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Bitcoin ancora in perdita dopo il crollo di FTT: quanto durerà la fase ribassista?

Gli analisti di Bitfinex, uno dei più importanti crypto exchange, confermano l’attuale calo per Bitcoin, a causa della svolta inquietante della scorsa settimana che riguarda il crollo dell’exchange FTX e, conseguentemente, anche del suo token nativo FTT. 

Nello specifico, quando FTT è crollato il suo prezzo è sceso fin sotto i 3 dollari, registrando un impressionante calo dell’85%. Di conseguenza, il mercato crypto è andato in allarme e tutte le monete ne hanno risentito. 

In questa fase di mercato ribassista, Bitcoin, la prima e più prestigiosa crypto al mondo, non ha fatto eccezione, registrando cali del 10% e aggiornando la scorsa settimana il suo prezzo a 17mila dollari, sui minimi da fine 2020. 

Bitfinex definisce il punto della situazione su Bitcoin dopo FTT 

Nelle ultime analisi di Bitfinex in merito al crollo di Bitcoin si legge: 

“Non sorprende che molte monete siano mantenute in perdita mentre superiamo quello che potrebbe essere solo il punto a metà dell’attuale mercato ribassista. L’offerta in perdita è a una distanza simile dall’offerta mediana, equivalente alle ultime fasi dei precedenti mercati ribassisti”. 

Dunque, non è fattore di scandalo che molte monete, Ethereum compresa, mantengano valori di perdita in un fase ribassista di mercato come quella che si è presentata dopo l’implosione di FTX. L’exchange, insieme al suo token nativo FTT, rappresentava un colosso all’interno del mondo crypto

Dunque, se crolla è normale che la fiducia degli investitori in crypto vada scemando e che tutto il mercato ne risenta. Inoltre, Bitfinex aggiunge: 

“L’offerta in profitto è sempre rigida e ritardataria, ma resta da vedere se l’ultimo evento del cigno nero che ha avuto un impatto sul settore, il fallimento di FTX, può segnare quel forte calo dell’offerta in profitto per BTC, che potrebbe assistere a un minimo di formazione con consolidamento dei prezzi a questi livelli. Tuttavia, con l’impatto esogeno del crollo della FTT, è probabile che potremmo avere una flessione ancora più lunga di quanto i grafici prevedano attualmente”.

Quindi, la strada in discesa per Bitcoin potrebbe non essersi conclusa e, anzi, potrebbe andare ancora peggio di quanto i grafici prevedono. 

L’andamento del prezzo di Bitcoin nell’ultima settimana

Dopo il crollo del token FTT nativo di FTX, Bitcoin ha registrato diverse e per certi versi preoccupanti variazioni di prezzo. In un primo momento, infatti, come già anticipato, BTC è scesa ai minimi dal 2020, arrivando a toccare i 17 mila dollari. 

Prima di questa fase, Bitcoin registrava un prezzo decisamente superiore, arrivando a toccare alla fine di ottobre i 20mila dollari. In questi ultimi giorni, abbiamo assistito a una possibile fase di ripresa nella giornata di lunedì.

Infatti, ci si domanda se l’azione di prezzo di lunedì sia stata solo una tregua dall’incessante pressione di vendita dei trader ribassisti o se sia in corso un’inversione di tendenza. Nello specifico, lunedì il prezzo di BTC ha segnato un rialzo per la prima volta in quattro giorni e ha concluso la sessione di trading giornaliera a +$289,6.

Tuttavia, il prezzo di BTC ha perso più del 20% del suo valore la scorsa settimana, registrando un range di prezzo nelle ultime ventiquattro ore tra i 15mila e i 17 mila dollari. 

Mentre, il range di prezzo di BTC degli ultimi sette giorni è stato tra i 15mila e i 20mila dollari. Dunque, negli ultimi trenta giorni, il prezzo medio registrato dal Bitcoin è stato intorno ai 19 mila dollari, con calo del 14% nell’arco di tempo.

