HomeCriptovaluteMining di Bitcoin: azioni di nuovo in risalita

Mining di Bitcoin: azioni di nuovo in risalita

Negli USA ci sono diverse società che si occupano di mining di Bitcoin le cui azioni sono quotate in borsa. 

Ovviamente i prezzi di quelle azioni oscillando seguendo l’andamento del prezzo di BTC, quindi non stupisce che il 2023 si stia rivelando per loro un anno più che positivo. 

Gli aumenti del 2023 delle azioni relative al Bitcoin mining

Prendiamo come primo riferimento le azioni MARA di Marathon Digital Holdings quotate al Nasdaq. 

Il loro prezzo ad inizio anno era di circa 3,4$, ma già a partire da metà gennaio avevano iniziato una risalita fino a quasi 8$.

Tale risalita è poi continuata ad aprile, arrivando fino a quasi 12$, e poi ancora tra giugno e luglio, quando arrivarono a superare i 19$. Da allora però sono scese, tanto che il prezzo attuale è di circa 9,2$. 

Altra azienda simile è Riot Platforms, con il suo titolo RIOT sempre quotato al Nasdaq. 

La parabola è stata simile, con un inizio di anno a quota 3,4$, una risalita prima a 7,5$ e poi a 13,5$, un picco a luglio oltre quota 20$ e poi una discesa fino agli attuali 11$. 

Da notare che in entrambi i casi dopo il picco di luglio c’era stata una forte discesa, fino a tornare sotto i 9$ ad ottobre. Ma con l’impennata del prezzo di Bitcoin sopra i 35.000$ sono potute risalire, facendo registrare nelle ultime settimane rispettivamente un +21,4%  ed un +26,7%.

Quello che però stupisce è che il picco annuale in entrambi i casi è stato toccato con BTC sotto i 32.000$, mentre ora che è a circa 35.000$ i prezzi delle azioni MARA e RIOT siano addirittura a circa la metà. 

Le eccezioni

Non tutti i titoli azionari legati al mining di Bitcoin però hanno seguito una parabola simile. 

Ad esempio ARBK di Argo Blockchain ha iniziato l’anno a circa 1$, e dopo essere schizzato a 2,7$ già a gennaio, ha poi iniziato una lateralizzazione discendente che lo ha portato agli attuali 1,1$. In altre parole fino ad ora in questo 2023 non ha guadagnato quasi nulla. 

Una parabola simile è quella seguite dalle azioni CAN di Canaan, mentre invece il titolo HIVE di Hive Blockchain Technologies ha seguito una sorta di via di mezzo. Ovvero HIVE ha seguito un trend simile a quello di MARA e RIOT, ma il prezzo attuale è inferiore al picco di gennaio. Anche HUT di Hut 8 Mining ha seguito un percorso simile. 

Invece sia BITF di Bitfarms che BTBT di Bit Digital hanno seguito una parabola simile ai due leader del settore, ovvero MANA e RIOT. 

Questo dimostra che non è solo l’andamento del prezzo di Bitcoin ad incidere sulle variazioni di prezzo di questi titoli, anche perchè si tratta di aziende produttive a tutti gli effetti che possono scontare anche tutta una serie di altri problemi che magari non incidono invece su Bitcoin. 

L’aumento della concorrenza

Il problema principale potrebbe essere il poderoso aumento di concorrenza che si è verificato durante l’anno. 

Sebbene questo aumento della concorrenza non sia dovuto tanto all’ingresso di nuovi importanti attori, ma solo da un aumento dell’hashrate, non bisogna dimenticarsi che il mining è una competizione. 

Pertanto se qualche attore aumenta la propria potenza di calcolo, mentre altri no, è come se per questi ultimi fosse aumentata la concorrenza. 

Oltretutto rispetto al 2021, quando il ban cinese sul mining fece scomparire quasi di colpo tutti i miner cinesi, ormai sono tornati anche i miner cinesi, seppur con una quota minore rispetto ad allora. 

Se a ciò ci si aggiunge che ad aprile dell’anno prossimo con il quarto halving di Bitcoin il premio per i miner verrà dimezzato, ci si rende anche conto che le aziende di mining più in sofferenza potrebbero persino rischiare di sparire. 

Tutto ciò va ben oltre il semplice andamento del prezzo di Bitcoin, quindi è necessario valutare più fattori quando si tenta di interpretare l’andamento del prezzo dei titoli quotati in borsa inerenti al mining. 

Guadagni sulle azioni del Bitcoin mining: il problema energetico

Non va infatti dimenticato che alla base dell’attività di mining di Bitcoin c’è un vero e proprio problema energetico, in particolare proprio per chi fa mining. 

Infatti il consumo energetico è elevato, e questo implica costi importanti. 

Se il prezzo della materia prima, ovvero l’energia elettrica, aumenta in modo significativo ma in differente misura per i vari attori di questo settore, ecco che i miner per i quali l’aumento risultasse eccessivo sarebbero costretti a spegnere le macchine ed a smettere di minare. 

Non è un caso che proprio nel corso dell’anno scorso, con il valore di mercato di BTC in calo ed il prezzo dell’energia elettrica in risalita, alcune aziende di mining siano fallite. E anche quelle che hanno resistito hanno visto crollare il loro valore ad esempio in borsa. 

Le azioni MARA hanno fatto registrare il massimo storico non a caso a novembre 2021, in contemporanea con quello di Bitcoin, a quasi 76$. Da allora nel giro di poco più di sei mesi erano precipitate a 5,5$, per poi scendere ancora fino ai 3,4$ di fine 2022. In altre parole nel corso del 2022 finirono per perdere il 95% dai massimi. 

Va però ricordato anche che a fine 2020, prima dell’ultima grande bull run, valevano solamente 2$, quindi anche dopo lo scoppio della bolla non sono mai più tornati ai livelli pre-bullrun. 

Marco Cavicchioli
Marco Cavicchioli
"Classe 1975, Marco è stato il primo a fare divulgazione su YouTube in Italia riguardo Bitcoin. Ha fondato ilBitcoin.news ed il gruppo Facebook "Bitcoin Italia (aperto e senza scam)".
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