Una famiglia di imprenditori Fintech ha citato in giudizio Nexo, l’importante exchange di crypto. Le motivazioni sembrano essere legate al fatto che la società abbia impedito il prelievo di fondi per poi intimidire gli investitori stessi a rivenderli alla società scontati.
Summary
Guai per Nexo, la società crypto sotto il microscopio
La causa è stata intentata presso l’Alta Corte con sede a Londra, i tre investitori del gruppo Fintech sostengono che Nexo non abbia concesso il prelievo di più di 107 milioni di sterline (l’equivalente di circa 126 milioni di dollari) di criptovalute. Gli imprenditori appartengono alla famiglia Morton, una nota famiglia di imprenditori inglesi.
I fratelli Jason e Owen Morton e il loro cugino Shane Morton, reclamano il fatto che Nexo abbia congelato i loro conti successivamente al tentativo degli investitori inglesi di ritirare i loro beni. La famiglia inglese viste le notizie della mancanza di trasparenza di varie aziende e società di crypto, non si è sentita sicura di mantenere un investimento così ampio ed aveva deciso di uscire fuori dall’investimento.
Secondo i documenti dell’Alta Corte, rilasciati in dichiarazioni della famiglia Morton, oltre al tentativo di Nexo di congelamento dei fondi, la famiglia è stata anche intimidita da Nexo, con lo scopo di comprare dagli investitori il token Nexo ad un prezzo scontato.
Se ciò fosse vero, sarebbe gravissimo per Nexo.
Il fondo dei tre investitori Morton, conteneva milioni di sterline in criptovalute Nexo, Nexo Tokens e altre decine di milioni di sterline in Bitcoin, Pax Gold e Stellar.
Le particolari preoccupazioni dei Morton erano riguardanti alla struttura di Nexo, sul suo status normativo con la Financial Conduct Authority (FCA) del Regno Unito e sulla misura in cui la somma di tutti i token Nexo era di proprietà dei dipendenti di Nexo.
Queste preoccupazioni della famiglia investitrice, che ora si è trovata costretta ad intentare una causa, erano state già espresse alla società di Nexo, nel dicembre del 2020.
Ma una risposta insoddisfacente da parte dei dirigenti di Nexo, ha fatto sì che nel marzo del 2021, i Morton hanno deciso e provato a vendere i loro token Nexo, al fine di ritirare tutto il loro investimento iniziale di 126 milioni di sterline.
Tuttavia, il loro tentativo di prelievo è stato amaramente bloccato, prima imponendo un limite di prelievo a 150.000 dollari al giorno. Successivamente il 23 marzo 2021, Nexo ha completamente bloccato gli imprenditori dal ritirare i loro beni, congelando i loro fondi e la loro possibilità di tentare di prelevare.
Successivamente, con spiegazioni poco chiare sul motivo del congelamento dei beni, i dirigenti Nexo hanno offerto alla famiglia Morten di vendere i propri token a Nexo, con uno sconto del 60% sul loro prezzo successivo. I Morten sono stati quasi costretti ad accettare, ma qualche tempo dopo, sicuramente dopo aver sentito più pareri legali, hanno deciso di intimare una causa presso l’Alta Corte di Londra.
Nexo e i suoi prodotti vengono messi in discussione perché non solvibili
Dopo la notizia della causa a Londra, non finiscono i guai per Nexo, che questa volta è sotto il radar per i suoi prodotti crypto. Infatti, nonostante i co-fondatori abbiano già assicurato che la piattaforma è solvibile, molti esperti di crypto hanno confutato queste affermazioni dichiarando che Nexo e i suoi prodotti non possono essere solvibili, soprattutto dopo il crollo di FTX.
L’analista di criptovalute Dylan Leclair ha messo in dubbio, principalmente il tasso di rendimento di Nexo rispetto al mercato medio della finanza decentralizzata (DeFi).
LeClair ha spiegato:
“Se il rendimento è maggiore del tasso di mercato ‘privo di rischio’, stanno per definizione assumendo un rischio direzionale per inseguire detto ‘rendimento”.
Il fatto che aziende come Celsius, BlockFi, Voyager e Vauld, che svolgono la stessa funzione di Nexo siano state contagiate amaramente dopo il crollo di FTX, mentre Nexo non sembri accusare il colpo, mette in una situazione di dubbio l’analista.
LeClair sostiene che attraverso prestiti garantiti dagli utenti, Nexo guadagna interessi ad un tasso superiore al rendimento offerto. Il problema qui è che in un sistema senza prestatore di ultima istanza, il modello di banca commerciale su binari crittografici può esplodere, rapidamente. Inoltre, il fatto che la società Nexo, controlli oltre l’82% della fornitura totale dei suoi token, non è di buon presagio per l’analista.