Attualmente, il prezzo di Bitcoin registra un +1,77% chiudendo a 16 mila dollari, di nuovo in verde per la prima volta da giovedì scorso. Tuttavia, questi dati non forniscono comunque la certezza di una ripresa imminente per BTC a seguito delle turbolenze del mercato. 

Bitcoin si può considerare vicino al fallimento dopo la vicenda di FTT? 

Molti potrebbero chiedersi, soprattutto i più inesperti, se il Bitcoin stia andando verso un potenziale fallimento dopo gli ultimi avvenimenti che lo vedono protagonista insieme al crollo di FTT. 

In realtà, chi conosce la storia della famosa crypto, sa che in passato Bitcoin ha subito anche di molto peggio, riuscendo comunque in seguito a rialzare il suo prezzo. 

Infatti, la vera fortuna del Bitcoin parte nel 2017, quando il suo prezzo arrivò per la prima volta a 20mila dollari, facendo registrare quello che allora era il nuovo massimo storico di sempre.

Bitcoin aveva subito quell’impennata a seguito di una grande bolla speculativa che portò il prezzo di BTC da 1.100$ a 20.000$ in meno di dodici mesi. Tuttavia, quando l’anno successivo la bolla scoppiò, il prezzo del Bitcoin scese in modo vertiginoso registrando perdite dell’85% fino a 3.200$.

Solo verso la fine del 2020 Bitcoin tornò a segnare un prezzo intorno ai 20mila dollari.

Dunque, il grande intoppo della bolla speculativa non bastò a far fallire la crypto Bitcoin, anche se ci vollero ben tre anni per tornare al massimo dei livelli di prezzo.

Quindi, seppur il recente crollo di novembre può ricordare quello verificatosi durante il 2018, quest’ultimo era avvenuto su livelli di prezzo tre volte più alti rispetto al collasso dovuto da FTT. 

In sostanza, si può rimanere abbastanza calmi, in quanto si stima che Bitcoin non fallirà neanche in seguito a questa difficoltà. 

Cos’è l’halving di Bitcoin e perché è importante

L’halving riferito a Bitcoin è un ciclo che si verifica una volta ogni quattro anni circa. L’halving è un processo intrinseco al protocollo Bitcoin ed è caratterizzato dal fatto di essere immutabile e prevedibile. 

L’halving è anche ciò che dona natura deflattiva al Bitcoin, dunque è di estrema importanza perchè è l’unica misura di politica monetaria di BTC. Letteralmente significa “dimezzamento”, dunque, riferito al mining di Bitcoin, sta a rappresentare il dimezzamento del premio per i miner. 

Importante è specificare che il premio dato ai miner è l’unico modo esistente per creare BTC. Dunque, se mettiamo l’halving di Bitcoin in relazione a quanto sta accadendo al prezzo attuale di BTC e a tutti gli altri crolli subiti dalla moneta negli scorsi anni, si può stare abbastanza tranquilli riguardo al non crollo di Bitcoin. 

Infatti, il calo di cui si parla oggi e di cui si parlava nel 2018, era avvenuto ancora prima nel 2014, quando un’altra enorme bolla speculativa aveva portato il prezzo di BTC da 13$ a 1.100$. Questo crollo durò circa quattordici e anche in questo caso finì con un -85%.

Tuttavia, anche in questo caso Bitcoin si risollevò e tornò ad aggiornare il suo prezzo in maniera positiva. Niente di certo, ovviamente, e non possiamo sapere con esattezza cosa succederà a BTC dopo il crollo di FTT, dato che ogni situazione è a sè. 

Ad ogni modo, considerando l’halving e i precedenti crolli di BTC, si può ben sperare che anche questa volta Bitcoin segnerà una ripresa, seppur non si può stimare con precisione in quanto tempo.

Alessia Pannone
Alessia Pannone
Laureata in scienze della comunicazione e attualmente studentessa del corso di laurea magistrale in editoria e scrittura. Scrittrice di articoli in ottica SEO, con cura per l’indicizzazione nei motori di ricerca, in totale o parziale autonomia.
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