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Regolamentazione: continua il terrorismo crypto di Elizabeth Warren

Le senatrice statunitense Elizabeth Warren continua con il suo terrorismo mediatico contro le crypto in tema di regolamentazione. 

Dopo aver chiesto che le transazioni crypto vengano controllate, ora si è scagliata addirittura contro le aziende crypto che assumono ex funzionari governativi. Come se non volesse che le aziende crypto si mettessero a posto con le normative. 

Regolamentazione: la lettera della senatrice Warren e il terrorismo crypto

Warren l’altro ieri ha inviato una lettera di accusa alla Blockchain Association, come se fosse un censore o un magistrato in grado di decidere cosa dovrebbero fare gli altri. 

Warren invece è solo una senatrice, come si evince dalla sua firma in calce alla legge, e non è nemmeno detto che l’anno prossimo venga rieletta. Non ha alcun ruolo operativo o governativo. 

Nella lettera afferma che Blockchain Association ha assunto “un piccolo esercito di ex funzionari della difesa, della sicurezza nazionale e legali”. Non si capisce però perchè questo dovrebbe essere considerato illegale, immorale, abietto, o eticamente riprovevole. 

Inoltre si erge a portavoce del governo Biden, di cui non fa parte, affermando che affronteranno il ruolo delle criptovalute nel finanziamento di Hamas e di altre organizzazioni terroristiche. 

Di fatto sta velatamente accusando Blockchain Association di aver favorito il finanziamento in criptovalute di organizzazioni terroristiche come Hamas. 

Nella lettera cita il caso Binance, che ha ammesso le sue colpe, ed a sua volta attacca Coinbase accusandola di reati simili. Coinbase appartiene alla Blockchain Association, mentre Binance no. 

Warren definisce esplicitamente come “sbagliato” che ex funzionari governativi lascino i loro incarichi per andare a lavorare come lobbisti o consulenti per le industrie del settore privato.

Non si capisce però perchè una cosa simile sarebbe da considerare illegale, moralmente inaccettabile, o eticamente scorretta. Evidentemente Warren crede di poter essere lei a decidere cosa sia giusto o sbagliato negli USA, e non il Parlamento di cui fa parte. 

Le richieste di Warren sulla regolamentazione crypto e il terrorismo all’intera industria

Nella lettera la senatrice chiede all’associazione di fornire risposte alle sue domande intimando di consegnarle entro il 14 gennaio. 

Non si capisce, però, perché l’associazione dovrebbe essere obbligata a risponderle, e soprattutto quale punizione dovrebbe subire se non lo facesse entro la scadenza perentoria stabilita arbitrariamente dalla senatrice. 

Le domande che porge sono quattro, ma la prima ha due sotto-domande, e la seconda sette. 

La prima riguarda il numero di ex funzionari governativi che ora sono pagati dall’associazione. 

Con la seconda domanda per ognuno di essi richiede di fornire informazioni accurate. 

La terza domanda riguarda gli eventuali contatti dell’associazione con questi funzionari quando erano ancora dipendenti governativi. 

La quarta riguarda l’esistenza di un codice etico dell’associazione che limiti i contatti con i funzionari governativi attivi. 

Di fatto è un interrogatorio, ma non disposto dalla magistratura. 

La risposta dell’associazione

A rispondere è stata la CEO dell’associazione, Kristin Smith (e lo ha fatto pubblicamente). 

Smith afferma che condividono l’obiettivo comune di combattere il terrorismo, ma sottlinea che la senatrice Warren dovrebbe concentrare i suoi sforzi sugli autori del reato, non su coloro che lavorano fianco a fianco con le forze dell’ordine statunitensi per catturare i criminali.

Rivela anche che il mese scorso invitarono Warren al loro vertice politico annuale a Washington, a solo un miglio dal suo ufficio, ma lei si è rifiutata di partecipare.

Poi scrive: 

“La lettera di oggi è l’ennesimo passo deludente compiuto dal senatore Warren per screditare il nostro settore e le persone che stanno lavorando per costruire un sistema finanziario più inclusivo e un Internet incentrato sull’utente”.

Conclude dicendo che i membri dell’associazione continueranno ad impegnarsi in modo costruttivo a Washington, partecipando al processo legislativo in modo che la comunità crypto possa continuare a costruire la tecnologia che riformerà i sistemi legacy. 

In altre parole non dice che forniranno alla senatrice le informazioni che ha così perentoriamente richiesto. 

Elizabeth Warren

Elizabeth Warren ormai ha 74 anni, ed è senatrice da dieci anni. 

Fino al 1996 faceva parte del partito repubblicano, poi quell’anno passò a quello democratico. I democratici sono attualmente i maggiori critici delle criptovalute nel panorama politico statunitense. 

Prima di dedicarsi alla politica Warren era una professoressa universitaria di legge, tanto che la sua specializzazione in politica è la protezione dei consumatori, oltre alle eque opportunità economiche e la rete di sicurezza sociale. 

È evidente che ciò che sta cercando di fare è primariamente propaganda elettorale in vista delle elezioni del prossimo anno. Il fatto stesso che sia solo una normale senatrice, senza ruoli operativi ufficiali, rende bene l’idea che le sue siano iniziative private, molto probabilmente finalizzate ad ottenere consensi personali. 

Ad esempio la proposta di regolamentazione crypto che ha presentato di recente per ora non sembra abbia nemmeno lontanamente l’appoggio della maggioranza del Senato per poter realmente andare in porto. Si tratta anch’essa di un’iniziativa primariamente propagandistica. 

Evidentemente Warren ritiene che il terrorismo mediatico crypto possa aiutarla a conquistare voti, ma ad oggi sono soprattutto i repubblicani ad essere ritenuti in vantaggio rispetto ai democratici per le elezioni del prossimo anno. 

Marco Cavicchioli
Marco Cavicchioli
"Classe 1975, Marco è stato il primo a fare divulgazione su YouTube in Italia riguardo Bitcoin. Ha fondato ilBitcoin.news ed il gruppo Facebook "Bitcoin Italia (aperto e senza scam)".
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