HomeCriptovaluteBitcoinIn risalita anche le azioni delle aziende di mining di Bitcoin

In risalita anche le azioni delle aziende di mining di Bitcoin

Il 2022 non è stato un anno terribile solo per i mercati crypto, ma anche per i prezzi delle azioni di quelle aziende che si occupano di mining di Bitcoin. 

Il crollo delle azioni legate al Bitcoin mining

Se si vanno ad analizzare le performance del 2022 delle azioni di qualcuna di queste aziende si scopre che sono state decisamente catastrofiche, con perdite ben maggiori rispetto a quelle di azioni di altri settori. 

Prendendo come riferimento l’indice Nasdaq 100, nel corso del 2022 è sceso da 16.300 punti fino a 10.900 punti, con una perdita del 33%. I mercati crypto nel medesimo periodo hanno perso quasi il doppio, con la capitalizzazione di mercato crollata del 65% da 2.300 miliardi di dollari a poco più di 800 miliardi. 

Ad esempio il titolo Bitfarms (BITF), quotato proprio al Nasdaq, nel corso del 2022 ha perso addirittura l’88%, ovvero molto più di quanto ha perso nel medesimo periodo il mercato crypto o Bitcoin

Marathon Digital Holdings (MARA), anch’essa quotata al Nasdaq, ha perso l’87%, così come Hive Blockchain Technologies (HIVE) che ha perso l’88%. 

Si è trattato pertanto di un crollo quasi verticale, dovuto sia al fatto che nel 2021 si era gonfiata una vera e propria bolla speculativa su questi titoli, sia forse anche al fatto che nel corso del 2022 è stato chiuso definitivamente il mining di Ethereum, con solo quello di Bitcoin rimasto davvero interessante per questi colossi. 

Il rimbalzo

Le cose però sembrano drasticamente cambiate in questo inizio di 2023. 

Infatti è possibile che i crolli dell’anno scorso siano stati eccessivi, ma soprattutto è possibile che l’uscita di scena di alcune società di mining di Bitcoin a causa del loro fallimento finanziario, tipo Core Scientific, abbia reso un po’ meno competitivo e difficile questo mercato per le società rimaste. 

D’altronde il 2022 è stato l’anno nero del mining, pertanto le società che sono riuscite a resistere a questa vera e propria catastrofe hanno dimostrato una notevole resilienza. 

Sebbene il rimbalzo di queste prime settimane del 2023 non sia nemmeno lontanamente in grado di riportare le azioni delle società di mining di Bitcoin ai livelli del 2021, sembra comunque suggerire che il crollo del 2022 sia terminato. 

Il titolo Bitfarms ad esempio ha guadagnato il 178% dai minimi di dicembre, ma è ancora del 78% sotto i valori di inizio 2022. Il prezzo attuale è in linea con quello di dicembre 2020, ovvero dopo che era appena iniziata l’ultima grande bullrun. 

MARA è a +163% da dicembre, ma a -74% da gennaio 2022, mentre HIVE è a +135% da dicembre, ma a -75% da gennaio 2022. 

Questo notevole rimbalzo mostra chiaramente che la ragione di tali percentuali così elevate siano i prezzi troppo bassi toccati a dicembre, dopo un anno di perdite probabilmente eccessive. 

Tuttavia il 2022 è stato oggettivamente un anno così difficile per il mining che la paura di fallimenti a raffica tra le aziende del settore era molto diffusa. 

D’altronde queste sono aziende che devono investire molto, e molto in  anticipo, e che quindi potrebbero non essere in grado di sostenere tutti i costi in caso di forte flessione del fatturato. Questo è proprio ciò che è accaduto, con l’inevitabile fallimento di alcune di esse. 

Ora che i costi che devono affrontare coloro che fanno mining di Bitcoin sono scesi, e che la competitività in questo settore si è ridotta, tali paure si sono in parte dissolte, permettendo ai prezzi delle azioni di queste società di tornare su livelli meno anomali. 

Infatti le perdite accumulate fino ad ora da gennaio 2022 a gennaio 2023 dai prezzi delle azioni delle società di mining sono in linea con quelle dei mercati crypto, sebbene ancora leggermente superiori. Invece quelle accumulate fino a dicembre erano decisamente eccessive. 

Mining di Bitcoin: la volatilità delle azioni

Per certi versi è curioso che i prezzi delle azioni di queste società quotate su una borsa tradizionale come il Nasdaq risultino essere stati più volatili anche di quelli delle principali criptovalute, ma il settore del mining ha da risolvere alcune problematiche aggiuntive che lo rendono molto difficile, molto competitivo, e quindi ad elevata volatilità. 

Il problema maggiore è proprio la necessità di doversi prendere rischi enormi facendo grossi investimenti in macchinari ed infrastrutture molto prima che questi possano iniziare a produrre fatturato. 

I mercati crypto invece evolvono molto velocemente, potendo così mettere in crisi quelle aziende che si sono presi più rischi. In un tale scenario sono giustificati sia l’eccesso di entusiasmo durante le bull run, sia l’eccesso di paura durante i bear market. 

Basti pensare che ad esempio il prezzo del titolo Bitfarms aveva fatto segnare un incredibile +4.000% tra ottobre 2020 e novembre 2021, ovvero performance estremamente anomale sulle borse tradizionali. 

È evidente che si trattò solo di una bolla speculativa di enormi dimensioni, superiori anche a quelle della bolla che si gonfiò sui mercati crypto. 

A quel punto è più che ovvio che nel momento dello scoppio le perdite siano state così elevate. 

L’attuale prezzo di Bitfarms comunque è ancora del 350% superiore a quello di ottobre 2020, e questo dimostra come il settore in realtà sia ancora promettente, nel suo complesso. Resta da capire se bolle di tali dimensioni possano ripetersi anche in futuro, oppure se quello del 2021 sia stato solo un caso isolato. 

Marco Cavicchioli
Marco Cavicchioli
"Classe 1975, Marco è stato il primo a fare divulgazione su YouTube in Italia riguardo Bitcoin. Ha fondato ilBitcoin.news ed il gruppo Facebook "Bitcoin Italia (aperto e senza scam)".
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