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Via la stablecoin di Tether dall’exchange OKX in Europa

L’exchange crypto OKX sta rimuovendo le coppie di scambio in USDT (la stablecoin di Tether) agli utenti europei. 

Il problema sembra essere solo di carattere legale, e legato al nuovo regolamento MiCA che sta entrando in vigore quest’anno. 

Il problema della stablecoin di Tether all’interno dell’exchange OKX

Il MiCA è un regolamento dell’Unione Europea che ha valore legale solo nei Paesi UE. 

Questo regolamento introduce il concetto di e-money token, ovvero di token di stablecoin redimibili alla pari con il sottostante. 

USDT, ovvero la stablecoin di Tether collateralizzata in USD, è a tutti gli effetti redimibile alla pari con il sottostante, ma non sembra avere comunque tutte le caratteristiche per rientrare appieno nella categoria degli e-money token del MiCA.

I possessori di USDT possono redimere i loro token in cambio di una pari quantità di USD restituendoli direttamente a Tether, ma solo per importi superiori a 100.000$ e con una commissione dell’1%. 

Per importi inferiori e commissioni più basse lo possono fare sull’exchange Bitfinex, che appartiene allo stesso gruppo di Tether (iFinex), semplicemente caricando USDT e vendendoli in cambio di USD.

In tal caso però non è detto che l’importo in USD che si riceve vendendoli sia esattamente pari al numero di USDT venduti, anche se il tasso di cambio quasi sempre oscilla attorno a 1$. 

Se gli e-money token definiti dal MiCA fossero semplicemente dei token redimibili alla pari in valuta fiat, la stablecoin di Tether rientrerebbe appieno in questa definizione, ma non è così. 

Gli e-money token

Il MiCA europeo distingue gli e-money tokens (EMTs) sia dalle criptovalute vere e proprie che dai token collateralizzati in altri asset, come ad esempio l’oro. 

Gli EMTs sono a tutti gli effetti degli asset ibridi, da un lato crypto-asset e dall’altro moneta elettronica a tutti gli effetti.

Quest’ultima caratteristica fa sì che siano soggetti anche alle normative già preesistenti sulle monete elettroniche e sui servizi di pagamento, ed è qui che sorgono i problemi per Tether. 

Questi crypto-asset ibridi vengono quindi espressamente qualificati come moneta elettronica ai sensi dell’art. 2, par. 2, della direttiva CE 110 del 2009. Nel 2009, non solo non esistevano ancora le stablecoin, ma non esistevano nemmeno le altcoin, dato che lo stesso Bitcoin era appena nato. 

Tale normativa di fatto decreta che gli EMTs devono essere emessi da soggetti autorizzati come enti creditizi o istituti di moneta elettronica, ed a quanto pare Tether (l’emittente di USDT) non ha queste caratteristiche secondo le normative europee. 

Inoltre decreta anche che devono attribuire al possessore un diritto al rimborso nei confronti dell’emittente, in qualsiasi momento ed al valore nominale. 

Pertanto in effetti non sembra che USDT possa ancora rientrare appieno nella definizione del MiCA di e-money token, anche se non sembra nemmeno possibile escludere che prima o poi possa rientrarci. 

Il delisting della stablecoin USDT (Tether) dall’exchange OKX

OKX è uno dei primi dieci exchange crypto al mondo per volumi di scambio, anche se la sua attività è concentrata principalmente in Asia. 

Serve però anche diversi clienti europei, ed ha deciso di tagliare la testa al toro per evitare di avere problemi legali con i Paesi UE.

Quindi semplicemente sta chiudendo l’accesso alle coppie di scambio in USDT a tutti i residenti nei Paesi UE. 

Da notare che la stessa cosa però non vale per l’altra grande stablecoin, USDC, che risulta ancora disponibile. 

Va però sottolineato come le prime tre coppie di scambio per volumi su OKX siano in USDT, e che lo sono le prime otto coppie su dieci. 

A fronte di un volume di scambio giornaliero di circa 7,1 miliardi di dollari, ben 3,2 miliardi sono generati dalle prime tre coppie, tutte in USDT: BTC/USDT, ETH/USDT e SOL/USDT. 

Quindi il delisting delle coppie in USDT per gli utenti europei è un vero e proprio problema. 

Non è ancora chiaro però se questo sia da considerare un delisting definitivo o solo temporaneo, e se altri exchange potrebbero optare per soluzioni simili. 

C’è da aggiungere che sarebbe piuttosto strano se Tether non decidesse di correre ai ripari e mettersi in regola con le nuove normative del MiCA. 

Il problema nell’UE

Il punto chiave di tutta questa vicenda è proprio l’obbligo di fatto per gli emittenti di e-money token di essere riconosciuti dalle autorità come istituti di moneta elettronica autorizzati.

Circle, che sta dietro a USDC, lo è, quindi non sembra affatto assurdo immaginare che possa diventarlo anche Tether. 

Infatti non solo USDC su OKX è rimasta disponibile anche per gli utenti europei, ma non sembra che vi siano le condizioni affinché venga tolta da altri exchange, come invece pare per quanto riguarda USDT nella UE se le cose non cambiano. 

D’altronde l’obiettivo della UE è quello di equiparare a livello normativo gli emittenti di stablecoin a quelli di moneta elettronica fiat, e non è affatto un caso che Circle si sia già adeguata.

Circle è una società statunitense, mentre Tether no, e si è già fatta riconoscere dalle autorità statunitensi come istituto di moneta elettronica autorizzato proprio per poter già operare a norma di legge negli USA. 

È possibile quindi che questa sia la direzione in tutte le principali giurisdizioni del mondo, e non solo nella UE. Ciò rende ancora più probabile che Tether prima o poi faccia come Circle e si faccia autorizzare come istituto di moneta elettronica nella UE. 

Marco Cavicchioli
Marco Cavicchioli
"Classe 1975, Marco è stato il primo a fare divulgazione su YouTube in Italia riguardo Bitcoin. Ha fondato ilBitcoin.news ed il gruppo Facebook "Bitcoin Italia (aperto e senza scam)".
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