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Grande attesa per i dati sull’inflazione negli Stati Uniti: nel frattempo, non si fermano queste presale crypto

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Previsti per oggi due eventi molto importanti: i dati relativi al mese di novembre sull’inflazione negli Stati Uniti e la riunione della Fed, che avverrà oggi e delibererà mercoledì sera. Secondo gli analisti di Bloomberg, l’inflazione ha subito un lieve rallentamento, mentre ci si aspetta che Powell metta le basi per un taglio dei tassi di interesse.

In questo scenario, cosa accadrà alle criptovalute? Che importanza ha Bitcoin? Ci sono in particolare due presale che proseguono molto velocemente: Bitcoin Minetrix, che con lo stake-to-mine ha superato $5,2 milioni, e Bitcoin ETF, che offre una finestra sugli ETF spot su BTC e ha raggiunto $3,6 milioni in prevendita.

Grande attesa per i dati sull’inflazione USA relativi a novembre 

Gli analisti di Bloomberg hanno espresso la loro previsione in merito ai dati dell’inflazione negli Stati Uniti, relativi al mese di novembre: secondo loro, l’indice dei prezzi al consumo rimarrà stabile su base mensile (0,0%), mentre su base annua si aspettano un lieve rallentamento, dal 3,2% al 3,1%, dell’inflazione headline.

Le stime relative al dato core, ovvero senza includere i prezzi di energia e alimenti, indicano un aumento dello 0,3% e una crescita del 4%. Di conseguenza, ci si aspetta che i tassi restino uguali ma che ci siano delle indicazioni relative a tagli futuri.

Infatti, sempre stando a Bloomberg, Powell potrebbe mettere sul tavolo le condizioni per giustificare un taglio, senza però specificare le tempistiche. Ma cos’è esattamente l’inflazione e che effetto ha sulle criptovalute e su Bitcoin?

L’inflazione e la sua azione sull’economia

Quando parliamo di inflazione, analizziamo la perdita di valore delle valute nel tempo e l’aumento del prezzo dei beni di consumo: questa è infatti identificata come una tendenza sostenuta al rialzo dei prezzi di beni e servizi all’interno di un’economia e corrisponde anche alla perdita di potere d’acquisto della valuta, per cui sono necessarie sempre più unità di valuta per acquistare una certa quantità di beni e servizi, mentre l’inflazione avanza.

Questo fenomeno può colpire qualsiasi prodotto o servizio, incidendo in particolare sui singoli consumatori e sulle imprese, riducendo il potere di acquisto. Per questo motivo le banche centrali monitorano l’inflazione e la Fed americana, per fare un esempio, si pone come obiettivo quello di raggiungere il 2%.

A causa della pandemia, i mercati hanno assistito a un aumento dei tassi di inflazione, un fenomeno che, a parere di alcuni esperti, potrebbero perdurare ancora nel tempo a causa di fattori come gli squilibri tra domanda e offerta nel mercato del lavoro o l’aumento dei prezzi nel settore immobiliare.

Ma se l’inflazione ha come effetto quello di ridurre il potere di acquisto di una valuta, è da catalogare come un fenomeno prettamente negativo? Secondo gli economisti no, in quanto livelli moderati di inflazione possono far crescere proprio l’economia, guidando la spesa dei consumatori.

Quindi l’inflazione è un fenomeno sano, quando non travalica alcuni limiti, ovvero quando la domanda supera l’offerta e i produttori aumentano i prezzi, in maniera graduale. Infatti un rapido aumento dei prezzi spinge i consumatori all’accaparramento o all’acquisto di più beni e servizi in previsione di prezzi più alti in futuro. 

Questo comportamento spinge ulteriormente la domanda, con la conseguenza che i produttori iniziano ad aumentare i prezzi, un fenomeno che viene generalmente definito “iperinflazione” o “inflazione galoppante”.

Al contrario, la deflazione è caratterizzata da un consistente calo dei prezzi: i consumatori ritardano gli acquisti in previsione di prezzi più bassi in futuro e anche i produttori continuano ad abbassare i prezzi per attirare gli acquirenti.

Bitcoin, le criptovalute e l’inflazione

A causa della loro offerta limitata, le criptovalute come Bitcoin generalmente registrano tassi di inflazione bassi. BTC, infatti, viene spesso considerato come una copertura contro l’inflazione, partendo dal presupposto che il denaro fiat alla fine diminuirà di valore a causa della stampa di moneta da parte della banca centrale. 

Bitcoin, invece, ha una fornitura fissa di 21 milioni di monete: questo fa sì che sia a prova di inflazione? A causa della pandemia, si è provveduto a stampare maggiore valuta fiat per contrastare l’inflazione e, man mano che il valore della moneta fiat diminuiva, il valore degli asset con un’offerta limitata, come azioni, immobili, e Bitcoin aumentava. 

Bitcoin infatti ha attirato gli investitori che la ritengono come una copertura contro l’inflazione, innescando quindi una corsa storica dei prezzi che ha visto la valuta digitale guadagnare oltre il 250%.

Ma è anche accaduto che la criptovaluta si sia sempre più allineata ai movimenti generali del mercato, per cui, quando questo crolla, probabilmente anche Bitcoin fa lo stesso. Quindi anche le criptovalute sono soggette a inflazione.

