Come sappiamo, dopo gli ultimi avvenimenti che hanno ulteriormente peggiorato una fase già ribassista di mercato, molte crypto ne hanno risentito, tra cui Cronos (CRO), il token di utilità della piattaforma di exchange di criptovalute Crypto.com.
Infatti, nelle ultime settimane, Cronos è crollata registrando cali fino al 50%, partendo dal prezzo di 0,11$ l’8 novembre e toccando il minimo di 0,05$ il 14 novembre.
Anche CRO, dunque, non sfugge tre le numerose vittime seguite al crollo dell’exchange FTX, che ha fatto registrare cali significativi anche per crypto come Bitcoin e Ethereum o per società come Genesis e BlockFi.
Summary
Il CEO di Crypto.com rassicura, ma l’andamento di Cronos (CRO) continua a preoccupare
Kris Marszalek, CEO dell’exchange Crypto.com, ha recentemente rassicurato i suoi clienti in merito al capitale di 1 miliardo di dollari che l’exchange ha spostato su FTX, sostenendo che è stato completamente recuperato.
Inoltre, il CEO ha sottolineato che l’esposizione dell’azienda è di soli dieci milioni di dollari.
Infatti, Marszalek ha comunicato agli utenti che l’exchange non interromperà i prelievi e ha negato le parole di chi lo accusava di aver utilizzato il token nativo dell’exchange come garanzia per i suoi prestiti.
Ad ogni modo, va sottolineato, gli esperti sostengono che le criptovalute continueranno a fluttuare a seguito del continuo impatto del mercato orso e ora aggravato dall’effetto a catena causato da FTX.
Tuttavia, seppur il crollo di FTX non ha alcun impatto sulla capacità di operare o sulla redditività di Crypto.com, sostengono gli esperti, il prezzo di Cronos è stato ed è ancora in caduta libera. Fattore, quest’ultimo, che preoccupa gli investitori e che, in generale nel mercato crypto, ha creato non poca sfiducia.
Come anticipato, il prezzo di Cronos è arrivato a toccare il picco nella giornata del 14 novembre, più o meno una settimana dopo il crollo di FTX, registrando il minimo di 0,05$.
Tuttavia, solo due giorni dopo, il 16 novembre, il prezzo sembrava riassestarsi e risalire, arrivando a 0,07 $ circa. Per tutta la settimana, il prezzo di CRO è rimasto più o meno stabile, continuando a subire variazioni tra 0,06$ e 0,07$ fino a sabato 19 novembre.
La variazione, negli ultimi sette giorni, è stata di -6,24%. Per comprendere il significativo calo del prezzo di Cronos, è importante ricordare che il giorno 8 novembre, quando FTX ha chiuso i prelievi e la conseguente corsa alle vendite ha innescato la crisi del mercato, CRO registrava un prezzo di 0,11$.
Oggi, nella giornata del 21 novembre, il prezzo di Cronos è di circa 0,06$, con un volume di exchange in 24 ore di 38,63$M. Nello specifico, CRO è al -7,49% nelle ultime 24 ore. È attualmente al -15,53% dal massimo storico di 7 giorni di 0,07$, e 3,18% dal minimo storico di 7 giorni di 0,06$.
Non solo Cronos, ecco chi altro ha subito gravi conseguenze dopo FTX
Il crollo di FTX ha messo in ginocchio l’intero settore crypto, portando a crolli di prezzo preoccupanti non solo per Cronos. Nello specifico, cattive sorti sono toccate a Genesis, la società di trading istituzionale.
La quale, l’11 novembre, dichiarava di avere 175 milioni di dollari bloccati all’interno del suo conto di trading su FTX. Tuttavia, la società di trading ha chiarito che questa esposizione non è rilevante per il business e non ostacolerà le sue operazioni. Specificando ulteriormente che questo fattore non ha alcun impatto sulle sue attività di market-making.
A Genesis si unisce anche BlockFi, società di crypto lending, che ha ammesso di avere un’esposizione significativa a FTX e alle entità aziendali associate. Tuttavia, la società ha smentito le voci secondo cui la maggior parte dei suoi asset sarebbero detenuti nell’exchange FTX.
Sempre nella giornata dell’11 novembre, infatti, BlockFi ha limitato le attività sulla sua piattaforma e ha interrotto i prelievi dei clienti, consigliando a questi ultimi di non depositare nei wallet BlockFi o negli Interest Account.
Solo Nexo, la piattaforma digitale che offre prestiti in criptovalute, recentemente ha dichiarato di aver concesso un piccolo prestito ad Alameda Research. Anche se, l’azienda ha sottolineato che l’importo era inferiore allo 0,5% degli asset totali.
A quanto pare, il prestito era interamente collateralizzato da asset digitali ed è stato venduto in base a un comunicato. Inoltre, l’azienda è riuscita ad evitare una potenziale perdita da 219$ milioni ritirando l’intero ammontare dall’exchange FTX.
Oltre queste situazioni prese in approfondimento, in generale, il dossier sul fallimento di FTX stima che l’exchange abbia più di 1 milione di creditori. Dunque, la situazione risulta critica per molte società aderenti al mondo crypto.
Seppur una ripresa è possibile, poiché non è la prima volta che il mercato si trova in situazioni critiche, è difficile stimare come e quando questo accadrà, dato che ogni situazione è a sé e, in particolare, quella dell’exchange FTX è unica.