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Bitcoin mining: ancora in calo la difficulty

Buone notizie per chi fa mining di Bitcoin: oggi la difficulty è scesa ancora. 

Bitcoin mining: i livelli attuali della difficulty

La difficulty è il livello di difficoltà imposto automaticamente dal protocollo di Bitcoin a chi mina i blocchi, e si aggiorna ogni circa due settimane, ovvero ogni 2.016 blocchi. 

Il sei dicembre si era già verificata una forte riduzione della difficulty, ma il 19 era di nuovo leggermente aumentata. 

Il picco massimo di sempre è stato toccato tra il 21 novembre ed il 5 dicembre scorsi, quando ha sfiorato i 37 T. 

Il punto è che nella settimana precedente si era verificato il picco massimo storico di hashrate, ovvero della potenza di calcolo impegnata a livello globale sul mining di Bitcoin. A causa di quell’elevato livello di hashrate, il tempo medio occorso per minare i blocchi era sceso sotto i 9 minuti, mentre nel protocollo Bitcoin è previsto che sia di circa 10 minuti. 

A quel punto è scattato inevitabilmente un aumento della difficulty, per allungare il tempo medio necessario a minare un blocco. Infatti dopo il 21 novembre il bloc-time è salito fino addirittura a 13 minuti, anche perchè a causa dell’aumento della difficulty molti miner hanno dovuto spegnere le macchine meno profittevoli. 

Infatti, l’aumento della difficulty implica necessariamente per i miner un maggiore consumo di energia elettrica, a parità di risultati ottenuti, e dato che proprio poco prima della metà di novembre il valore di BTC ha toccato il minimo annuale, dopo il 21 novembre era diventato antieconomico minare con le macchine meno efficienti. 

L’hashrate del Bitcoin mining

Infatti proprio a partire dal 21 novembre si è verificato un netto calo dell’hashrate, passato da circa 270 Ehash/s a circa 240, a causa dell’aumento della difficulty che ha causato un aumento dei costi. Dato che il valore di BTC in quel frangente non è aumentato, l’aumento dei costi ha portato ad una netta riduzione della profittabilità del mining

A novembre la profittabilità del mining di Bitcoin è scesa così tanto che ha toccato i minimi degli ultimi cinque anni, molto vicina ai minimi di sempre. 

Il fatto è che, a fronte di un valore di mercato ai minimi annuali, l’hashrate invece era ai massimi di sempre, con inevitabilmente anche una difficulty ai massimi di sempre.

Quindi non c’è da stupirsi se a novembre l’hashrate si sia ridotto in modo significativo, tanto da far salire anche a 13 minuti il block-time a causa di una difficulty molto elevata. 

Inevitabilmente a quel punto si è verificata una prima forte riduzione della difficulty, il 6 dicembre, che ha reso di colpo il mining più profittevole. Infatti quasi subito molti miner hanno riacceso alcune delle macchine che avevano spento in precedenza, e l’hashrate è tornato sui 260 Ehash/s. 

Il block-time

A quel punto però il block-time è nuovamente sceso, anche sotto i 9 minuti, facendo sì che il 19 dicembre si verificasse un nuovo aumento della difficulty. 

In particolare proprio dal momento del crollo di FTX, che ha fatto toccare i nuovi valori di mercato minimi del 2022 al prezzo di Bitcoin, si è innescata una dinamica che ha fatto oscillare molto nel corso delle settimane il block-time, ovvero il tempo medio che intercorre tra il mining di un blocco e quello successivo. 

Mentre ad ottobre aveva oscillato proprio attorno ai 10 minuti, con piccole e brevi escursioni a 9 o a 11 minuti, a novembre prima è salito, a causa della riduzione dell’hashrate causata dalla riduzione della profittabilità a causa del calo dei prezzi, poi è sceso grazie alla forte riduzione della difficulty. 

In particolare a novembre si sono toccati veri e propri picchi anomali di block-time, fino ai 13 minuti del 26 novembre, superati in seguito dai 16 minuti del 24 dicembre. 

Infatti a dicembre a tutto ciò si è aggiunta la grande tempesta invernale negli USA che ha costretto molti miner a spegnere del tutto le macchine per risparmiare energia. 

Le proiezioni per il 2023

Questa dinamica sembra essersi ridotta un po’ con l’inizio del nuovo anno, ed ora che la difficulty è nuovamente scesa è possibile che si possa quasi azzerare, soprattutto in virtù del fatto che il prezzo di BTC sembra decisamente stabile. 

Va ricordato che l’hashrate aumenta molto lentamente, mentre i prezzi di mercato possono variare molto e molto velocemente. Infatti il picco dell’hashrate di novembre 2022 è di fatto una conseguenza della bolla speculativa sui prezzi dell’anno precedente, perchè ci è voluto un anno ai miner ad adeguare la loro potenza di calcolo ai nuovi valori di mercato di BTC. 

Se il prezzo di Bitcoin dovesse rimanere stabile nei prossimi giorni e nelle prossime settimane, un po’ come sta facendo da metà dicembre, il 2023 potrebbe iniziare con un periodo di anomala tranquillità, anche per i miner. 

I miner sono stati pesantemente danneggiati dal crollo dei prezzi del 2022, anche perchè nel 2021 avevano investito parecchio per acquistare macchine che occorrono mesi per poter ricevere e mettere in funzione. 

Non bisogna dimenticare che il mining è una competizione in cui vince chi ha maggiore potenza di calcolo, e perde chi ne ha di meno. In questo modo i miner sono di fatto incentivati ad aumentare il più possibile la loro potenza di calcolo, che è proprio ciò che è accaduto da fine 2020 a fine 2022. 

Infine, è necessario ricordare che Bitcoin per funzionare correttamente non necessita nè di molti miner, né di molta potenza di calcolo, né di consumi elevati di energia elettrica: sono i miner che, in maniera autonoma ed indipendente, decidono quanta potenza utilizzare e quanto consumare. Il protocollo Bitcoin si limita a metterli in competizione favorendo chi ha maggiore potenza di calcolo.  

Marco Cavicchioli
Marco Cavicchioli
"Classe 1975, Marco è stato il primo a fare divulgazione su YouTube in Italia riguardo Bitcoin. Ha fondato ilBitcoin.news ed il gruppo Facebook "Bitcoin Italia (aperto e senza scam)".
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