HomeCriptovaluteBitcoinUn milione in Bitcoin inviati al wallet di Satoshi Nakamoto

Un milione in Bitcoin inviati al wallet di Satoshi Nakamoto

Qualche giorno fa, qualcuno ha inviato circa 27 BTC al wallet Bitcoin di Satoshi Nakamoto. 

La transazione è avvenuta venerdì 5 gennaio 2024, quando quei 26,9 BTC valevano quasi 1,2 milioni di dollari. 

Il wallet Bitcoin di Satoshi Nakamoto

Satoshi Nakamoto è il creatore di Bitcoin. 

Dopo aver pubblicato il whitepaper di Bitcoin il 31 ottobre 2008 si mise al lavoro per creare il software Bitcoin v0.1, che rese pubblico l’11 febbraio del 2009. 

Nel frattempo lo aveva già testato, in particolare minando il primo blocco della blockchain di Bitcoin il 3 gennaio 2009, il cosiddetto genesis block. 

Quindi è certo che il blocco numero zero della blockchain di Bitcoin sia stato minato proprio da Satoshi Nakamoto, e dato che in quel blocco c’è un’unica “transazione”, ovvero il coinbase con cui Satoshi ha creato i primi 50 BTC della storia inviandoli ad un proprio indirizzo, è certo anche che l’unico indirizzo pubblico presente in quel blocco sia il primo indirizzo di Satoshi stesso. 

Da notare che Nakamoto in seguito minò migliaia di altri blocchi, sempre però utilizzando un indirizzo diverso. 

La cosa più curiosa di tutte però è che Satoshi non abbia mai mosso BTC dai suoi indirizzi noti, tranne in rarissime eccezioni. 

Qualcuno è riuscito a stimare quali siano i suoi indirizzi pubblici, ed andando a verificare si scopre che praticamente hanno ancora tutti almeno i 50 BTC del coinbase – il premio per i miner si ridusse a 25 BTC solo a novembre del 2021, quando ormai Satoshi era scomparso da più di un anno. 

Il primo indirizzo di Satoshi

In particolare il primo indirizzo di Satoshi Nakamoto, quello utilizzato per il coinbase del primo blocco e che sicuramente appartiene a Satoshi senza ombra di dubbio, ora detiene quasi 99,7 BTC, quasi il doppio del valore iniziale. 

Il fatto è che da quando Satoshi è scomparso senza toccare i suoi Bitcoin, molte persone inviano BTC al suo indirizzo del genesis block, perchè di fatto così li bruciano. 

Dal punto di vista strettamente tecnico non si tratta di un vero e proprio burn, dato che non è possibile escludere nè che Satoshi sia morto, nè che le chiavi private di quell’indirizzo siano andate perdute. Ma dato che in più di 15 anni nessun BTC o Satoshi è mai uscito da quell’indirizzo, allo stato attuale si ritiene che inviare BTC a quell’indirizzo equivalga a bruciarli. 

Nel corso degli anni sono state inviate molte migliaia di transazioni a quell’indirizzo, anche se spesso di importi molto contenuti. Quei 99,7 BTC custoditi su quell’indirizzo ad oggi possono a tutti gli effetti essere considerati persi. 

Va anche ricordato che in tutto sugli indirizzi di Satoshi risulterebbero esserci più di 1,1 milioni di BTC. 

La transazione di venerdì verso il wallet Bitcoin di Satoshi Nakamoto

Di quei 99,7 BTC, circa 27 sono stati ricevuti venerdì 5 gennaio 2024. 

Non si conosce il motivo di quell’invio, e c’è chi ipotizza possa trattarsi addirittura di un costosissimo errore. 

Infatti sebbene inviare BTC al primo indirizzo di Satoshi significhi di fatto bruciarli, l’impatto sulla circulating supply di 49,7 BTC (i 99,7 esistenti meno i 50 iniziali minati da Satoshi) è pressochè nullo, dato che in totale esistono più di 19,5 milioni di Bitcoin. 

Insomma, che bisogno ci sarebbe di bruciare 26,9 BTC? 

Per questo motivo l’ipotesi che circola è quella di un errore, ma c’è anche un vero e proprio mistero. 

L’indirizzo che ha effettuato quell’invio infatti è collegato a Binance. 

Si tratta di un indirizzo che ha solo due grosse transazioni, di pari importo, entrambe avvenute venerdì stesso. 

Ovvero venerdì quell’indirizzo collegato a Binance ha prima ricevuto 26,9 BTC, e poi meno di un’ora dopo li ha inviati tutti al primo indirizzo di Satoshi di fatto bruciandoli. 

Il ruolo di Binance

Sembra improbabile che Binance sia il vero artefice di quell’invio. 

L’ipotesi è che i 26,9 BTC ricevuti da quell’indirizzo siano stati ricevuti da Binance, dato che provengono da diversi indirizzi probabilmente appartenenti all’exchange.

Questo non significa affatto che l’invio al primo indirizzo di Satoshi sia stato fatto da Binance, ma suggerisce che i BTC inviati a Satoshi siano stati acquistati su Binance e poi prelevati. 

In teoria l’exchange dovrebbe essere in grado di sapere chi ha effettuato quel prelievo, anche perchè per quelle cifre dovrebbe essere obbligatorio il KYC. 

Qualcuno suggerisce che dietro quella transazione potrebbe esserci Craig Wright, ovvero l’autoproclamatosi Satoshi, ma non ne si capirebbe il perchè. 

Il fatto è che si tratta del singolo maggior importo di sempre inviato al primo indirizzo di Satoshi, dato che i 50 BTC iniziali non sono un invio ma il premio per aver minato il blocco. 

Il mistero pertanto è fitto, anche se l’ipotesi dell’errore sembra essere quella maggiormente in grado di spiegare l’accaduto. In tal caso l’autore di quell’errore avrebbe perso più di un milione di dollari. solo per aver utilizzato un indirizzo diverso da quello voluto. Va ricordato che le transazione on-chain in BTC sono assolutamente irreversibili, pertanto solo Satoshi Nakamoto in persona potrebbe restituirgleli.  

Marco Cavicchioli
Marco Cavicchioli
"Classe 1975, Marco è stato il primo a fare divulgazione su YouTube in Italia riguardo Bitcoin. Ha fondato ilBitcoin.news ed il gruppo Facebook "Bitcoin Italia (aperto e senza scam)".
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