HomeCriptovaluteEthereumEthereum (ETH) è diventata ufficialmente deflazionistica

Ethereum (ETH) è diventata ufficialmente deflazionistica

Ether, la crypto nativa della rete Ethereum, è diventata ufficialmente una moneta deflazionistica 55 giorni dopo “The Merge”, la fusione che ha dato luogo ad una transizione dal Proof-of-Work al Proof-of-Stake.

Secondo la piattaforma di analytics Ultrasound Money, la fornitura totale di Ether dopo la fusione è diminuita di oltre 400 ETH ($469.000) a partire da mercoledì. Il tasso di deflazione di Ethereum è attualmente dello 0,001% all’anno. 

Perchè la fase deflazionistica di Ethereum arriva in un momento delicato

I sostenitori di Ethereum sono felici che l’offerta complessiva di Ether sia in calo, ma questo è un momento preoccupante per il settore delle blockchain e delle criptovalute. L’evento di alto profilo, rispetto a quanto accaduto all’exchange FTX, ha aumentato le vendite nel mercato delle crypto tra i timori di un contagio diffuso.

La percentuale di ETH di nuova emissione bruciati è aumentata di 1.164,06 ETH dopo il Merge. Ciò significa che dopo l’evento, quasi tutta la nuova offerta è stata bruciata attraverso il nuovo meccanismo di burn, che ha portato un effetto deflazionistico, quando la rete ha registrato un aumento dell’utilizzo.

Secondo l’analista di Bitwise Anais Rachel:

“è probabile che tutti gli ETH emessi dopo il Merge siano tolti dalla circolazione entro la fine di questa settimana”.

Il Merge di Ethereum è un successo, ma ci sono ancora problemi da risolvere

Il successo del Merge di Ethereum è un miracolo della tecnologia e una garanzia per l’ambiente, ma il passaggio dal Proof-of-Work (PoW) al Proof-of-Stake (PoS) non scioglie tutti i nodi e sta generando critiche in chi vuole le criptovalute sottratte ai controlli pubblici.

Obiettivo di Ethereum era creare un sistema dove chi vuole essere validatore non ha più bisogno di grandi data center dedicati, ma solo di tre software (un client di esecuzione, un client di consenso e un client che agisce per conto del validatore) e di impegnare 32 ETH come deposito cauzionale.

I critici sostengono che “il Merge di Ethereum” non abbia risolto il problema di fondo delle criptovalute: la scarsa fiducia della maggioranza dei risparmiatori. Questa sfiducia non ha nulla a che fare con i consumi energetici del sistema prescelto per la validazione delle transazioni; è legata piuttosto ai risultati rovinosi di alcuni investimenti, o a noti episodi di attacchi informatici e truffe. Qualcuno magari è intimidito dalla poca agibilità delle interfacce grafiche. Altri ancora non si fidano di una moneta non controllata dallo Stato.

La community ha espresso timori anche in merito all’incremento del livello di centralizzazione del network. L’aspetto della centralizzazione è diventato evidente subito dopo il Merge, dato che il 46,15% dei nodi per l’archiviazione dei dati, l’elaborazione delle transazioni e l’aggiunta di nuovi blocchi sulla blockchain apparteneva a soltanto due indirizzi.

Nonostante le critiche, il Merge di Ethereum è stato uno degli aggiornamenti più significativi nella storia delle crypto. L’opinione di molti è che gli elementi positivi della fusione, uniti alla versatilità di Ethereum, permetteranno a questo sistema di resistere meglio di altri all’evoluzione delle norme e della società.

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