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Previsioni sul prezzo di Bitcoin in attesa della Fed

Sebbene sia difficile fare previsioni sul prezzo di Bitcoin senza poter ancora disporre dei dati della Fed, si possono però disegnare un paio di scenari. 

Inflazione e politica monetaria della Fed: le previsioni sul prezzo di Bitcoin

Oggi e domani saranno due giorni chiave per i mercati finanziari. Tutti sono in attesa sia del dato relativo all’inflazione negli USA a novembre, che verrà reso noto oggi, sia della decisione della Fed sui tassi di interesse, che verrà comunicata domani. 

Innanzitutto va detto che il dato più importante che verrà reso noto oggi non è quello riguardante l’inflazione annua generica negli USA a novembre, ma quello sull’inflazione core. Infatti è su quest’ultimo che la Fed domani baserà le sue decisioni. 

Ad ottobre l’inflazione core annuale negli USA era scesa al 4%, dal 4,1% di settembre, ed i mercati stanno scommettendo che a novembre sia rimasta stabile al 4%. 

Sulla base di questa ipotesi stanno anche scommettendo che sia possibile ma non particolarmente probabile che la Fed inizi a tagliare i tassi di interesse già a marzo. 

In questo momento i mercati danno praticamente per certo non solo che la Fed domani lascerà invariati i tassi, ma che non li aumenterà nemmeno a gennaio. 

A febbraio non prenderà alcuna decisione, quindi tutte le scommesse sono su ciò che deciderà a marzo e successivamente a maggio, quando secondo i mercati i tassi saranno molto probabilmente inferiori a quelli attuali. 

Ma se il dato comunicato oggi sarà diverso dal 4% i mercati potrebbero reagire molto velocemente. 

Le previsioni sul prezzo di Bitcoin prima del rilascio dei dati della Fed

In particolare, se il dato si rivelasse inferiore al 4%, ovvero se il calo di ottobre fosse proseguito anche a novembre, i mercati potrebbero reagire bene, perchè a quel punto potrebbero valutare molto più probabile un possibile taglio dei tassi già a marzo. 

Se invece si rivelasse superiore al 4% dovrebbero reagire male, perchè a quel punto si potrebbe dissolvere anche l’ottimismo riguardo maggio. 

Va detto non solo che fino a poche settimane fa ritenevano improbabile un taglio dei tassi prima di giugno 2024, ma anche che di recente sono uscite alcune previsioni in teoria autorevoli che sostengono che il taglio potrebbe iniziare addirittura a luglio. 

Pertanto nel caso in cui oggi venisse reso noto che il tasso annuo di inflazione core negli USA a novembre forse salito sopra il 4%, interrompendo una discesa continua in atto fin da aprile, le reazione negativa dei mercati potrebbe interrompere la risalita del prezzo di Bitcoin, e probabilmente farne tornare il prezzo anche sotto i 40.000$. 

Nel caso in cui invece il dato fosse inferiore al 4%, ovvero smentendo l’ipotesi che il calo si sia arrestato, i mercati potrebbero reagire bene, ed a quel punto il prezzo di Bitcoin potrebbe riprendere a salire, dopo la correzione di ieri. 

Molto difficile invece prevedere cosa potrebbe accadere se il dato fosse proprio 4% come previsto. 

Lo scenario del ritracciamento

Quello di ieri non è stato un vero ritracciamento, ma solo una correzione dovuta al fatto che il prezzo di Bitcoin nei giorni precedenti era salito troppo. 

Infatti dopo essere sceso da 43.000$ a 40.000$ e quasi subito rimbalzato sopra i 41.000$.

Tuttavia secondo alcune analisi, rimane in campo anche l’ipotesi di un vero e proprio ritracciamento. 

È quanto ipotizzano ad esempio gli analisti di Bitfinex nel loro ultimo report Bitfinex Alpha. 

Si tratta però solo di un’ipotesi, tanto che gli stessi analisti affermano che c’è un piccolo gruppo di investitori che nel complesso controllano il 16% di tutti i Bitcoin che potrebbe fare la differenza. 

Il fatto è che l’offerta di BTC sugli exchange è ai minimi degli ultimi sei anni, e questo invece potrebbe favorire un’ulteriore risalita, perlomeno in teoria. Questo scenario è rafforzato dal fatto che sono in calo anche i depositi sugli exchange, cosa che fa pensare ad una riduzione anche della pressione di vendita. 

Il problema però sono le eventuali prese di profitto, che potrebbero arrivare nel caso in cui il trend ascendente terminasse. 

L’ipotesi bull run

Rimane però anche in campo l’ipotesi della continuazione della piccola bullrun iniziata a fine ottobre, che potrebbe innescare una grande bullrun nel 2024. 

Sebbene si tratti di un’ipotesi minoritaria, ad oggi non può essere scartata. 

Infatti le condizioni favorevoli sembrano esserci, anche se manca ancora un innesco. In assenza di un innesco questo scenario facilmente non avverrà, anche perchè se il trend di crescita dovesse terminare è plausibile che scattino le prese di profitto. 

Il motivo per cui tali prese di profitto non ci sono ancora state è che molti si aspettano di poter guadagnare ancora di più potendo vendere forse a prezzi più alti, dato che i guadagni ad oggi non sono così elevati da indurre a vendere subito. 

Molto dipenderà dalle decisioni della Fed, e quindi dal dato reso noto oggi. 

Se la Fed dovesse continuare a mantenere molto restrittiva ancora a lungo la sua politica economica, potrebbe non esserci sufficiente liquidità sui mercati per innescare una nuova bullrun. Sebbene in questo momento sia la banca centrale cinese ad immettere liquidità sui mercati, non ne sta immettendo molta, quindi la situazione rimane abbastanza equilibrata. 

Nel caso in cui i mercati tra oggi e domani dovessero convincersi che la politica monetaria della Fed inizierà ad ammorbidirsi già prima dell’halving di aprile allora l’ipotesi della nuova grande bull run si rafforzerà. 

Marco Cavicchioli
Marco Cavicchioli
"Classe 1975, Marco è stato il primo a fare divulgazione su YouTube in Italia riguardo Bitcoin. Ha fondato ilBitcoin.news ed il gruppo Facebook "Bitcoin Italia (aperto e senza scam)".
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