Tuttavia, Bitcoin può essere anche considerato una buona copertura contro l’inflazione in quanto, sebbene sia più volatile dell’oro, offre migliori prospettive di crescita a lungo termine e quindi protegge dall’inflazione per una serie di ragioni.

Prima di tutto ha un’offerta fissa, che implica che nuove monete non possono entrare in circolazione, eliminando così il rischio di inflazione. Poi, non appartiene a una valuta specifica, ma è un asset internazionale, che riflette la domanda globale e non deve affrontare i numerosi rischi economici e politici associati ai mercati azionari.

Infine si può trasferire facilmente, come l’oro, ma ha anche una natura decentralizzata, per cui chiunque può conservare Bitcoin, a differenza dell’oro che ha una fornitura controllata nelle nazioni sovrane.

Fondamentalmente, la tecnologia blockchain offre agli utenti un modo sicuro, senza autorizzazione e decentralizzato per condurre transazioni finanziarie e Bitcoin, insieme ad altri asset crittografici, funge da alternativa alla valuta fiat.

Davanti all’inflazione, anche le prevendite più interessanti del panorama crypto proseguono senza sosta: Bitcoin Minetrix, legato al mining di BTC con lo stake-to-earn e Bitcoin ETF, che offre un accesso indiretto agli ETF spot su BTC. 

Bitcoin ETF: l’accesso indiretto agli ETF spot su BTC

Nonostante il sell-off massiccio delle ultime ore e l’attesa per i dati sull’inflazione negli Stati Uniti, quella di Bitcoin ETF è una delle prevendite che mantengono alto il tiro, infatti ha superato $3,6 milioni, con un BTCETF attualmente al costo di $0,0066.

Il token nativo del progetto è di tipo ERC-20 e costruito su Ethereum, e ha un costo che andrà a salire nel corso della prevendita, in quanto questa segue il meccanismo di prezzo crescente, per cui, chi è interessato, potrebbe ottenere ritorni maggiori se investe per primo.

Bitcoin ETF punta a far crescere il valore del suo token tramite cinque eventi di burning, che avverranno al raggiungimento di altrettanti traguardi da parte degli ETf spot su BTC: per ognuno di questi è previsto il burning del 5% di un quarto dell’offerta totale di BTCETF, insieme alle fee, dal 5% e fino all’azzeramento totale.

La tokenomica prevede che la fornitura totale di 2.100.000.000 di BTCETF, veda il 40% destinato alla prevendita in corso, il 25% ai premi per la comunità, un altro 25% per il burning e il restante 10% per la liquidità sugli exchange.

Anche questo progetto riconosce l’importanza di avere una base che gli consenta di diventare virale, per cui è incentrato sulla community. Per incrementarla, il tream ha reso disponibile anche il meccanismo di staking, che ha un APY corrente del 76%. 

Per partecipare alla presale di BTCETF basta visitare il sito ufficiale del progetto, collegare il proprio crypto wallet e pagare con ETH, USDT, BNB o MATIC o ancora usare una carta di credito/debito bancaria. 

Bitcoin Minetrix offre un nuovo modo per fare mining di BTC con lo stake-to-mine

Le opportunità offerte da Bitcoin, che per molti è un asset cuscinetto, spingono l’interesse verso il mining di BTC, che è da sempre proibitivo a causa degli alti costi di macchinari e per le spese di energia.

Bitcoin Minetrix, con il cloud mining verificato da Coinsult, permette invece a tutti di accedere al mining di BTC, attraverso il nuovo modello di stake-to-mine, mettendo insieme due elementi fondanti del settore delle criptovalute, ovvero lo staking e il mining.

Basterà partecipare alla presale di BTCMTX, token nativo del progetto, di tipo ERC-20, e acquistare un minimo di $10 di token, ora in vendita a $0,0122, poi metterli in stake, così da generare potere di cloud mining e hashrate. Alla fine si otterranno ricompense in BTC.

I token ottenuti con lo staking sono di tipo ERC-20 e non sono negoziabili, inoltre possono  essere sottoposti a burning in cambio di tempo di mining. Il team del progetto mette a disposizione un altro modo per guadagnare, ovvero lo staking: in questo momento l’APY è del 116%.

La prevendita di Bitcoin Minetrix sta riscuotendo grande successo, infatti ha superato $5,2 milioni, dimostrando quanto sia alto l’interesse degli investitori. In più, acquistando i token BTCMTX con ETH (le altre modalità sono USDT, BNB, MATIC o una carta di credito/debito bancaria), è possibile fare da subito stake-to-mine, senza dover aspettare il termine della prevendita, e pagando una fee pari a $0,015.

Anche questo progetto, che permette di accedere al mining di BTC in modo sicuro, ha buone prospettive per il futuro, se le previsioni relative a Bitcoin si avverano.

*Questo articolo è stato pagato. Cryptonomist non ha scritto l’articolo né testato la piattaforma.

Massimo De Vincenti
Massimo De Vincenti
Laureato in Economics and Business presso l’Università Luiss di Roma, Massimo ha conseguito anche un Master in Amministrazione, Finanza e Controllo. Trader e analista esperto nel campo delle criptovalute e della finanza decentralizzata, è consulente tecnologico appassionato di innovazione ed evoluzione digitale, relatore anche per seminari o approfondimenti tematici nell'ambito fintech e crypto.
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