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Fed: le parole di Jerome Powell non fanno bene a Bitcoin

Ieri le parole del Presidente della Fed, Jerome Powell, hanno turbato i mercati e alla fine hanno anche fatto scendere il valore di Bitcoin. 

Le parole del capo della Fed Jerome Powell colpiscono Bitcoin

I punti più critici del suo discorso sono stati due. 

Il primo riguarda i futuri aumenti dei tassi di interesse negli USA. Infatti, fino a ieri si credeva che la Fed li avrebbe aumentati solamente più di due o tre volte, di soli 25 punti base. 

Invece, Jerome Powell ieri ha avvertito che la Fed potrebbe essere costretta ad accelerare la manovra del rialzo dei tassi di interesse. Quindi non più aumenti da soli 25 punti base, ma probabilmente da 50. 

Infatti, di colpo le previsioni degli analisti e degli investitori si sono adeguate, tanto che ora un aumento dei tassi di 25 punti il 22 marzo viene dato probabile solamente al 26,5%, mentre un aumento di 50 punti viene ormai dato probabile al 73,5%. 

Il fatto è che l’euforia di gennaio sui mercati finanziari era dovuta probabilmente proprio alla speranza che la Fed potesse ridurre l’aumento dei tassi, o addirittura fermarsi. Visto che ieri è emerso l’esatto opposto, i mercati hanno reagito male. 

Il secondo punto critico, quello in realtà con le maggiori implicazioni, riguarda il costo del denaro negli Stati Uniti. Infatti secondo le dichiarazioni esplicite di Powell potrebbe arrivare ad un livello più elevato di quanto previsto fino ad ora.

In precedenza si riteneva che a forza di alzare i tassi di interesse questi nel corso del 2023 avrebbero potuto arrivare al massimo a 525/550 punti. 

Invece dopo le parole di ieri di Powell vengono assegnate maggiori probabilità che a giugno arrivino a 550/575 punti, con addirittura il 34% di probabilità che a settembre possano arrivare a 575/600 punti. Va però detto che in questo momento la possibilità che rimangano sui 550/575 punti a settembre è ancora maggiore (42%). 

Già tassi di interesse a 500 punti, come quelli che presumibilmente si avranno dopo il 22 marzo, sono ritenuti alti, quindi 550 o 575 punti sarebbero decisamente molto alti. 

Per non parlare di 600 punti, ovvero una quota che non si è mai più raggiunta dopo i primi anni duemila, quando si dovette reagire alla crisi finanziaria dovuta allo scoppio della bolla delle dot-com, ed alle conseguenze dell’attacco alle Torri Gemelle. 

Lo scenario economico-finanziario

Powell però ha anche detto che i recenti dati economici si sono rivelati essere più robusti di quanto anticipato nei mesi scorsi, e che le decisioni in merito all’aumento dei tassi in realtà non sono ancora state prese, perché dipenderanno dagli ulteriori dati che emergeranno nelle prossime settimane. 

I dati più importanti sono due. 

Il primo è sicuramente quello relativo all’inflazione. Tra qualche giorno verrà comunicato il dato ufficiale dell’inflazione a febbraio negli USA, e se questo non dovesse essere particolarmente buono c’è da attendersi che la Fed sia costretta ad andare avanti con il piano descritto da Powell. 

Infatti, va ricordato che a gennaio non solo l’inflazione al 6,4% è risultata essere ancora lontana dal target del 2%, ma è anche risultata pochissimo in calo rispetto al 6,5% di dicembre.  

Solo nel caso in cui a febbraio fosse scesa ampiamente sotto il 6% la Fed potrebbe concedersi il lusso di non aumentare il ritmo di incremento dei tassi. 

Il secondo dato riguarda il mercato del lavoro, sia perché la Fed oltre a tenere sotto controllo l’inflazione ha anche l’obiettivo statutario di favorire la piena occupazione, sia perchè uno stato del mercato del lavoro particolarmente buono paradossalmente rischia di costringere la Fed ad alzare maggiormente i tassi, dato che favorirebbe l’inflazione. 

Powell inoltre ha anche ammesso che la Fed intende mantenere i tassi elevati per un po’ di tempo, e questo ai mercati piace poco. 

Il prezzo di Bitcoin

Ieri, quando Powell ha iniziato a dire queste cose, il prezzo di Bitcoin di colpo è sceso da 22.300$ a 21.900$, ma quasi subito è rimbalzato riportandosi oltre i 22.300$. 

Tuttavia dopo la fine del discorso di Powell le cose sono tornate a peggiorare, tanto che prima il prezzo di BTC è tornato a 21.900$, e poi nel corso della notte addirittura è sceso per un brevissimo momento anche sotto questa soglia. 

Praticamente ora sta oscillando intorno ai 22.000$, in modo vagamente simile a come fece il 13 febbraio attorno ai 21.600$. Da notare che il 14 febbraio rimbalzò fino a 22.200$, ed il giorno seguente di colpo balzò sopra i 24.000$. 

Molti ieri hanno fatto notare che sembrava anomalo il rimbalzo da 21.900$ a 22.300$ mentre Powell stava ancora parlando, ed in effetti nelle ore seguenti il prezzo è tornato a 21.900$.

Mentre ieri le Borse USA hanno dato chiari ed inequivocabili segni di debolezza, sul breve periodo, Bitcoin, invece, ha dato un vago segnale non proprio di forza, ma perlomeno di resistenza. 

Inoltre, il Dollar Index ieri è schizzato sopra i 105 punti, arrivando nel corso della giornata a sfiorare anche i 105,9 punti, per poi scendere sotto i 105,8 punti. Dato che solo ieri era stato anche sotto i 104,2 punti, non è impossibile immaginare un calo dai livelli attuali che potrebbe favorire un piccolo rimbalzo del prezzo di Bitcoin. 

Marco Cavicchioli
Marco Cavicchioli
"Classe 1975, Marco è stato il primo a fare divulgazione su YouTube in Italia riguardo Bitcoin. Ha fondato ilBitcoin.news ed il gruppo Facebook "Bitcoin Italia (aperto e senza scam)".
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