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Terra: ottime news per la crypto Luna

Ieri il valore di mercato della crypto di Terra Classic, Luna Classic (LUNC), ha fatto un piccolo balzo grazie ad alcune buone news che lasciano spazio a qualche speranza. 

Terra Classic è il nuovo nome dato all’ecosistema Terra imploso a maggio 2022 a causa del fallimento della stablecoin UST. Ora anche la stablecoin ha cambiato nome in USTC, anche se non è più ancorata al dollaro, così come la criptovaluta Luna diventata LUNC (Luna Classic). 

Non vanno confusi con Terra 2.0, e la sua criptovaluta LUNA, che sono un altro progetto, non basato su stablecoin algoritmiche come quello precedente. 

News: il prezzo della crypto Terra, Luna Classic

Ieri di colpo il prezzo di LUNC è salito 0,159 millesimi di dollaro a 0,176 millesimi, con un piccolo balzo del 10% in poco più di tre ore. 

Sebbene il prezzo attuale sia semplicemente tornato in linea con quello di una settimana fa, a inizio gennaio era di 0,145 millesimi, quindi in meno di tre settimane è aumentato del 21%. 

Tuttavia rimane di quasi il 100% inferiore a quello di maggio 2020, precedente all’implosione, tanto che ad oggi si tratta ancora solamente di un token speculativo. Non sembra esserci all’orizzonte la possibilità che possa nemmeno avvicinare i livelli precedenti al crollo, ovvero 80$, perchè si tratta di livelli di decine di migliaia di volte superiori. 

Ma il fatto che l’ecosistema Terra Classic a maggio 2022 sia imploso non significa che sia scomparso, o che la sua evoluzione si sia arrestata definitivamente. 

L’ultima news sull’ecosistema crypto Terra Luna

La buona notizia per l’evoluzione di Terra Classic è che qualche giorno fa Binance ha dichiarato ufficialmente che ne supporta l’ultimo aggiornamento. 

Si tratta della proposta 11242, già approvata l’11 gennaio con il 96% di voti favorevoli. 

Il 14 gennaio l’aggiornamento è stato implementato nel protocollo Terra, e questo può essere interpretato in due modi. 

Il primo è la considerazione che di fatto lo sviluppo del progetto Terra Classic sta continuando. Ora che i fondatori se ne sono andati creando Terra 2.0, il progetto sta avendo una nuova vita, anche se la stablecoin su cui era basato in precedenza risulta ancora implosa e probabilmente irrecuperabile. 

Il secondo è che Binance sta continuando a supportarne l’evoluzione, abbandonando invece quella di Terra 2.0. 

Binance, il maggior exchange crypto del mondo, aveva supportato fin dall’inizio il progetto Terra/Luna, ma era stato molto critico nei confronti dei suoi fondatori quando UST implose portandosi dietro l’intero ecosistema. 

Quando i fondatori abbandonarono il vecchio progetto per crearne uno nuovo, chiamato Terra 2.0, Binance di fatto scelse di continuare ad appoggiare quello originale, sebbene imploso, nel tentativo di supportarne l’evoluzione. 

In effetti nel corso del 2022, da giugno in poi, il valore di mercato di LUNC (Luna Classic) è salito moltissimo rispetto al valore a cui precipitò durante l’implosione di maggio, proprio perchè pare che il progetto abbia ripreso ad evolvere, seppur ancora scontando i danni dell’implosione. 

A giugno il prezzo era sceso fino a 0,046 millesimi di dollari, quindi da allora ha recuperato il 282%. 

L’aggiornamento

La proposta di governance 11242 approvata ed implementata elimina il nuovo conio di una parte dei token LUNC bruciati. 

Il testo della proposta approvata afferma che si azzera la politica di ricompensa del signoraggio, impedendo di fatto il re-conio di LUNC bruciati. 

Da notare però che al momento in cui questa nuova policy è stata implementata, il 14 gennaio, il prezzo era salito da 0,172 a 0,193 millesimi nel giro di una decina di ore, ma immediatamente dopo è tornato sotto gli 0,173 millesimi. 

Questo potrebbe sembrare strano, ma è il classico movimento speculativo basato sulle notizie, e sulla strategia “buy the rumors, sell the news”. 

Molto più interessante invece l’incremento di prezzo dai 0,151 millesimi del 3 gennaio fino ai 0,172 millesimi del 13 gennaio, perchè proprio il 4 gennaio è stata presentata la proposta 11242. 

Quindi la proposta sembra sia stata in grado di favorire una crescita solida del prezzo di LUNC, mentre la sua implementazione è stata solo un’occasione per gli speculatori. Anche perchè il 10 gennaio, quando ormai era evidente che la proposta sarebbe stata approvata, il prezzo salì ulteriormente da 0,153 a 0,172 millesimi, ovvero raggiungendo praticamente il livello attuale. 

Curioso invece il breve calo del 18 gennaio a 0,160 millesimi, subito recuperato ieri con il rimbalzo di cui sopra. 

I burn

Dato che in circolazione esistono ancora poco meno di 6.000 miliardi di token LUNC, la maggior parte dei quali creati durante l’implosione di maggio, i burn dei token sono l’unica possibile soluzione per cercare di riportare a galla il progetto. 

D’altronde il 13% sono già stati bruciati, perché inizialmente erano più di 6.800 miliardi. Al ritmo attuale potrebbe volerci ancora qualche anno prima che tornino ad essere più o meno come prima, e nessuno ha la certezza che in tutto questo tempo il progetto possa andare avanti e sopravvivere. 

Tuttavia perlomeno la strada intrapresa dopo la fuoriuscita dei fondatori sembra decisamente migliore rispetto a quella che portò all’implosione del 2022. 

Marco Cavicchioli
Marco Cavicchioli
"Classe 1975, Marco è stato il primo a fare divulgazione su YouTube in Italia riguardo Bitcoin. Ha fondato ilBitcoin.news ed il gruppo Facebook "Bitcoin Italia (aperto e senza scam)".
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