In questi giorni si sta parlando molto dei wallet non custodial per Bitcoin e criptovalute.
Infatti il caso FTX, che ha causato a tutti i suoi utenti la perdita completa del possesso dei token che custodivano sui wallet dell’exchange, ha riportato alla ribalta il problema legato al rischio di affidare a terzi la custodia di Bitcoin e criptovalute.
Per quanto riguarda le valute fiat l’unico modo per conservarle in modo digitale è affidarle ad un custode terzo, ma per le criptovalute esiste anche la possibilità di fare auto-custodia, ovvero esattamente come si fa con le banconote delle valute fiat.
Summary
I wallet non custodial per Bitcoin e criptovalute
Per non dover affidare a terzi la custodia dei propri Bitcoin e delle proprie criptovalute è possibile utilizzare dei wallet cosiddetti “non custodial”, ovvero che letteralmente non necessitano di affidare la custodia dei token ad altri.
Per la precisione questi wallet consentono all’utente di avere piena ed esclusiva proprietà delle chiavi private degli indirizzi pubblici su cui sono depositati i token all’interno della blockchain, o del seed di 12, 18 o 24 parole con cui queste chiavi private vengono generate.
Un wallet si definisce “non custodial” solo quando l’utente possiede in via esclusiva tutte le chiavi private, o il seed con cui queste sono state generate.
È importante però evidenziare che chiunque le possieda può utilizzare i token a proprio piacimento, quindi è importantissimo per chi decide di affidare la custodia delle proprie criptovalute ad un wallet di proprietà assicurarsi di conservare e custodire le stesse chiavi private, o il seed, nel modo più sicuro possibile.
Le diverse tipologie di wallet non custodial per Bitcoin e criptovalute
Esistono fondamentalmente tre tipologie di wallet non custodial.
La più utilizzata in assoluto è quella dei software che si possono installare su computer, o delle app che si possono installare sui dispositivi mobili.
Si tratta per l’appunto di programmi che non fanno altro che custodire le chiavi e consentire l’invio dei token utilizzando proprio le stesse chiavi private.
Fanno parte di questa categoria anche i software che consentono di gestire i nodi della rete P2P su cui si basa una criptovaluta, come ad esempio il software Bitcoin Core per Bitcoin.
Va detto, però, che questi software non si usano primariamente come wallet per conservare ed inviare criptovalute, ma per poter controllare l’intera blockchain, e quindi la validità di tutte le transazioni.
Le app che consentono di installare un wallet non custodial sui dispositivi mobile sono in assoluto i wallet non custodial più utilizzati, anche perchè risultano estremamente comode da utilizzare. Non garantiscono però un elevato livello di sicurezza, quindi si sconsiglia di utilizzarli per conservare grosse cifre.
La seconda tipologia, quella maggiormente utilizzata, invece, proprio per conservare grosse somme in crypto, sono i cosiddetti hardware wallet.
Non è un caso che ci sia stata una vera e propria esplosione di acquisti di hardware wallet dopo la chiusura di FTX.
Si tratta di dispositivi fisici costituiti da singole chiavette USB che custodiscono al loro interno le chiavi private. Si utilizzano grazie ad un software da installare sul computer a cui vengono connesse, ma che può operare solo nel momento in cui lo sono.
Vengono anche definiti “cold wallet” perchè una volta disconnesse dal dispositivo utilizzato per connetterle ad Internet conservano le chiavi private offline, in modo assolutamente inaccessibile a chiunque.
Per questo motivo risultano tuttavia più scomode da utilizzare.
La terza tipologia è quella dei cosiddetti paper wallet, ovvero fogli di carta su cui vengono appuntate le chiavi private e gli indirizzi pubblici. Si possono utilizzare solo per ricevere criptovalute, perchè per poterle inviare occorre dotarsi di un wallet software come quelli appartenenti alla prima tipologia di cui sopra.
Anche i paper wallet sono cold wallet, ma vanno conservati con estrema cura perchè chiunque ne entri in possesso di fatto si può impadronire anche dei token conservati su quegli indirizzi pubblici.
