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Ora si possono mintare asset anche su Lightning Network

Lightning Network (LN) negli ultimi anni stava risolvendo il problema relativo alla frequente congestione della rete Bitcoin. 

In particolare, consentendo di effettuare transazioni in BTC off-chain, evitava di dover passare per la mempool, che era proprio quella che si congestionava spesso. 

Ultimamente il problema, però, si è ripresentato grazie agli Ordinals ed ai token BRC-20, ovvero asset crypto che possono essere mintati sulla blockchain di Bitcoin. 

Infatti, questi asset erano minabili e scambiabili solo on-chain, quindi dovendo necessariamente passare sia per la mempool che per la blockchain di Bitcoin. 

Ancora una volta per risolvere il problema si è potuti ricorrere a Lightning Network. 

L’annuncio di Lightning Labs

Un paio di giorni fa Lightning Labs ha annunciato il lancio della nuova versione di Taproot Assets, che consente di emettere asset sia su Bitcoin che su Lightning Network.

Grazie a questo nuovo protocollo sarà possibile spostare su LN anche i token mintati sulla rete Bitcoin, in particolare utilizzando LN per inviarli, così come si fa già da tempo per i BTC. 

Il post ufficiale di Lightning Labs con cui ha descritto il nuovo protocollo non a caso si intitola “Mint the Future with Taproot Assets v0.2”, perchè spostare gli asset crypto dalla rete Bitcoin a LN spalanca le porte letteralmente ad un nuovo futuro. 

Basti pensare a quale incredibile successo hanno avuto nel corso del tempo i token mintati su Ethereum

Sebbene in questo particolare caso non si tratti di veri e propri token, perchè dal punto di vista tecnico si tratta di inscription, la funzionalità è la stessa. 

Ethereum senza USDT e le altre stablecoin probabilmente sarebbe ancora poca cosa, mentre sulla rete Bitcoin semplicemente non si possono emettere altri token. 

In teoria, molti protocolli DeFi potrebbero spostarsi su LN, ora che c’è Taproot Assets v0.2, in particolare quelli che consentono la creazione di stablecoin ed exchange decentralizzati. 

Taproot Assets v0.2

Il protocollo Taproot Assets v0.2 si può utilizzare grazie al daemon Taproot Assets Protocol (TAP), in precedenza chiamato Taro.  

Questo daemon fornisce un set di funzionalità per gli sviluppatori che vogliono emettere, inviare, ricevere e scoprire asset sulla blockchain di Bitcoin.

Attualmente TAP è ancora solo su testnet, ma il supporto per la mainnet è in arrivo. 

In precedenza il problema era che i protocolli esistenti per l’emissione di asset sulla blockchain di Bitcoin scrivevano i metadati direttamente nello spazio dei blocchi, ovvero in modo particolarmente inefficiente. 

La conseguenza inevitabile è stata un eccessivo riempimento dei blocchi, e soprattutto il boom dei costi delle commissioni sulle transazioni sulla blockchain di Bitcoin. 

Questo rendeva evidente che tali protocolli non fossero affatto progettati per supportare un elevato numero di transazioni. 

Taproot Assets invece è stato progettato per gestire in modo efficiente l’emissione arbitraria di asset ed il loro trasferimento sulla blockchain di Bitcoin in grandi quantità.

Infatti, è stato progettato per funzionare soprattutto off-chain, dove il problema della congestione e delle fee elevate semplicemente non c’è. 

La soluzione principale è quella di consentire di coniare e/o trasferire in un’unica transazione on-chain un numero illimitato di asset. In altre parole il grosso delle operazioni avviene off-chain, quindi senza alcun peso per la blockchain e con fee irrisorie, mentre on-chain avviene solo il minimo indispensabile. 

Così rimane possibile godere della natura permissionless della blockchain di Bitcoin, ma al tempo stesso consente di rendere scalabila la creazione ed il trasferimento di asset senza incorrere nei vincoli e nei limiti della medesima blockchain. 

Lightning Labs scrive: 

“Gli utenti saranno presto in grado di integrare i propri asset su Lightning Network per transazioni istantanee, ad alto volume ed a basso costo. Ciò sfrutta gli effetti di rete esistenti e la base di installazione di wallet, exchange e merchant, invece di dover avviare un nuovo ecosistema da zero”

La DeFi su Lightning Network (LN)

Grazie a questo nuovo protocollo si potrebbero ricreare su LN molti dei principali protocolli DeFi. 

