Dopo due giorni di votazioni, la DAO che alimenta Compound Finance ha approvato la “proposta 131”, che impedirà agli utenti di prestare attività relativamente illiquide sul protocollo.

Perchè Compound ha deciso di limitare l’uso di quattro crypto 

La decisione presa da Compound non è stata attuata senza alcuna ragione. Infatti, pare che la ragione risieda nella protezione degli utenti dai potenziali attacchi che coinvolgono la manipolazione dei prezzi.

Un episodio analogo è avvenuto, infatti, nel recente exploit da 117 milioni di dollari di Mango Markets. Dunque, Compound gioca d’anticipo e prova a difendersi, secondo la proposta sul forum di governance della piattaforma che è stata passata di recente.

In particolare, sono state sospese proprio le quattro crypto (0x (ZRX), Basic Attention Token (BAT), Maker (MKR) e Yearn Finance (YFI)) perchè pare che questi token abbiano meno liquidità nei mercati aperti e siano di conseguenza vulnerabili alla manipolazione dei prezzi che potrebbe sfruttare il protocollo.

Cosa dice la proposta di Compound a tutela degli utenti 

Quasi il 99,9% di tutti gli elettori ha sostenuto la proposta, approvata il 25 ottobre, con 554.126 token Compound (COMP) utilizzati nel processo di votazione. 

Anche Robert Leshner, il fondatore di Compound Finance, ha votato a favore della proposta:

“Un attacco basato sulla manipolazione di un oracolo, analogo a quello che è costato a Mango Markets di $ 117 milioni, è molto meno probabile che si verifichi su Compound a causa delle attività collaterali che hanno una liquidità molto più elevata rispetto a MNGO e Compound, che richiedono prestiti eccessivamente garantiti. Tuttavia, per prudenza, proponiamo di sospendere l’offerta per gli asset di cui sopra, dati i loro profili di liquidità relativi.”

Inoltre, pare che in una revisione della sicurezza di Compound v2 eseguita a settembre, il team di Volt Protocol avesse identificato potenziali rischi di manipolazione del mercato legati ai token a bassa liquidità. Nello specifico, nel rapporto si leggeva:

“L’attacco è possibile quando l’importo di un token prendibile in prestito su mercati come Aave e Compound è grande rispetto al mercato liquido. L’esempio più notevole è ZRX, che ha una liquidità prendibile in prestito su ciascuno di questi mercati paragonabile o maggiore del solito quotidiano volume in tutti gli scambi centralizzati e decentralizzati”. 

Cosa è successo nell’exploit di Mango Markets 

Compound confessa i suoi timori e agisce non a caso. Infatti, l’antefatto di Mango Markets fa ben mettere in guardia anche le altre piattaforme decentralizzate. Vediamo nello specifico cosa è successo.

L’11 ottobre, Mango Markets, una piattaforma di trading basata su Solana, è stata sfruttata per quasi 117 milioni di dollari. Avraham Eisenberg, l’hacker dietro l’exploit di Mango Markets, ha manipolato il valore di un collaterale pubblicato, il token nativo delle piattaforme (MNGO), a prezzi più elevati.

Quindi, ha contratto prestiti significativi contro il collaterale gonfiato, che ha prosciugato il tesoro di Mango. Lo sfruttatore ha quindi prosciugato i beni, che includono Solana, USDC, USDT, BTC e MNGO.

Poco dopo l’exploit, il prezzo della MNGO ha toccato il fondo prima che lo sfruttatore mettesse in scena un pump artificiale. 

Lo sfruttatore ha poi affermato che lui e un team di hacker hanno intrapreso una “strategia commerciale altamente redditizia” e che si trattava di “azioni legali di mercato aperto, utilizzando il protocollo come previsto”.

Dopo che una proposta nel forum di governance di Mango è stata approvata, Eisenberg è stato autorizzato a trattenere $47 milioni come “taglia di bug” mentre $67 milioni sono stati rispediti al tesoro.

Compound e i prestiti per clienti istituzionali con collaterali in crypto 

A settembre di quest’anno, Compound aveva già annunciato un’altra importante novità, destinata a farla diventare e rimanere uno dei protocolli più importanti di tutto lo spazio DeFi.

Infatti, finalmente Compound ha presentato i prestiti con collaterale in crypto per i clienti istituzionali. Prestiti con collaterale in crypto, in sostanza, significa che potranno essere coperti da Bitcoin, ma anche da Ethereum e da una gamma di token ERC 20 supportati dal protocollo.

In questo modo, gli investitori istituzionali che detengono quantità di questi crypto asset potranno ricevere in cambio, alle regole classiche di Compound, liquidità in dollari o in USD Coin. Un passaggio che apre alle istituzioni finanziarie più importanti le porte della DeFi.

In una fase delicata come quella attuale di bear market, le mosse attuate da Compound risultano essere significative. In quanto si propongono di fare la differenza in un comparto che ha ancora molta strada da fare e altrettante soluzioni da offrire anche al mondo della finanza classica.

Alessia Pannone
Alessia Pannone
Laureata in scienze della comunicazione e attualmente studentessa del corso di laurea magistrale in editoria e scrittura. Scrittrice di articoli in ottica SEO, con cura per l’indicizzazione nei motori di ricerca, in totale o parziale autonomia.
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