I wallet software
Uno dei wallet software non custodial più utilizzati in assoluto è Trust Wallet. Infatti, non solo si tratta di un software ormai di proprietà di Binance, ma è stato lo stesso co-fondatore e CEO dell’exchange, Changpeng CZ Zhao, a promuoverne l’utilizzo via Twitter proprio dopo il collasso di FTX.
Per quanto riguarda Bitcoin è molto usato anche Electrum, ed ultimamente è sempre più utilizzato anche Wasabi, perché supporta nativamente un mixer per oscurare i mittenti delle transazioni.
Da notare che Electrum supporta anche transazioni Lightning Network.
Questi ultimi due wallet però supportano solo Bitcoin, mentre non supportano altre criptovalute.
Ma oltre a Trust Wallet esistono anche molti altri wallet software non custodial che supportano anche criptovalute.
Molto utilizzato è My Ether Wallet (MEW), progettato specificatamente per Ethereum.
Forse, però, quello più utilizzato è MetaMask, perchè è un’estensione del browser che consente di connettersi a molte piattaforme crypto, tra cui ad esempio il marketplace di NFT OpenSea.
Un wallet che supporta diverse blockchain e gli NFT è Eidoo, nato per Ethereum e Bitcoin, ma ormai ampiamente utilizzato anche per altre reti come Polygon.
Gli hardware wallet
Sebbene vi siano molti hardware wallet differenti in circolazione, questo mercato è dominato da due colossi del settore: Ledger e Trezor.
Trezor è stato in assoluto il primo hardware wallet ad essere messo in commercio. Esiste dal 2013 ed è prodotto da una società specializzata della Repubblica Ceca.
Proprio perché è il primo ad essere sbarcato sul mercato riesce a mantenere ancora oggi un’importante quota delle vendite di hardware wallet.
Il più famoso però è il Ledger. Esiste dal 2014 ed è prodotto da una società francese specializzata.
È attualmente il dominatore di questo mercato, tanto che negli ultimi giorni è andato letteralmente in esaurimento su Amazon a causa dell’eccesso di richieste rispetto alla disponibilità.
Il fatto è che molti utenti preoccupati che altri exchange centralizzati possano fallire, portandogli così via i token che custodiscono sui loro wallet, hanno deciso di affidarsi proprio al Ledger per custodire in sicurezza i loro fondi crypto.
I paper wallet
Se in teoria i paper wallet potrebbero essere considerati per certi versi i wallet non custodial più sicuri, dall’altro, però, presentano grossi rischi ed enormi limitazioni.
Per creare un paper wallet esistono vari siti online che consentono di generare coppie di chiavi private ed indirizzi pubblici, ma sono sconsigliati perchè l’utente medio non è in grado di verificare con certezza che tali siti non memorizzino le chiavi private da loro generate.
La soluzione più sicura è quella di scaricarsi un wallet software non custodial, lanciarlo per creare un wallet, appuntarsi le chiavi private o il seed su un foglio di carta, e poi disinstallare il software rimuovendo tutti i suoi dati, compresa la cartella in cui è stato installato.
Infatti per poter utilizzare i token conservati su un paper wallet è comunque sempre necessario utilizzare un wallet software, ma l’elevato livello di sicurezza dei paper wallet consiste proprio nel non avere online le proprie chiavi.
Quindi il wallet software lo si può utilizzare solo per creare il paper wallet, e poi eventualmente per effettuare delle transazioni di invio di token reinstallandolo, ma nel mezzo deve essere disinstallato, altrimenti si perde l’elevato livello di sicurezza.
Questa procedura rende piuttosto scomodo l’utilizzo di paper wallet, e non risolve del tutto il problema della sicurezza.
Infatti per poter essere davvero sicuro, il paper wallet deve essere considerato in un luogo inaccessibili a chiunque, come ad esempio una cassaforte o una cassetta di sicurezza. Il fatto è che chiunque riesca a leggere le chiavi private appuntate sul paper wallet può potenzialmente utilizzarle per rubare tutti i token conservati sui relativi indirizzi pubblici.
Pertanto l’utilizzo dei paper wallet è consigliato solo per utenti esperti.