Oltre a ciò, molti degli emittenti di stablecoin potrebbero emettere i loro token anche su LN. 

Da notare che la prima e più importante stablecoin, USDT di Tether, nacque nel lontano 2014, quando ancora Ethereum non esisteva, e nacque proprio sulla blockchain di Bitcoin.

O, meglio, i primi token USDT furono emessi su Omni (Omni Layer Protocol), una piattaforma per la creazione e lo scambio di asset crypto costruita sopra la blockchain di Bitcoin. 

Ancora oggi ci sono in circolazione quasi 900 milioni di token USDT su Omni, anche se la stragrande maggioranza sono su Ethereum e Tron. 

Dato il supporto storico offerto dal gruppo iFinex a LN, è facilmente immaginabile che prima o poi verranno emessi USDT anche su Taproot Assets o similari. 

Una volta presenti le stablecoin su LN, grazie a soluzioni come questa, è facile immaginare che qualcuno lancerà anche dei DEX su LN, ed a quel punto Lightning Network sarebbe pronta per diventare una rete ampiamente utilizzabile anche per la finanza decentralizzata. 

Ad oggi la rete Bitcoin è solo al quattordicesimo posto per TVL nel settore DeFi, superata anche da DefiChain, Kava e Mixin, anche perchè praticamente esiste un unico protocollo su Bitcoin che abbia un TVL interessante: Lightning Network. 

Ma con l’aggiunta degli asset mintabili liberamente da chiunque su LN il suo TVL potrebbe esplodere. 

La congestione di Bitcoin

Fino alla metà di aprile più o meno ogni giorno venivano registrate sulla blockchain di Bitcoin in media 300.000 transazioni. 

Con il boom degli Ordinals e dei token BRC-20 questa media è esplosa, portandosi in pochi giorni sopra le 600.000 transazioni. Ormai quasi tutti i giorni si registrano 500.000 transazioni sulla blockchain di Bitcoin, con picchi ad oltre 650.000. 

Il fatto è che c’è un limite fisico al numero di transazioni registrabili al giorno sulla blockchain di Bitcoin, quindi questo boom ha intasato la coda delle transazioni in attesa di essere convalidate sulla mempool. 

Il risultato è stato un forte aumento delle fee, dato che i miner che convalidano le transazioni inserendole nei blocchi scelgono quelle che li fanno guadagnare di più, ovvero quelle con più fee pagate da chi le crea. 

La media delle fee per transazione è passata dai 2$ di metà aprile ai circa 4$ attuali, ma con un incredibile picco oltre i 31$ l’8 maggio. 

L’unica possibile soluzione, fortunatamente già esistente, sono i layer-2 che consentono di non dover registrare le singole transazioni sulla blockchain, e tra questi LN è in assoluto il principale. 

Non è un caso che anche per gli Ordinals ed i BRC-20 alla fine la soluzione sia proprio Lightning Network. 

I vantaggi del Lightning Network

LN offre due specifici vantaggi a chi lo usa in alternativa alle classiche transazioni sulla blockchain di Bitcoin. 

La prima è che non devono passare per la coda della mempool, potendo quindi essere convalidate quasi istantaneamente. 

La seconda, ancora più importante, è che hanno fee irrisorie, in certi casi addirittura trascurabili. 

Per spostare Ordinals o token BRC-20 non conviene passare per la blockchain dovendo sostenere costi relativamente elevati, a meno che non si stiano spostando grandi quantità o grandi valori. 

Quindi, la soluzione introdotta da Lightning Labs va a vantaggio degli stessi utilizzatori di questi nuovi asset sulla blockchain di Bitcoin, tanto che ci si aspetta che verrà utilizzata in massa per renderli facilmente trasferibili a basso costo. 

Il futuro di Bitcoin è primariamente off-chain, anche se tutto continuerà a basarsi sulla sua blockchain. 

Marco Cavicchioli
Marco Cavicchioli
"Classe 1975, Marco è stato il primo a fare divulgazione su YouTube in Italia riguardo Bitcoin. Ha fondato ilBitcoin.news ed il gruppo Facebook "Bitcoin Italia (aperto e senza scam)".
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