Oggi Reuters ha pubblicato un articolo a firma di Medha Singh e Lisa Pauline Mattackal in cui afferma senza mezzi termini che la vincitrice sul mercato delle stablecoin per ora è Tether.
In effetti osservando le variazioni della capitalizzazione di mercato delle principali stablecoin in USD in queste prime settimane del 2023 USDT, ovvero Tether dollar, emerge chiaramente come quella che ha performato meglio.
Summary
La capitalizzazione di mercato di Tether
A inizio 2023 la capitalizzazione di mercato di USDT era di circa 66,2 miliardi di dollari, e tale è rimasta fino a metà gennaio.
Dopo l’inizio della piccola bull run di gennaio dei mercati crypto ha però ripreso a crescere, prima salendo a 67,8 miliardi a fine mese, e poi arrivando a superare i 70 miliardi nelle ultime settimane.
Questo, però, non è il livello massimo, perché il picco storico fu raggiunto ad inizio maggio 2022, prima dell’implosione dell’ecosistema Terra/Luna, quando arrivò a superare gli 83 miliardi di dollari.
Di fatto però l’attuale capitalizzazione di mercato di Tether dollar è solo del 15% inferiore al picco massimo di sempre.
Nel corso del 2022 scese per ben due volte sotto i 70 miliardi, ovvero a giugno, quando poi scese anche sotto i 66 miliardi nel mese successivo, ed a novembre, quando riscese di poco sopra i 65 miliardi.
In altri termini nel 2022 oscillò tra i 65 e gli 83 miliardi, per poi riportarsi apparentemente stabilmente sopra i 70 miliardi in questo inizio di 2023.
Da notare che ad inizio 2021 era di soli 21 miliardi, quindi il livello attuale è di quasi tre volte e mezzo quello pre-bolla.
La capitalizzazione dei concorrenti
La principale concorrente è USD Coin, ovvero USDC, la cui capitalizzazione di mercato nel 2023 è scesa da 44,5 miliardi di dollari a 40,9, per poi risalire negli ultimi giorni a 42,2. Praticamente ha fatto il percorso opposto di USDT, sebbene la sua capitalizzazione ad oggi sia di dieci volte superiore a quella di inizio 2021.
In altri termini USDC è cresciuta molto più di USDT durante l’ultima grande bull run, per poi fermarsi a giugno del 2022.
I maggiori problemi, però, li ha BUSD (Binance USD), dato che il suo emittente (Paxos) ha annunciato che non emetterà più nuovi token.
Infatti, nel corso di queste prime settimane del 2023 la sua capitalizzazione è crollata da 16,5 a 12,4 miliardi di dollari, sebbene sia ancora di oltre dieci volte superiore a quella di inizio 2021.
Quindi, in proporzione BUSD è tra le principali stablecoin che è cresciuta di più durante l’ultima grande bull run, ma ora è quella che ha più problemi.
Da notare che anche DAI, ovvero la quarta principale stablecoin sul dollaro USA, in questo 2023 ha visto scendere la propria capitalizzazione da 5,7 a 5,2 miliardi.
Oltretutto DAI non è una stablecoin collateralizzata nel sottostante, ma algoritmica, e questo in teoria ne fa una stablecoin a rischio maggiore.
L’analisi di Reuters
Singh e Mattackal affermano che il mondo delle stablecoin in questo momento sembra essere diventato improvvisamente traballante.
Tuttavia fa notare che, nel complesso, l’impatto dei problemi di BUSD e USDC sul mercato delle stablecoin non è stato negativo, perché il valore complessivo è cresciuto di 2 miliardi di dollari.
In altre parole Tether da sola non solo ha retto l’intero ecosistema delle stablecoin, ma è addirittura riuscito a farlo crescere.
L’articolo cita anche le parole del CEO della rete di sviluppatori Bitcoin Hiro, Alex Miller, che afferma che sui mercati crypto c’è troppa richiesta di stablecoin basate sul dollaro perché se ne possa davvero fare a meno.
Cita anche le parole del responsabile della ricerca e della strategia presso la società di criptovalute Matrixport, Markus Thielen, secondo cui senza mezze misure in questo momento Tether sta semplicemente vincendo.
I problemi di Tether
Questa dinamica sta stupendo molte persone, perchè fino a pochi mesi fa era in realtà molto diffusa l’ipotesi che USDT fosse quella con i maggiori problemi.
A dire il vero si trattava solo di ipotesi, perchè di problemi seri ultimamente Tether non ne ha mai mostrati, ma dato il passato a tratti turbolento dell’azienda, come ad esempio il famoso blocco da 850 milioni di dollari del 2018, queste ipotesi spadroneggiavano.
Inoltre, in passato Tether è stata accusata, anche da fonti apparentemente autorevoli, di aver manipolato il mercato crypto creando USDT dal nulla, ma anche queste accuse alla fine sono state semplicemente messe da parte a causa di mancanza di prove.
Anzi, Tether nel corso degli ultimi mesi è stata in grado di dare prova della totale copertura di tutti gli USDT emessi, e di mostrare anche un netto cambiamento nella scelta degli asset da utilizzare come copertura, preferendo sempre di più quelli solidi come il debito pubblico statunitense.
A questo punto non stupisce affatto che dopo un 2022 difficile, USDT sia tornata ad essere la stablecoin che domina il mercato crypto, sebbene USDC e BUSD continuino ad essere ampiamente in uso soprattutto nella DeFi.
Nel caso in cui le vecchie ipotesi riguardanti i presunti problemi di USDT fossero davvero svanite, probabilmente si è aperta una specie di nuova era per Tether.