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Nuovo record storico per l’hashrate del mining di Bitcoin

Nei giorni scorsi si sono registrati i nuovi massimi storici per quanto riguarda l’hashrate del mining di Bitcoin. 

In realtà si tratta di un trend che è in crescita ormai da inizio anno, e che non sembra volersi arrestare. Quindi è possibile che nelle prossime settimane si registrino nuovi record. 

Bitcoin mining: il picco settimanale dell’hashrate

Prendendo come riferimento le medie settimanali, il picco massimo è stato raggiunto il 12 ottobre, a quota 456 Eh/s. 

Occorre come al solito ribadire che questi numeri non solo rilevamenti puntuali, o calcoli precisi, ma solamente stime. Quindi variano a seconda di chi le elabora. 

Nel caso specifico la stima del picco massimo a 456 Eh/s è di Hashrate Index

Si tratta della stima della media degli ultimi sette giorni, e risulta in crescita fin dagli ultimissimi giorni del 2022. 

Ad inizio 2023 era risalita sopra i 270 Eh/s, dopo il calo seguente al fallimento di FTX, ma già a fine mese era balzata a quasi 300 Eh/s, registrando il nuovo massimo storico. 

Nel corso del 2023 praticamente non ha fatto altro che aumentare, salendo prima a 350 Eh/s a marzo, poi a 400 Eh/s a luglio. Ad ottobre, per la prima volta nella storia, ha superato anche la soglia dei 450 Eh/s. 

Da notare che durante la bullrun del 2021 non era mai salita nemmeno sopra i 200 Eh/s, quindi il valore attuale è più di due volte e mezzo quello del periodo in cui sono stati registrati i prezzi massimi di sempre. 

A ciò va aggiunto che il picco giornaliero si è verificato l’11 ottobre, ma non è stato superiore al massimo storico del 15 settembre. Invece il picco orario si è verificato il 10 ottobre, alla ragguardevole quota di 531 Eh/s.  

Bitcoin mining: la crescita dell’hashrate

Il fatto è che l’hashrate può crescere solo molto lentamente. 

Per far crescere l’hashrate occorre produrre, acquistare ed attivare nuove macchine sempre più potenti, che hanno un costo per nulla abbordabile. 

Oltretutto una singola macchina arriva fino al massimo a circa 350 Th/s, ovvero meno di un milionesimo dei 450 Eh/s complessivi. Quindi per passare anche solo da 400 a 450 Eh/s occorrono più di 140.000 macchine di potenza massima. 

Questo fa capire perchè l’hashrate aumenti così lentamente, a fronte invece di movimenti di prezzo molto più ampi e rapidi. 

Va ricordato che l’hashrate dipende dal prezzo di Bitcoin, perchè tutti gli incassi del mining avvengono in BTC. 

Dato che minare ha costi elevati, e visto che i BTC che si incassano sono più o meno sempre gli stessi, se il valore di mercato di Bitcoin scende occorre ridurre le spese, e questo lo si fa spegnendo alcune macchine. 

Infatti nel corso degli ultimi mesi del 2022, quando il prezzo di BTC scese sotto i 16.000$, l’hashrate passò da 227 Eh/s a 197 Eh/s. Con la risalita del prezzo oltre i 25.000$ nel corso del 2023 la crescita dell’hashrate è ricominciata. 

Il problema della profittabilità

Il problema però è che ormai da agosto l’hashrate aumenta più del valore di mercato di BTC, riducendo quindi la profittabilità del mining

In altre parole i costi sono aumentati, ma gli introiti non sono aumentati di conseguenza. Questo ha ridotto sensibilmente i margini di guadagno, con la profittabilità scesa dagli 0,08$ al giorno per THash/s agli attuali 0,06$. 

Il livello attuale però è ancora superiore agli 0,05$ al giorno per Th/s toccati a fine 2022, quando il prezzo era inferiore a 16.000$ e l’hashrate inferiore a 200 Eh/s. 

Il fatto è che nel frattempo sono state messe in commercio macchine molto più efficienti, ovvero che a parità di spesa producono più Th/s. 

La grande crescita dell’hashrate del 2023 non è dovuta solo all’aumento del prezzo di Bitcoin, dato che ormai da ben sette mesi questo oscilla attorno ai 27.000$, ma soprattutto all’incremento di efficienza delle macchine per il mining. 

Ed è per questo che potrebbe proseguire. 

Il problema dell’halving

Ma i miner devono affrontare un altro problema: l’imminente halving. 

Infatti l’halving di aprile 2024 dimezzerà il premio per i miner, che quindi saranno costretti a spegnere le macchine meno efficienti. 

Anzi, è possibile che proprio in vista dell’halving i miner stiano spremendo al massimo proprio quelle macchine che dovranno spegnere definitivamente, dopo l’halving, perchè divenute troppo inefficienti. 

Può darsi che questo fattore incida anche sulla crescita dell’hashrate, dato che fanno numero anche le macchine meno efficienti. 

Una volta che verranno spente probabilmente la profittabilità media aumenterà, pur riducendosi gli incassi. La cosa buona è che l’halving è un fenomeno assolutamente prevedibile, quindi non coglierà nessun miner di sorpresa. 

L’accumulo

Non è nemmeno da escludere che molti miner stiano cercando di accumulare BTC ora che il prezzo è ben sotto i massimi, nella speranza che i BTC minati oggi possano valere molto di più domani. 

Dato infatti che l’hashrate dipende dal prezzo, alla fine anche i costi dipendono dal prezzo di mercato, visto che questi variano in funzione dell’hashrate. 

Quando i miner riducono l’hashrate, come avverrà probabilmente dopo l’halving, di fatto riducono anche i costi, e questo avviene anche quando i prezzi sono in forte discesa, come a fine 2022. 

La stessa cosa però vale al contrario, ovvero se il prezzo di Bitcoin nel corso dei prossimi anni dovesse salire sarà molto più costoso minare. 

Per questo motivo alcuni miner potrebbero pensare che conviene minarli ora che i prezzi sono più bassi rispetto a due anni fa, nella speranza che in futuro aumentino. 

Marco Cavicchioli
Marco Cavicchioli
"Classe 1975, Marco è stato il primo a fare divulgazione su YouTube in Italia riguardo Bitcoin. Ha fondato ilBitcoin.news ed il gruppo Facebook "Bitcoin Italia (aperto e senza scam)".
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