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Il crollo di FTX poteva essere evitato

Il rischio di impresa è cosa difficile da soppesare ma ancora di più lo è il rischio relativo ad un investimento, il crollo di FTX poteva e avrebbe dovuto essere evitato

Come si poteva anticipare il crollo di FTX

Recentemente il mercato è stato scosso dalla questione FTX / Alameda Research che ha portato a cascata a un crollo pesante del mercato quando lo sguardo d’insieme non lo faceva presagire. 

Il crollo da contagio per le vicende di FTX era prevedibile se avessimo guardato al Token FTT e alle società di Sam Bankman-Fried (SBF) con lo stesso sguardo con cui guardiamo alle società quotate in Borsa. 

Per le società quotate in Borsa ad esempio ci sono rigorosi controlli alla base e periodici con tanto di bilanci verificati e coperture più o meno solide ma sempre sufficienti almeno sulla carta. 

La solvibilità, l’ebitda, il margine di profitto, sono solo alcuni dei parametri di cui tenere conto e che non sempre trovano un corrispettivo nel mondo crypto ma non è questo il punto. 

L’inadeguata gestione del rischio nelle criptovalute può portare a problemi serie e le società vanno guardate con un occhio più attento e vanno scelte sulla base della solidità delle proprie fondamenta. 

Nel caso Terra, o nella rocambolesca vicenda di FTX, si è verificato che società enormi almeno a un primo sguardo si sono rivelate poco trasparenti e per nulla solide al punto da diventare insolventi in men che non si dica.

Quantificare il rischio attraverso strumenti come il VaR e il deficit atteso oltre a quantificare la liquidità centralizzata e decentralizzata sono una prerogativa sine qua non per ogni società in questo comparto a maggior ragione dopo la vicenda FTX.

La diffusa mancanza di trasparenza e la scarsa regolamentazione (tolti il MiCA e quella americana che ad ogni modo sono ancora acerbe non c’è una regolamentazione dettagliata) agevola un modo di fare lassista, superficiale e che poco ha a che fare con i dettami del rigore della finanza classica.

Metriche di gestione del rischio 

Value at Risk (VaR)

Con il VaR, acronimo di Value at Risk, si può misurare quanto e come potrebbero verificarsi eventuali perdite in un portafoglio di cripto e come quindi sfuggire ai crolli del mercato. 

Questo parametro permette di dare un peso (un valore) a ciò che si sta analizzando e sul quale si stanno mettendo i propri soldi.

Il VaR può variare tra il 90% ed il 99%, se un VaR del 95% è di 30.000 dollari vuol dire che l’intero portafoglio quasi certamente perderà meno di questa cifra in un caso di stress.

La perdita potrà essere mediamente di massimo 30.000 dollari 5 giorni ogni 100 (100%-95%= 5%). 

Il VaR è in sostanza la perdita che potremmo accettare in base al rischio del mercato.

Se il budget di rischio è più ridotto come ad esempio nel caso di un exchange o di un leader, il VaR scende a circa il 99% e dovrebbe essere in concomitanza di regole più stringenti come dimostrato nel caso FTX di SBF.

L’expected shortfall (ES)

Questo indicatore così come il precedente, assurge al ruolo di misuratore della perdita (ponderata) più alta in un caso limite. 

Nel caso di un cigno nero come potrebbe essere stato FTT, si alterano la composizione delle distribuzioni dei rendimenti.

ES e VaR riescono a far capire a chi gestisce gli investimenti e quindi, il rischio, quanto la situazione possa precipitare in caso di crollo del mercato.

Con questi parametri le società possono determinare il rischio accettabile e garantire la liquidità sufficiente per far fronte a sbalzi improvvisi di valore nel mercato durante crolli come quello degli ultimi 20 giorni.

Volatilità implicita

Questo criterio costituisce in parte il prezzo di un’opzione e a seconda della volatilità con cui il mercato sconta un’opzione si può determinare quanto il mercato sarà scosso in prossimità della scadenza.

Metriche di liquidità

Profondità di mercato sugli scambi centralizzati

I cigni neri come Celsius e FTX dipendono dai problemi di liquidità dei relativi Token ovvero stETH e FTT. 

Chi aveva in portafoglio questi Token poteva e doveva già prima del crollo, capire a cosa poteva andare incontro qualora tutti i possessori avessero prelevato contemporaneamente le somme.

FTT era quasi totalmente in possesso di FTX, e la liquidità del lato offerta non era abbastanza per far fronte a tutte le vendite come successo durante il crollo. 

Il token di Polkadot, DOT ha una storia speculare a quella di FTT prima del disastro, nel caso specifico ha solo 4 milioni di dollari di supporto da parte dell’offerta entro il 2% del prezzo medio sugli exchange in cui è presente. 

Questa situazione per DOT è pericolosa e lo potrebbe far incorrere in un crollo dei prezzi in stile FTT. 

Dati sulla liquidità DeFi

Il mercato CEX non è abbastanza per offrire tutta la copertura alla liquidità di una criptovaluta e le società di criptovalute si dovrebbero convincere del fatto che la liquidità su questi mercati, ma anche su quelli DEX potrebbero comprendere scenari come un crollo che porti alla bancarotta e tutelarsi. 

Due diligence sugli scambi

La Due diligence sugli scambi ha oramai una importanza fondamentale per tutelarsi e fare scouting.

FTX era considerato affidabile nel mondo crypto anche dagli addetti ai lavori ma quando Coindesk ha aperto il vaso di pandora si è scoperto quanta polvere vi fosse sotto al tappeto e FTX è in pochi giorni fallita. 

I correntisti sono stati di certo quelli beffati con ingenti perdite di capitali ma anche gli hedge fund e trading desk che avevano i loro fondi archiviati su FTX so trovano molto male soprattutto dovendo giustificare la scelta di aver preferito la società di SBF ai loro investitori.

La due diligence di fatto diventa necessaria e lo è sempre per monitorare liquidità e governance.

In conclusione spesso, specialmente in società che si avvalgono di buona reputazione e grandi dimensioni i controlli diventano più labili ma è proprio questo l’errore più grande. 

In un mercato orso come quello che stiamo vivendo i difetti delle società vengono allo scoperto facilmente e i token illiquidi vengono pian piano smascherati.

STETH ed FTT sono stati solo gli utili esempi ma non è detto che ve ne siano altri. 

VaR e Expected Shortfall, aiuto chi investe a superare questi crolli e uscire illesi dal mercato orso. 

George Michael Belardinelli
George Michael Belardinelli
Ex Corporate manager presso Carifac Spa e successivamente Veneto Banca Scpa, blogger e Rhumière, negli anni si appassiona alla filosofia e alle opportunità che l'innovazione e i mezzi di comunicazione ci mettono a disposizione, in fissa con il metaverso e la realtà aumentata
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